Hawkwind

Somnia

Lavoro numero 34 per i mitici Hawkwind capitanati sin dal 1969 dall’inossidabile leader Dave Brock, protagonisti e fondatori dello space rock pù estremo che nel corso del tempo, altri artisti seguiranno e svilupperanno a loro piacimento.

Ovviamente il gruppo arriva ai giorni nostri dopo innumerevoli cambi di formazione e varie fasi di stanca creativa ma dal 2016 sembra che questa fase sia stata superata ed i nostri ormai viaggiano al ritmo di un cd all’anno.

Somnia è stato annunciato come un concept album che interagisce con tutto cio che ruota intorno al sogno dell’individuo, dalla terra allo spazio e soprattutto con il rock protagonista e trascinatore della loro storia musicale. E’ per questo motivo che ci troviamo davanti ad un lavoro variegato e a tratti eterogeneo, non era semplice spaziare dalla psichedelia alla newage, dallo space rock alla musica folk, per dirla tutta un enorme guazzabuglio musicale dove la band di  Brock fatica a restare a galla come una nave in un mare in tempesta. I dieci minuti dell’opener Unsomnia ci introducono nel mondo spaziale dei nostri, sembriamo catapultati alla fine degli anni sessanta, completamente allucinati ed in balia di un ritmo ossessivo che ci ipnotizza ma il successivo Strange Encounters ci risveglia dal torpore  e ci riporta alla realtà con un rock crudo e tagliente. La track tre Alcyone è una splendida ballad con una chitarra elettrica fluida e sognante molto floydiana con degli effetti laser in sottofondo che arrichiscono e completano splendidamente il brano.

Purtroppo e/o probabilmente la parte migliore del disco finisce qui, Counting Sheep e China Blues suonano un pò sconclusionati e non all’altezza dei primi tre brani, l’album si risolleva un pò con il rock  pulito e melodico di It’s Only a Dream e sopratutto con l’ipnotica Meditation brano ambient costruito su tastiere e sintetizzatori con una chitarra acustica che ci ricama sopra melodie soavi e sognanti.Sweet dreams è poco più di un intermezzo strumentale che precede il blues rock di I can’t get you out of my mind per finire in un poker di brani strumentali che senza aggiungere nulla di più concludono il lavoro.

In definitiva ci troviamo davanti ad un album così così, non molto ispirato e composto da pochi momenti esaltanti (Unsomnia – Alcyone) e tanti invece completamente no, pertanto aspettiamo speranzosi un pronto riscatto con il prossimo disco.

Massimo Cassibba

Unsomnia
Strange Encounters
Alcyone
Counting Sheep
China Blues
It’s Only a Dream
Meditation
Sweet Dreams
I Can’t Get You Off My Mind
Small Objects in Space
Pulsestar
Barkus
Cave of Phantom Dreams

Dave Brock – vocals, guitars, keyboards, synthesisers
Richard Chadwick – drums, vocals
Magnus Martin – guitars, vocals, keyboards
Thighpaulsandra – keyboards, synthesizers
Doug MacKinnon – bass