Ild è un duo norvegese formato da H (chitarra e voce) e X (batteria e keys)(?),la band è di recente formazione considerando che esiste dal 2020,e quest’anno esce questo “Kvern“,black metal dalle atmosfere folk,malinconiche e piuttosto depressive.La release è composta di 6 pezzi per un carico di quasi tre quarti d’ora di musica;il black metal proposto dai 2 è piuttosto evocativo, in cui i frequenti tappeti di tastiere piuttosto semplici(quasi scarni direi) e i cori di voci maschili sono elementi integranti di un tipo di black che non è nè raw nè modern,ma atmosferico e particolare.

a produzione ha quasi del “nonsense”,in quanto le parti di chitarra sono molto piccole,con un sound molto freddo e per niente valorizzato,una batteria molto chiara e presente con un sound abbastanza retrò anch’essa curata col minimo e l’indispensabile supportata dal un basso piuttosto presente con un sound pulito e minimale.Molto probabilmente la scelta di una produzione sufficiente e poco curata ed un mixaggio che non è dei migliori,fanno parte di una scelta personale che onestamente non riesco a capire,tanto che se non fosse per le interpretazioni vocali molto personali e adeguatamente collocate di H non direi nemmeno che fosse black metal…..Composizioni lunghe e riflessive,in cui le melodie struggenti e sulfuree fanno un gran effetto creando delle atmosfere ipnotiche e totalmente prive di ritmi frenetici che fanno di questo disco un album molto depressive, assolutamente non incline a situazioni musicali di morte e distruzione sparate a 400Km/h,quindi mettetevi comodi e calmi perchè dopo “Den sorte kunst“(unico pezzo un pò più veloce dei 6) questi pezzi sono da ascoltare con una bella tazza di the fumante in mano e guardando fuori alla finestra di casa vostra possibilmente durante una bella piovuta.

Per rendervi conto dell’essenza musicale degli Ild provate un pò a cercarvi su Google le immagini della foresta di Telemark in Norvegia e capirete subito da dove proviene tutta la loro capacità evocativa ,una foresta che rapisce l’anima e vi trasporta in una realtà fatta di natura incontaminata e della sua enorme entità spirituale;pezzi come “Til gjeste“e la profonda “Opp i røyk” descrivono perfettamente la solitudine e il clima glaciale da cui sono circondati,pezzi che nel loro lento incedere e con una interpretazione vocale al limite della preghiera disperata ,creano una atmosfera unica ed ancestrale.”Det trekker så kaldt” è un pezzo un pò strano,forse il più melodico di tutto il disco,strano perchè incentrato quasi interamente su un mid tempo con una parte finale che intorno al quinto minuto introduce un giro melodico suonato da un organo con degli accordi sulle note maggiori che onestamente non rendono giustizia a tutto il resto del pezzo fin qui suonato.

Così passo ad ascoltare “Og nå skal du dø“,uno dei pezzi più particolari di tutta la release,bellissima l’idea iniziale della melodia divisa tra un arpeggio di chitarra classica e un plettrato di chitarra elettrica (che avrebbero potuto fare meglio visto la totale mancanza di sincronia metronomica dei plettrati delle due chitarre,peccato),che prosegue con un mid tempo abbastanza lento con la solita cantilena evocativa di H;il pezzo chiude veramente bene con la chitarra classica che intona un arpeggio molto semplice e in linea con un filo musicale che si è protratto per 7 minuti e mezzo senza sportarsi mai di un millimetro dall’incedere ipnotico iniziale.”Over flammehavet” è l’ultimo pezzo di questo dischetto,una vera e propria invocazione dello spirito della natura,con una serie di melodie grezze,semplici e ben collocate all’interno di tutta la composizione e con un cantato che sembra una vera e propria preghiera arricchita dagli immancabili cori di sottofondo che rendono il tutto molto atmosferico,con tanto di campane finali che stanno quasi ad indicare che “la messa è finita,andate in pace”.

Interessante la proposta musicale di questi Ild ,peccato per la produzione,un pò troppo cristallina per il genere e soprattutto suonata non proprio col massimo della precisione,due piccoli difetti che secondo me non rendono del tutto merito a questo lavoro.Evocativi ed atmosferici quanto possano essere,il sound un pò troppo anonimo e non proprio rifinito purtroppo risulta un pugno in un occhio,e questo è un vero peccato,perchè questa band merita eccome di essere ascoltata.Secondo me la mancanza di un certo spirito “raw” è un pò la martellata sul pollice del disco,spero solo che nelle release future venga valorizzato un pò di più questo aspetto ,perchè così come attualmente impostato,questo sound potrebbe anche non deliziare i cultori più esigenti del black metal. Comunque,al di là delle mie considerazioni,consiglio l’ascolto di questo dischetto, perchè è un vero viaggio in solitudine nell’affascinante ambiente della foresta norvegese. Enjoy.

Giuseppe Musso

Vendetta Records
Sito non disponibile

Den Sorte Kunst
Til Gjeste
Opp I Røyk
Det Trekker Så Kaldt
Og Nå Skal Du Dø
Over Flammehavet

Øystein Horgmo – vocals, guitars, bass
Jaran Betten- keyboards, drums