Midnight

Let there be Witchery

Il mondo Speed-metal è sempre in agguato, ed ecco i violenti e furenti Midnight scatenare dopo appena due anni, la loro irruenza rabbiosa dentro l’alveo di quegli anni ottanta che furono il ponte fra l’Heavy ed il Thrash. La natura ormai chiara di questi veterani esistenti discograficamente da quasi vent’anni batte un ferro che diventa incandescente sotto i loro colpi.

Lo speed viene espresso con un cantato Black alla Venom dei primi anni, e ciò induce ad una durezza irreprimibile. Siamo solo al quinto full-lenght ma tra vari prodotti come ep, live e raccolte, questa realtà non ha mai smesso di esistere dal 2003, ogni anno facendo sentire la sua incandescente presenza.

La prima traccia ‘TELEPHATIC NIGHTMARE’ presenta subito la carta d’identità veloce e irriducibile, con un impatto che chiarisce qualsiasi dubbio uno possa avere. Ancora attacco impietoso in ‘LET THERE BE SODOMY’ che urla tutto il suo astio. Non è tutto tirato al massimo, quattro pezzi su dieci cambiano connotati ritmici per una minore invadenza. Il drumming cadenzato di ‘NOCTURNAL MOLESTATION’ con rifframa stile Eddie Clarke è il momento più Motorheadiano e il ritornello si fa leggermente punk. Poi c’è il middle-time simil-doom di ‘More Torment’, un pezzo meno efficace che però incede caldo e avvolgente. Meno virulento ‘Devil Virgin’, l’unico brano con le noti iniziali suadenti e melodiche, il quale porta verso un riffing morbido comunque attrattivo, per quanto forse nell’insieme è il meno riuscito del lotto. Riffing più judaspriestiano con la heavy ‘Villainy Wretched Villainy’, e anche l’assolo decide di essere melodico, ma è un pezzo brevissimo come a non averne voglia. Il finale torna Speed tramite ‘Szex Witchery’ che fa venire in mente i Tank e chiude il disco com’era partito, lasciando l’adrenalina scorrere a fiumi, anche se il pezzo non è fra i più esaltanti.

La ricetta è monolitica, tappeto compatto di suono e accanimento velenoso. Riff ripetuti ossessivamente e muro sonoro senza alcuna possibilità di inserire variazioni sul tema. Spesso gli Exciter possono fare da esempio, ma non la vocalità che è cavernosa e scura ricordando quella di Cronos, mentre gli assoli più volte prediligono le asciate alla Motorhead. L’ugola non è mai virtuosa, piuttosto basica, eppure in grado di dare ciò che serve, per un afflato che nell’essere metal ha un ché di punkeggiante, e quindi di irriverente. Ogni riff prende le membra e dimenandosi crea un binario su cui l’ascoltatore rimane agganciato. Il rifframa infatti, per quanto suonato senza tanti fronzoli, fa sì che la scintilla non si spenga e mantenga il fuoco ardente per tutto lo scorrere delle tracce, ipnosi sicura e funzionante. Chi vuole andare giù pesante e diritto a rotta di collo, evitando elucubrazioni raffinate, con questi signori è accontentato. Un lavoro che si beve tutto d’un fiato come una bella birra che brucia la gola, pochi cambiamenti durante la corsa. E’ tutto in mano ad un unico musicista, si tratta di una OneMan Band che riesce a centrare l’obbiettivo di essere accattivante nella sua sporcizia. Un’opera senza nulla di intellettuale, completamente e piacevolmente imbastita sull’istinto.

Roberto Sky Latini

Telephatic Nightmare
Frothing Foulness
In Sinful Secrery
Nocturnal Molestation
More Torment
Let there be Sodomy
Devil Virgin
Snake Obsession
Villainy Wretched Villainy
Szex Witchery

Athenar – vocals / guitar / bass /drums