Hellripper

Warlocks grims and withered hags

Velocità e possanza strumentale per un disco che arrembante è dire poco. La onemanband dello scozzese musicalmente incazzoso non è solo pieno di virtuosismo e accelerazioni pazzesche, è anche un condensato di spirito compositivo intelligente che riesce a produrre un ottimo terzo full-lenght. Si tratta fondamentalmente di Heavy Metal, condito di alcuni estremismi Death, localmente qua e là in maniera esplicita con la voce, ma anche per alcune soluzioni ritmiche e sonore mai però troppe in tal senso. E’ quel tipo di cattiveria che precede storicamente Thrash e Black, dove comunque si vede che il compositore conosce il metal estremo vivendo i nostri tempi moderni.

L’apripista ‘THE NUCKELAVEE’ è un assalto funambolico di stampo Power-Metal che rallenta solo nelle strofe, ma non certo per calmarsi, dato che rimane comunque durissimo; sicuramente una delle tracce più riuscite che funziona in maniera interessante in ogni passaggio. Non meno intrigante la tagliente ‘I, THE DECEIVER’ che pur cominciando in maniera sommessa, poi si scatena in salsa Speed, e ricorda un po’ i belgi Butcher; in realtà la sua furia si dipana in maniera così dinamica da realizzare una costruzione non monolitica pur con il muro sonoro che sprigiona. Episodio ibrido ‘THE CURSED CARRION CROWN’ in quanto è un pezzo che sfila via, sì frenetico, ma nel mezzo inserisce un ritmo meno irruento dal feeling prettamente ottantiano di tipo Priestiano, con una assolo quasi melodico, per poi tornare allo speed e dilaniare tramite un assolo imbizzarrito. A parte gli accordi iniziali già sentiti mille volte, il resto di ‘THE HISSING MARSHES’ è un Power di tipo NWOBHM che afferra l’ascoltatore e non lo lascia più. La suite finale ‘MESTER STOOR WORM’, ricca di cambi strutturali, è una epica cavalcata evocativa; ai ritmi già esperienziati nell’album, qui si aggiunge il classico blasting irruento del death/black, ma vari colpi chitarristici sono ancora heavy, per quanto mescolati ad accenti più scuri; inoltre allo scremo si aggiunge il growl.

La sostanza di questo lavoro porta tante sfaccettature diverse, ma una cosa che si nota subito è la bravura ideativa della chitarra che non costruisce un groove limitato alla riffica, interponendovi una serie di inserti chitarristici ben più articolati, al di là dei comunque magnifici assoli. E’ un tipo di musicalità che può essere valorizzata anche da singer dalle caratteristiche meno estreme come Ellsworth degli Overkill o Petrozza dei Kreator. L’ugola dallo screaming graffiante è eccellentemente gestito, anche se in alcuni brani non viene usato bene come in altri. E’ una voce che ricorda molto nettamente quella di Dani degli inglesi Cradle Of Filth, ma con un numero minore di inflessioni espressive. Ciò porta la band ad avvicinarsi allo stile di quel gruppo e non succede solo per la vocalità; in ogni caso viene evitato qualsiasi rimando al sinfonismo, appunto qui del tutto assente. Invece l’attitudine musicale è un heavy che ha qualcosa dei Mercyful Fate (sentire la title-trak). Ci sono invece aggiunte folk che sono ben integrate con il sound heavy così talvolta da non accorgersene. Si trova anche un accenno di Melodic Black, ma solo all’estrema punta finale dell’ultima traccia e quindi non si stravolge l’impianto generale del disco che è ben lontano dal Black. Non tutti i pezzi sono corse pazze e anche lì le cose funzionano. Ma dove c’è la velocità è interessante notare quanto la divisione tra Power e Speed, pur riconoscibile,  sia una sfumatura. In effetti il polistrumentista in azione è in grado di gestire tali generi anche sfumando da uno all’altro. Possiamo dire che il musicista è davvero bravo a suonare come anche a concepire il proprio estro artistico, e in effetti non vi sono reali difetti in questo che possiamo considerare uno dei migliori dischi di questo stile di metallo.

Roberto Sky Latini

Peaceville
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The Nuckelavee
I, the Deceiver
Warlocks Grim & Withered Hags
Goat Vomit Nightmare
The Cursed Carrion Crown
The Hissing Marshes
Poison Womb (The Curse of the Witch)
Mester Stoor Worm

James McBain – all the instruments