Display of decay

Vitriol

I Display of decay tornano a farsi sentire quest’anno con questo “Vitriol”,album di old school death metal ben strutturato,mixato e masterizzato da Christian Donaldson dei veterani Cryptopsy.

Con una formazione ridotta a 3 elementi(Sean Watson – voce e chitarra,Brandon Siefert al basso e Logan Wilson alla batteria) i D.O.D. sfornano la loro quarta fatica musicale(non considerando i 2 Ep del 2010 e del 2013) dopo 5 anni da quell’ottimo “Art in mutilation” del 2018 che mi piacque parecchio,più lineare e meno brutal del precedente,molto simile a cio’che uscì qualche anno fa sotto il nome dei Corpsegrider di papà George Fisher,per intenderci.Per qualcuno potrebbe risultare una regressione,ma in realtà si tratta della normale evoluzione musicale di concepire il death metal nel modo più naturale ed istintivo possibile,abbandonando quasi definitivamente i ritmi più sostenuti e mantenendo il trade mark chitarristico di Sean Watson ad un livello abbastanza alto,tanto da ricordare gli arrangiamenti al fulmicotone di John Gallagher(Non quel John Gallagher N.D.R.) dei Dying Fetus.

Un death metal incentrato su molti midtempos in cui l’ottimo sound di tutti e 3 gli strumenti risulta ben amalgamato e mixato a dovere,molto studiato attorno alle partiture di chitarra che risultano ricche di ritmiche ed assoli ,supportate da un gran lavoro di basso e di una batteria in cui l’uso dei tappeti di doppio pedale si sprecano;rispetto a “Art in mutilation” non c’è niente di sensazionale,ma devo dire che i nostri riescono nell’impresa pur considerando che qui sfuriate violente e velocità spinte ne sentirete ben poche,è sulla linearità che viene concentrata tutta l’energia di cui sono capaci e ve ne accorgerete subito ascoltando il pezzo di apertura “Malicious motorcide” e la più posata “The butcher”.

Su “Legion of doom“sono un pò combattuto:gran belle ritmiche con una alternanza di ritmi veramente d’effetto ed un riff nella parte centrale del pezzo che ha dei sentori di thrash metal con una melodia non proprio entusiamante che si ripete alla fine ,il tutto molto ancorato ad uno spirito old school che riesco comunque ad apprezzare.Proseguendo l’ascolto con “Familial feast” mi rendo conto che l’andatura resta più o meno con la quarta marcia e che qualche tempo a rullante rende la composizione abbastanza godibile,visto anche il lavoro di arrangiamento della linea di chitarra che spazia molto tra ritmiche pesanti e passaggi veloci sulle note più alte.”Hardbinger”,viene presentato come il cavallo di battaglia di questo disco,ed effettivamente è una bella mazzata che alterna un tempo a rullante caotico ad un midtempo con un doppio pedale che toglie il fiato,chitarristicamente abbastanza complesso,intenso ed efficace come una singola coltellata mortale.Il livello di andatura resta medio anche con “Hot lead vengeance”,in cui le belle ritmiche cadenzate sono valorizzate molto da un un riff thrash veramente bello,eccezion fatta per la parte finale del pezzo,spezzata da un riff di basso intorno al terzo minuto accompagnato da un audio di un fucile che viene caricato e con delle successive raffiche scaricate su una folla nel totale panico,il tutto convogliato su una parte musicale che è un vero caos, con un solo di basso che dà il cambio ad uno di chitarra per poi suonare su un blast finale come se fosse una “piccola colona sonora della fine”.

Slaughtercast” e il suo tappeto di doppio pedale quasi senza sosta non sposta di una virgola l’essenza di tutto quello che ho ascoltato fin’ora,un pezzo semplice in cui una serie di accordi creano una melodia colma di rassegnazione e che impera per quasi tutta la durata dei suoi 3 minuti e 54 secondi ed in cui anche qui il buon Sean ci delizia con un assolo degno di nota.La titletrack “Vitriol” è il capitolo finale di questa release,un pezzo piuttosto violento e forse il più dinamico e caotico di tutti,che chiude il cerchio di un lavoro non proprio scontato registrato alla grande e che secondo me merita.La mia sensazione personale è che questo disco rappresenta sicuramente una piccola riduzione di marcia della band(personalmente li preferivo come nel loro predecessore ma qui da noi si dice anche “ogni testa è tribunale”),che da molti punti di vista ci può stare,vista la qualità innegabile delle composizioni; diciamo che i Display of Decay hanno deciso di dare una svolta un pò diversa al loro modo di fare death metal,probabilmente anche riducendo quella dose di particolarità che li ha contraddistinti fino a qualche anno fa ,ma che comunque li colloca ad un livello importante tra i grandi del death metal.Bel disco,ascoltate e godetene tutti.

Giuseppe Musso

Malicious Motorcide
The Butcher
Legion of
Familial Feast
Harbinger
Hot Lead Vengeance
Slaughtercast
Vitriol

Sean Watson – guitar, vocals
Brandon Siefert – bass
Logan Wilson – drums