The Monster Roars

Magnum

La bellissima copertina del personaggio demoniaco, a rappresentare un incubo di bambino, non vuole invece rappresentare il suono del nuovo album ma il significato testuale della canzone title-track.

Infatti non siamo dentro un alveo dark, la musica è la solita affascinante eleganza di ritmo e voce, il tutto sostenuto da riff corroboranti. Il 2022  testimonia per l’ennesima volta che i Magnum sono una grande band. La suadenza magica si sposa benissimo con una tonicità hard rock che mantiene sempre vivo il pathos di base.

‘The Monster Roars’ scivola via con facilità e invita ad un ascolto che per tutto l’album sarà rilassato e al tempo stesso appagante. ‘REMEMBER’ è fra i pezzi meglio riusciti esprimendo un class metal che è costruito con grande equilibrio tra morbidezza e ritmica cadenzata. ‘All You believe in’ possiede qualcosa dei Queen, grazie alla sua estetica gentile e ‘I won’t let You down’ invece si avvicina ad una stilistica teatrale che ha qualcosa dei dischi di Jim Steinman. Per allontanarsi dall’hard la scrittura di ‘No steppin’ Stones’ coi fiati rientra nell’ambiente più americano e accende però il disco di accenti divertenti.  ‘THAT FREEDOM WORD’ e ‘YOUR BLOOD IS VIOLENCE’, poste una accanto all’altra,  gestiscono il lato più evocativo della band, con melodie molto sentite e arrangiamento ricco. ‘Walk the silent Hours’  è forse il vero e puro AoR, una ballata scontata che non vince nel rivaleggiare con le altre tracce, unico episodio debole del lavoro. Il riffing di ‘The Day after the Night before’ pur essendo uno dei più rock’n’roll, è invece al servizio di una song laccata che in fondo rimane anch’essa nell’ambito dell’AoR, con un risultato però migliore della traccia precedente. La sofficità funziona meglio quando si tende ad avere minore tasso di dolcezza, lo dice una bella canzone, mezza acustica come ‘CAN’T BUY YOURSELF A HEAVEN’ che pur essendo calma si allontana dalla forma AoR per diventare una ballata tradizionalmente rock, per niente melensa, grazie anche alla parte solista quasi alla Scorpions.

Molto spesso i Magnum amano cambiare ritmo, velocizzare le parti per poi aprire squarci sonori più ariosi. Il feeling che ne scaturisce sembra per certi versi poetico. Se i riff circondano con raffinatezza le parti cantate, la voce si conferma l’elemento più ammaliante della band. Il pianoforte si affaccia varie volte a rendere fluido il songwriting, un abbellimento che è anche sostanza. Sebbene si presentino momenti piuttosto AoR, il genere viene assorbito dentro una connotazione enfatica tale da far diventare ogni pezzo più emotivamente pregnante. Del resto le distorsioni chitarristicche ci sono e mantengono forte l’aspetto di durezza, anche se mai con impatto troppo violento, prediligendo l’afflato rockeggiante rispetto a quello sinfonico a cui in modo molto leggero talvolta inducono le tastiere. Eppure è sempre presente quel filo di epicità che certi modi di sottolineare la melodia nutrono, alzando il livello di magniloquenza che nota dopo nota è una caratteristica tipica del gruppo. E’ una magniloquenza mai troppo spinta, ma che si percepisce benissimo. Gli assoli vengono limitati a spazi non troppo ridondanti, ma quando ci sono danno il giusto apporto sonoro con il gusto di chi ha esperienza da vendere. Più che gli assoli, vengono inseriti passaggi deliziosi e particolarità disseminate qua e là. Ventiduesimo full-lenght dal 1978 (anche se festeggiano i cinquant’anni di carriera perché si formarono nel 1972), la loro continuità produttiva in questi anni ha del miracoloso considerando che nessuna delle ultime uscite ha fallito artisticamente.

Roberto Sky Latini

Steamhammer Records
www.magnumonline.co.uk

The Monster Roars
Remember
All You Believe In
I Won’t Let You Down
The Present Not The Past
No Steppin‘ Stones
That Freedom Word
Your Blood Is Violence
Walk The Silent Hours
The Day After The Night Before
Come Holy Men
Can’t Buy Yourself A Heaven

Bob Catley – vocals
Tony Clarking – guitar
Rick Benton – keyboards
Dennis Ward – bass
Lee Morris – drums