Extrema

Headbanging Forever

Ci sono band o artisti singoli che da sempre appaiono divisivi, capaci di spaccare l’audience tra amatori senza se e senza ma e altrettanti odiatori, di cui apparentemente non se ne conosce il motivo.

Personalmente ho sempre pensato che una band o un artista vadano “giudicati” in base alla musica che sono in grado di proporre, mentre tante volte si scade in beceri personalismi che nulla hanno a che fare con il discorso musicale. Questo è quanto accade, troppo spesso a dire il vero, con gli Extrema: una band capace di gettare una buona luce sulla nostra terra italica dato che le loro produzioni sono sempre state di ottima fattura e con una grande capacità di miscelare il vecchio e il nuovo in un continuum di riffing in grado di legare il thrash metal più old school con la scuola che hanno fatto gruppi come Pantera, Machine Head e per certi versi anche i Sepultura, senza però dimenticare quel tipico tocco melodico tutto italiano; e no, non è un limite, in questo caso, anzi risulta essere un valore aggiunto alle composizioni, le quali nulla hanno da invidiare a quelle proposte da gruppi esteri, che hanno avuto la “fortuna” di essere originari di paesi in cui il metal è estremamente considerato.

Se c’è una costante nella lunga carriera degli Extrema, proprio come dicevo poco sopra, è il fatto di essere sempre stata una band divisiva: forse l’unico disco a non esserlo stato è stato il primo Tension At The Seams (disco che da poco ha festeggiato i 30 anni ed è un disco veramente spettacolare, in grado di mescolare alla perfezione thrash, funky, rock e groove), che ha sbalordito critica e uditori. Da lì in poi sono iniziati i problemi, i detrattori si sono presentati puntuali come orologi svizzeri e sono iniziate una serie di critiche insensate e cariche di un odio che non ha assolutamente motivo di esistere: di tutto questo la band si è fatta carico ed ha trovato la forza di andare avanti compatta e coesa andando a sfornare quello che, a parere di chi scrive, è ancora oggi il loro capolavoro: The Positive Pressure Of Injustice.

Anche questo disco, nonostante sia stato promosso a pieni voti da critica e dalla stampa specializzata, si è ritrovato ad essere subissato di critiche che troppo spesso non avevano nulla a che fare con la qualità delle composizioni ma scadevano in retaggi personali che lasciavano molto il tempo che trovavano e che trovano, dato che ancora oggi queste baggianate continuano a persistere. Al di là del becerume tutto italiano, una delle maggiori osservazioni fatte a The Positive Pressure era la sua estrema derivazione da ciò che avevano fatto i Pantera fino ad allora, il che ci può stare, dato che per loro stessa ammissione, i membri della band, Massara e Perotti in primis, si sono dichiarati grandi fan dei Pantera annoverandoli tra le loro principali influenze. Quindi sì, l’osservazione è giusta e decisamente pertinente, salvo poi restare come un commento a compendio, lasciato lì senza essere sviluppato e senza essere argomentato e questo dispiace perché il disco contiene anche molta personalità oltre che ad una evidente influenza dei quattro Texani e ne sono una testimonianza le linee melodiche partorite dal buon Tommy Massara, così come le linee vocali di sempre fantastico frontman GL Perotti e a farla molto molto da padrone sono le linee di basso del granitico Mattia Bigi capace di offrire non solo una solida base sonora e ritmica su cui far appoggiare ora Massara ora Perotti, ma di mettere in campo delle parti bassistiche cariche di groove e di giuste armonie in grado di donare ai brani quel quid in più che altrimenti non avrebbero avuto, insomma si sente molto che il buon Bigi non è solo un metallaro e che alle sue spalle c’è una ricerca sonora e conoscenza dei generi abbastanza profonda.

Come dicevo, la carriera dei Nostri è stata davvero una carriera abbastanza complessa e altalenante che li ha portati a suonare con i grandi e allo stesso tempo, purtroppo aggiungo io, li ha lasciati in quel limbo tra underground o overground, ma forse è stato proprio il sogno di continuare ad inseguire un meritato successo che ha fatto sì che non si dessero mai per vinti, andando avanti al di là dei problemi e delle tensioni interne, con stop, momenti di ripresa, momenti di riflessione, separazioni, riaccoglimenti, altri litigi e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo però non ha fermato la solida volontà di portare avanti il progetto da parte del mastermind Tommy Massara, il quale dopo la separazione, questa volta definitiva e decisamente non amichevole, da Gianluca Perotti, e dopo un periodo di rimessa in sesto, ha ripreso in mano le redini degli Extrema e li ha portati nuovamente in studio e, reclutato una nuova ugola dietro al microfono, nella figura di Tiziano Spigno, entrano in studio per registrare il successore di The Seed Of Foolishness, così che il 10 maggio del 2019, sei anni dopo The Seed, vede la luce Headbanging Forever, il quale già dal titolo vuole rappresentare una dichiarazione di intenti.

Ora, io non so come mai il suddetto disco sia arrivato in redazione con ben quattro anni di ritardo ma non vedo il problema, lo vado a recensire nonostante sia un disco con già qualche anno alle spalle, pertanto mi scuserete, cari lettori, del lungo preambolo fatto prima di arrivare al disco vero e proprio, però penso fosse non solo doveroso data l’importanza della band, ma necessario in quanto ci troviamo dinnanzi ad un disco che, secondo le leggi del mercato discografico odierno, risulta essere già datato.Ora non si prendano queste mie parole, tipo datato, come una critica perché non lo è affatto e nonostante in questo Headbanging Forever si possono ritrovare grandi rimandi al glorioso passato del thrash metal, Tommy e soci, riescono a tenere i piedi e i riff ben saldi nel presente, infatti, paradossalmente, la cosa a risultare più datata è la voce di Tiziano Spigno: sicuramente in grado di calarsi molto bene nel contesto, anche accarezzando, per ciò che la sua impostazione gli consente, le parti più groove metal e piú moderne, ma che lascia comunque trasparire un’impostazione troppo classica e troppo legata alle metriche del bay area sound.

Con questo non sto affatto dicendo che la prestazione di Spigno sia da bocciare, anzi, il ragazzo canta e graffia alla grande e su certe partiture più tirate ed oscure non fa affatto rimpiangere Perotti, però dovrebbe cercare di uscire un po’ fuori dai canoni, perché c’è da dire che Tommy riesce ad offrire una prestazione eccelsa dietro la sei corde, snocciolando bordate thrash capaci di confluire nel modernismo e ritrovando in molti momenti, quella vena funk che sembrava essere scemata. In tutto questo è perfettamente sostenuto dalla debordante sezione ritmica in cui si fanno ammirare i pattern batteristici di Francesco La Rosa ben più noto come “FRULLO”, il quale non perde occasione per sorreggere il riffing sia con momenti in cui c’è da prestare e spingere, sia con momenti in cui si necessita di una trama batteristica più leggera, in grado di giocare sugli accenti e lavorare su arrangiamenti raffinati giocati sui piatti, ghost note, rullanti spostati e qualche tocco di tribalità.

Ho detto qualche riga sopra che Headbanging Forever è una dichiarazione di intenti già dal titolo e infatti dentro troverete brani che vi faranno smuovere la testa dalla prima all’ultima nota, grazie alle intuizioni spettacolari che il combo milanese è riuscito a mettere sul pentagramma: vi sembrerà di essere immersi in un riffing proveniente dai tempi d’oro del thrash metal lasciato innestare con la lezione impartita dai Machine Head, in cui la ruvidezza e la spigolosità del thrash d’annata, viene ad essere accarezzata dalla rotondità dei groove moderni, su cui si vanno a sovrapporre momenti di “brutal funk” capace di rendere il tutto non solo più dinamico ma molto più coeso e questo offre la possibilità di sviluppare, cosa che è stata fatta, delle coinvolgenti melodie, ora più sinistre ora più aperte ma sempre capaci di fornire un’ottima varietà in grado di rendere l’ascolto piacevole e interessante.

Credo sinceramente che questo sia il miglior disco partorito dagli Extrema da Better Mad Than Dead ed è un vero peccato che la seconda parte soffra un po’ della mancanza di freschezza e di quelle sferzate che vanno a comporre il primo blocco di brani: forse sarebbe stato più opportuno rivedere la tracklist, perché la seconda parte fa un po’ l’effetto “mattonata sulle gonadi” mentre la prima rende perfettamente giustizia al titolo dell’album: tuttavia il disco scorre che è un gran piacere, così come è un piacere notare come gli Extrema non si siano persi per strada e, nonostante tutte le vicissitudini, abbiano tenuto botta sotto l’ala protettrice del sempre ottimo Tommy Massara, capace di serrare le fila e andare avanti. Ovviamente non posso fare a meno di chiedermi come sarebbe stato questo disco se dietro al microfono ci fosse stato ancora GL, dotato di una vocalità e di una espressività radicalmente differenti rispetto al pur bravo Tiziano Spigno, il quale però, sempre secondo il parere di chi scrive, non riesce ad offrire quel mordente e quel guizzo di follia che sicuramente avrebbero reso le composizioni ancora più interessanti.

Prova ampiamente superata, quindi per il combo meneghino che spinge sull’acceleratore e da vita ad un disco impattante e carico di groove, consolidato da ottime linee melodiche le quali sanno donare il giusto appeal alle composizioni: unico vero peccato è la scelta del posizionamento dei brani in scaletta, penso seriamente che mischiandoli meglio ne sarebbe uscito fuori un album più equilibrato e non un disco in cui la prima pare è sugli scudi mentre la seconda tende un po’ ad arrancare, perché le idee ci sono e sono messe in campo anche molto bene, però i brani che compongono la seconda porzione di Headbanging, risultano un po’ troppo simili sia nelle strutture che nel riff-rama e se questo ad un primo ascolto può essere una cannonata, alla lunga tende un po’ a stancare e a fare in modo che il disco non venga goduto appieno.

Daniele “Darklordfilthy” Valeri 

 

Rockshots Records
www.extremateam.com

The Call
Borders Of Fire
For The Loved And The Lost
Heavens Blind
Pitch Black Eyes
Headbanging Forever
Believer
Invisible
Paralyzed
The Showdown

Tiziano “Titian” Spigno – vocals
Tommy Massara – guitars
Gabri Giovanna – bass guitar
Francesco “Frullo” Larosa – drums