Enio Nicolini and the otron

Hellish Mechanism

Una decina brani in cui manca la chitarra elettrica, quella di Enio Nicolini and the Otron è una formazione dove non viene contemplato tale strumento. Quattro elementi che con basso voce solista batteria e i synth compensano a questa mancanza con brani dai richiami progressivi ma non rifacenti a quanto proposto da gruppi come ad esempio Le Orme, come si potrebbe pensare leggendo la line up, perché la musica che propongono sebbene ci viene da pensare al prog in  quanto tale, in realtà non lo è almeno nella sua nota accezione.La band si dimostra valida, che ci dimostra con  Hellish Mechanism di saper suonare riuscendo nel tentativo messo in atto.

In tutto ciò la parte del leone la fa il titolare e bassista della band Enio Nicolini che ricopre con il suo basso la parte ritmica, ed è merito della produzione se il basso con la sua presenza non travolge il resto della band mantenendo il giusto equilibrio fra tutti gli strumenti a favore di una buona dinamica  del suono. Una parte preponderante viene occupata dai sintetizzatori che creano queste ambientazioni moderne sfruttando l’elettronica dei synth in grado di offrire sonorità ad hoc per i vari brani.

Il disco è un concept ambientato in uno scenario fatto di storie sci-fi distopiche, storie che ci raccontano la voglia di fuggire  dal sistema fatto di algoritmi di potere .IL disco in questione gode di una buona scrittura in fase compositiva ed il songwriting risulta scorrevole e di piacevole ascolto ,certo bisogna essere avvezzi ad  un certo tipo di ascolti prog e metal ma in fin dei conti trattasi di un buon lavoro onesto tanto che alla fine del disco si rimane piacevolmente soddisfatti.Ad un secondo ascolto effettuato con un tipo di casse diverse attive flat, la band sembra molto preparata e quanto realizzato in fase di registrazione  mi pare di poter  dire  che il risultato sia molto buono ed il great master Nicolini detta legge nella sua band,dando le predisposizioni necessarie .Possiamo dire che Hellish  sia un concept se vogliamo nella sua area specifica che sia un disco diverso  da tanti altri del suon genere, certo raccontare storie fantasy sta rischiosamente diventando un trend modaiolo, e per non cadere nel ridicolo  o nel già sentito bisogna cercare a tutti i costi di essere il più originali possibile missione ardua sicuramente ma non impossibile,

Come detto le ambientazioni sonore  create come intro dai sinth di Gianluca Arcuri ti danno un aiuto fondamentale  per entrare nella storia e strano a dirsi non si sente assolutamente la mancanza della chitarra elettrica come detto ad inizio recensione. Una nota la debbo fare al cantante Luciano Palermi il quale pur  non avendo un estensione  vocale enorme che gli permetta di arrivare agli acuti, avendo una tonalità medio bassa , ma l’impressione è che lui abbia le capacità di farlo qualora fosse richiesta, essendo Luciano  “assoggettato al volere del suo re come il resto della band”.Il suono della batteria a mio avviso non viene valorizzato a dovere risultando un pochino chiusa  ed avvolta su se stessa, non dando sufficiente dinamica ed anzi il suono del rullante alquanto fasatdioso e pedissequo, mi ha ricordato non poco il disco dei Metallica St Anger.

 In una scaletta efficace ad un certo punto  quasi  alla fine arriva la sorpresa che risiede nel brano “L’osservatorio” cantata in italiano e lo volete sapere? Per me è una canzone molto bella con una grande interpretazione  di Luciano Palermi, che mi muove una mozione interiore ma perchè non prendere in predicato di afre un disco cantato in italiano ? a mio avviso darebbe ancor più adito ad una la considerazione sia di pubblico che di critica , e la band si potrebbe collocare in una buona posizione dopo i grandi gruppi che in Italia e non solo  hanno fatto la storia del rock progressivoIn conclusione mi sembra di poter che abbiamo a che fare con una band molto valida ed interessante, che ha avuto il coraggio di uscire con un disco  del genere risultando fuori del tempo per mantenere un originalità verginale in un mondo che va verso un modernismo assoluto a discapito della musica spersonalizzando la proposta musicale dei vari gruppi tutti protesi ad una sorta di gara a chi è più intricato dando però dischi privi di anima non è così per Enio Nicolini e la sua band gli Outron avercele band cosi.

Stefano Bonelli

Celestial Armada
Hellish Mechanism
The Cogwheel
The Dream
The Prophecy
The Old Lady
Single Higher Thought
A Brand New World
L’ Osservatorio
Final Clash

Enio Nicolini – all bass
Luciano Palermi – vocals
Gianluca Arcuri – synthesizers
Damiano Paoloni – drums