I Fiumi

I FIUMI

Disco d’esordio per I Fiumi band rock italiana che deve la sua ragion di vita agli After Hours  ai Timoria e ai Buñuel  avendo al suo interno elementi di queste seminali band che hanno avuto ed hanno la loro importanza nel rock alternativo italiano, la band de i Fiumi deve molto a queste band e le nuove canzoni le ricordano .

I Fiumi giocano moltissimo la personalità e questo indubbiamente non viene da solo e nemmeno per caso, in quanto la band è formata da musicisti ormai fatti (passatemi il termine), e hanno dimostrato in questo disco che l’esperienza conta.È una band che cerca di discostarsi in ogni modo dai soliti clichet di cui è pieno il mondo musicale e sebbene all’interno del disco ci siano brani che richiamino a quelle cose e diciamolo anche adatti ad un airplay radiofonico (Quanto più rumore), bisogna anche dire a onor del vero che i pezzi de I Fiumi è questo il titolo omonimo dell’album, non sono così banali come potrebbe sembrare ad un primo ascolto anche perché sono correlati da testi importanti.

Una delle ispirazioni del gruppo, infatti, è il poeta Giuseppe Ungaretti; una sua poesia “I Fiumi” ha ispirato oltre che il nome della band anche la canzone che troviamo nel disco, e i due elementi musica e testi fluiscono come l’acqua dei fiumi in una sorta di Dono.I testi poi diventano ancor più significativi essendo raccontati dalla bella voce di Sarah Stride la quale con il suo timbro interessante riesce a dare la sua impronta genetica ai pezzi, malgrado non abbia un’estensione vocale particolare.

Nel brano d’apertura “Il dono” scelto anche come singolo il ritornello forse per la timbrica e forse anche perché iniziano entrambi con la stessa nota, mi ha ricordato per un attimo “Non è l’inferno” di Emma.

Ma a parte questo il disco rispecchia la personalità della band e debbo dire anche un certo gusto nello scrivere le canzoni, vi consiglio di ascoltare ad esempio “In fondo all’incendio” dove ad un certo punto verso la fine entra il basso di Andrea Lombardini che cita non so quanto intenzionalmente i Joy Division di Love Will Tear Us Apart, Sarah poi canta ” Mentre mi sembra che tutto sia uguale ed il senso non riesco a vedere neanche quando mi fermo”  che sembra quasi che stoni ma in realtà si tratta di una dissonanza  che crea questo effetto particolare questo lo rende per me uno dei pezzi migliori.

In questo disco mi piace soprattutto il suono della chitarra il cui suono  incide la pelle con i suoi riff taglienti e propedeutici al suono generale questo succede sia in “In questi giorni” sia in brani che iniziano dove è proprio la chitarra a dare il là.In questo album non ci sono ballate che spezzino la dinamica della scaletta malgrado questo ci viene in soccorso la già citata “I Fiumi” che inizia lentamente con un arpeggio della chitarra dalle forti tinte scure un accorgimento fatto per appoggiare suggestivamente l’interpretazione della cantante.

In “Quanto più rumore” il brano più rock, Xabier Iriondo fa il verso a Tom Morello che nel computo del brano trovo molto azzeccato.

Un debutto certamente interessante che ci dimostra se ce ne fosse bisogno come ormai, in Italia ci siano band in grado di dire la loro senza per forza essere banali o smaccatamente commerciali ed a mio avviso un bene che ci siano queste band ad innalzare alto il vessillo del rock italiano.

Stefano Bonelli

Il dono
questi giorni
in fondo all’incendio
caterpillar
i fiumi
muta
la festa
quanto più rumore
non dorme
quello che serve

Sarah Stride – voce solista
Xabier Iriondo – chitarra
Andrea Lombardini – basso
Diego Galeri – batteria