Due Acustic

Stop

Per colpa o per merito della music force (questo è da vedere N.D.R.), mi imbatto in questi musicisti maturi che si propongono con il monicker “Due Acustic” sono attivi sin dal 2019 e propongono durante i loro set non solo brani di propria composizione ma anche cover .Una proposta varia ed intrigante la loro e posso anche dire certamente dopo aver ascoltato il disco valida.

I due artisti che provengono da parti diversi dello stivale, Monica già protagonista di alcune incisioni di alcuni singoli, piacentina residente ad Ascoli Piceno e Sandro abruzzese residente ad Acquasanta Terme, un bel di s’incontrano e decidono di unire i propri talenti per fare le cose che piacciano ad entrambi.

A settembre esce il loro debutto assoluto con il quale ripercorrono la storia musicale passando dal cantautorato italiano, internazionale e perfino per il blues ed il jazz.Il disco che si chiama “Stop”, è registrato e suonato davvero bene, talmente bene che sembra quasi che i due ti suonino in casa davanti a te mentre stai in poltrona bevendoti una birra fresca. Quello che colpisce di questo disco è sopratutto la produzione che coglie alla perfezione la freschezza degli arrangiamenti facendoci scorgere anche di un songwriting mai intricato il tutto a favore di una scorrevolezza che rende l’ascolto piacevole e divertente. “Stop” consta solamente di otto canzoni,ed ognuna di esse non è uguale all’altra ed è proprio questo il fattore positivo di tutta la faccenda, in questo modo il duo di musicisti ti propone la loro a 360 gradi senza mai farti annoiare.

Monica ha diverse sfaccettature nella sua voce ed il suo timbro pur non essendo cosi caldo ed avvolgente (mancandogli un pochino di vibrato) ma forse un pochino si  per via di alcune interpretazioni “HOT” come ad esempio “Donna allo Specchio”, oppure nell’opener canzone con la quale si avvicina  a Fiorella Mannoia solamente per un fatto timbrico.Altra influenza che ho potuto notare  in Monica  anche se solo velata , è quella di Alice che potete ascoltar in “Dimmi”I brani che mi piacciono di “Stop” sono “Honey” con il suo attacco cardiopalmatico e devastatamente funky che melo avvicina a Bruno Mars di “Uptown Funk” e bello anche il blues della già citata  title track con un bel assolo di hammond che durante l’ascolto non ho potuto fare ameno di allargare le labbra facendomi sorridere brano anche ironico.Ma tutto il disco è molto piacevole da ascoltare.Un cenno alla copertina mi pare d’obbligo il concept in pratica di racconta di qualcuno che in macchina nelle highway amerciane doeve sincontrano vari club di varia natura ad un certo punto gli para davanti lascritta STOP che ti “obbliga” a fermarti  per ascoltare un po di e bere  qualcosa per poi ripartire musica il tutto realizzato in stile fumettoso che mi ricorda vagamente quello “Alan Ford”per altro la grafica è stata realizzata dal figlio di Monica” Ker Art Core” .

Possiamo dire in chiusura di recensione che quello che abbiamo ascoltato ed alla fine un disco divertente e piacevole che contiene anche momenti seri ma non solo essendocene davvero per tutti i gusti io personalmente “avrei messo due uova”(CIT) ehm… no scusate avrei aggiunto un paio di canzoni in più perché non fai in tempo a finire il disco che ti viene voglia di rimetterlo daccapo ma come se fosse un opera incompiuta che non è ovvio la prossima magari facciamolo.

Stefano Bonelli 

Tu l’albero io il tuo fiore
Stop
Dimmi
Honey
Ninna nanna
Donna allo specchio
Ciao che fai
Lost

Morena Contini – voce solista
Sandro Di Nino – chitarrista