Liquid Flesh

Vestiges Abrutissants

Dieci anni di attività per la band di Grenoble, Francia, che decide di autocelebrarsi con l’uscita di questo EP autoprodotto.Un disco che mette in mostra brani passati del gruppo, registrati nuovamente per evidenziare lo stato attuale e il grado di “invecchiamento” della loro musica.
Chiude questo EP una cover del brano “Eyemaster”, tradotto e cantato nella lingua madre del gruppo.Siamo di fronte a una dichiarazione di intenti e a una voglia di tornare agli albori, a quella spinta vitale che contraddistingue ogni nuovo gruppo.Il trio francese mostra, senza troppi fronzoli, la volontà di autenticità e sana violenza, senza preoccuparsi di cose inutili e classici abbellimenti fuori contesto.
La musica è un classico death metal piuttosto derivativo e chiaramente devoto all’old school dove è facile riconoscere influenze di gruppi quali Cancer, Massacre e quel mondo un pò legato alla sostanza e poco alla forma.
Un death metal molto legato agli anni Ottanta, che predilige la vena violenta e incessante rispetto a strade più complesse e stratificate.

Pur essendo legati molto al passato, i Liquid Flesh riescono a creare un sound corposo e abbastanza moderno, senza preoccuparsi di grandi tecnicismi, ma mostrando una sana e pura voglia di violenza. Un death metal molto legato agli anni Ottanta, che predilige la vena violenta e incessante rispetto a strade più complesse e stratificate.Un EP che scorre veloce e piacevole, senza intoppi di sorta, e che agli amanti del genere farà sicuramente piacere trascorrere venti minuti in compagnia di questi assalti musicali.Di certo non c’è alcun tipo di innovazione o particolarità in questo disco, ma c’è tanta sana e onesta autenticità e una voglia molto personale di rivivere questi dieci anni e festeggiare questo traguardo tra di loro, senza preoccuparsi di nulla.Infatti, l’idea è perfettamente riuscita, perché siamo di fronte alla classica chiacchierata tra amici, dove si ricordano le vecchie avventure e, davanti a una birra, si viene assaliti da quel senso di nostalgia dei tempi andati.
Un disco sicuramente non imprescindibile, ma tanto, tanto vero e spontaneo.

Daniele Giudici

Tenafly
Police Python 666
Torture
Soupe Humaine
L’Oeil du Maître (Entombed Cover)

Gastric Luke – guitars, backing vocals
Putrid Bruce – bass, vocals
Acid Bapt – drums