Hunternaut

Inhale

Sapete che c’è e se dico questo sono sicuro che molte redazioni siano d’accordo, c’è che nel marasma generale della montagna di materiale  che ci arriva  a volte succede che magari qualche band ci sfugge.

Non dovrebbe succedere ma purtroppo se accade  non è comunque dovuto  ad una mancanza di professionalità da parte della redazione  di segnalare questa o  l’altra bands , è una cosa che rientra nel normale avvicendarsi delle varie proposte  magari ascoltate una volta e accantonate per essere poi riprese più in la .Questo purtroppo è accaduto agli Hunternaut band molto interessante proveniente dalle lande  lombarde precisamente dal bresciano. Dimostrando che  anche nella nordica  regione  ci sono band in grado di dire la loro.

L’anno di nascita della band risale al 2014 con l’intento di riprodurre la musica di Seattle città simbolo del grunge. La band  si lascia influenzare da questa scena che comprende diverse band tra cui gli Alice in chains e i Seether. Ma nella band risiedono diverse sfaccettature  e tra queste rileviamo qualcosa  di Porcupine Tree e  un po di Tool . Da questo si evince un suono maturo e variegato ben amalgamato che definisce la natura della band che si inarpica in una suono intimisma  ma non troppo anche perché in  episodi come “Backbone” dopo un arpeggio di chitarra ce una vera e propria esplosione veemente ed inaspettata. La seguente “Soap Bubble”, è la classica ballad  la cui voce di Christian Longhena  si lascia prendere più che volentieri dalle sonorità pearljamiane residienti nella voce di Eddie Vedder da cui trae completamente la sua esperienza  a parte questo Christian si dimostra un performer  eccellente e da segnalare anche lo stupendo che completa la canzone.

Nessuna delle otto canzoni che compongono il disco, è davvero mai veloce malgrado questo la musica degli Hunternaut ti cattura per tutta la durata del disco anche per un songwirting  che mira al lato emozionale che spinge ad un ascolto attento per farsi che tutte le canzoni diano sempre l’intenzione degli autori che l’attenzione non scemi mai ,Un disco questo che malgrado sia uscito nel 2019 mantiene sempre alta la tensione dinamica che pur non basandosi sulla velocità dell’esecuzione come detto in precedenza, ci fa ascoltare un lavoro degno di nota.

 Stefano Bonelli  

Oxidize
Inside Me
Backbone
Soap Bubbles
Hundreds Of Scars
Inhale
Out There
I’ll Be There

Cristian Longhena – vocals and guitar
Alessandro Biasi – guitar
Stefano Ronchi – bass
Luca Prandelli – drums