Desolation Angels

Burning Black

Il Regno Unito non è più la patria del metal da molti anni, la Scandinavia l’ha ormai sostituito diventando il vero centro culturale di maggior spessore per questa musica. Non è però del tutto in declino, senonchè però arrivano troppo spesso da lassù gruppi non all’altezza né del presente né del passato. E’ il caso dei Desolation Angels, che suonano N.W.O.B.H.M. in senso Saxoniano ma senza averne l’accento giusto. Diciamo che appaiono un po’ spenti e con una registrazione vintage che sarebbe stata considerata bassa tecnologia anche nei primi anni ottanta. Il disco esce anche in vinile con Underground Power Records, ma non so che valore possa avere questa strategia.Ritmo, riffing e linea vocale non sono male per la veloce ‘UNSEEN ENEMY’, lineare nella sua semplicità, ma diretta, così da poter entrare facilmente nell’ascoltatore e fare un buon effetto. Anche ‘HYDRA’ mette a segno un buon colpo con la sua avanzata cadenzata che prende subito, e qui l’ugola accende meglio che altrove la luce del cantato alzandosi con la tonalità, e la prima parte solista risulta abbastanza tagliente da rinforzare l’ascolto, così come la seconda e la terza parte permeano di rotondità melodica l’atmosfera, rendendola pregnante. Proficua anche la luminosa ‘WALKING ON WATER’, stile alla Ufo, che funziona senza problemi; forse il pezzo meglio concepito insieme alla cavalcante bonus-track ‘BEST SERVED HOT’ che corre estroversa e dinamica.

Si sente lo sforzo di alzare l’asticella dei contenuti musicali cercando arie più introspettive e meno semplicistiche, per esempio in ‘Mother Earth’ che è un buonissimo spunto ma sviluppato in maniera non efficace, dove la voce si fa un pò lagnosa facendo perdere feeling ad una song che altri avrebbero valorizzato meglio. Anche ‘She walks in Starlight’ vorrebbe farsi seriosa e intelligente ma non possiede tutta l’intensità necessaria.  Se poi si scrive in maniera scontatissima come succede per ‘Stay Your Ground’ allora si rischia di abbattere un disco che già fatica ad elevarsi.Il risultato portato a casa non è una insufficienza, così la minima bontà li salva. Nelle canzoni migliori il rifframa fila via bene, perché in fondo gli accordi usati sono intriganti, anche se in alcuni casi sono troppo morbidi, e andrebbero invece metallizzati ulteriormente. L’altra cosa che colpisce positivamente è la chitarra solista che gioca adeguatamente con le note, e anche coi suoni elaborati per crearli. Inoltre tale guitar non entra in gioco solo per gli assoli veri e propri ma anche con inserti interessanti che vanno ad ingrassare la trama sonora. Quello che abbassa notevolmente il grado qualitativo è la voce poco aggressiva, poco impostata, sia perché troppo diluita e poco tonica, sia per le linee vocali create, che sono quasi tutte scontate, e peggio ancora, deboli.

A ciò si aggiunge un drumming sempliciotto e brutto anche di suono, il quale spesso è davvero terribile. Non basta la bella chitarra ritmica per regalare un metallo scintillante, il songwriting qui è concepito per avere il cantato come essenza basilare, e quindi se il cantato è povero, tutto il castello crolla. La band nacque in piena NWOBHM (1981) ma non ebbe fortuna. Il primo full-lenght esce già a movimento inglese finito (1986). E con questo nuovo siamo solo a quattro, intervallando con demo ed ep che rendono spezzettata la loro carriera. Lo stile è debitore dei Saxon, ma con netta incapacità a raggiungere quel livello artistico. Probabilmente un produttore abile avrebbe resa la loro espressività maggiormente ficcante, perché alcune idee interessanti ci sono, ma non sono messe bene in risalto. Anche gli episodi migliori andrebbero riconfezionati e modificati.  Globalmente ci si può divertire, soprattutto dal vivo, ma gli anni non hanno migliorato la loro abilità compositiva, né li ha riempiti di nuova ispirazione.

Roberto Sky Latini

Living A Lie
Unseen Enemy
Hydra
Mother Earth
Walking On Water
Burning Black
Eyes Of The Assassin
Stand Your Ground
Best Served Hot
She Walks In Starlight

Paul Taylor – vocals
Richie Yeates – lead guitar
Keith Sharp – guitars
Clive Pearson – bass
Chris Takka – drums