Defying

Wadera

Non è più un mistero, la Polonia ormai si è piazzata sul podio del metal europeo, apprezzo la loro dedizione, capaci di unire le forze e imporsi al resto del mondo.

Basti pensare solamente a: Vader, Behemoth, Decapitated, Hate, Mgla, Sceptic, Batushka, la lista è molto più lunga, tante altre band si sono accodate. Ecco un altro esempio, i Defying, con il loro avantgarde-post metal, “Wadera” è il titolo del terzo e nuovo album. Il sound nonostante sia molto particolare e personale, richiama almeno in parte il paese di origine, specie nella produzione artistica. Parti ragionate, presagio che di lì a poco succederà qualcosa di terrificante, proprio così, l’apparente calma piatta è disturbata da raffiche di extreme metal.I Defying giocano a “invadere” altri generi, i nostri ragazzi si spostano repentinamente, e con naturalezza: black metal, post metal, sludge/stoner, doom, prog, questo è il loro modo di vivere la musica, prendere o lasciare.Non ci sono canzoni diverse tra loro, tutte ricche di una varietà di colori e suoni, c’è tanta omogeneità nella musica multiforme. Prendiamo il via con “Tempus Infaustum”, ululati lontani ci introducono nel mondo poco rassicurante dei Defying, momenti soffocanti si alternano a tempi grind, non c’è respiro, ottima prova quella di Piotr Stepinski dietro al microfono, nelle vesti di singer del demonio.

“…miast cichać szemrają…” è una sorta di intro, che di fatto precede i colori più scuri della malvagia “The Fugue”, forsennata, ossessiva. I riffs sono granitici, dai toni ingenti, l’immagine mi porta a pensare ad un grosso martello che devasta i muri di una città grigia. Poco fa ho parlato di prog, l’inizio di “Incomprehensibly Woken” ci dirotta nel genere, per poi lasciare spazio al post metal quello con cui li abbiamo conosciuti. Una cosa è certa, i Defying sono davvero interessanti, ottimi musicisti, capaci di mettere le proprie capacità al servizio della band.“The Acquaintance Shade”, anche questa volta ci troviamo di fronte a tante gradazioni, tuttavia la partenza del brano mi rimanda a un death metal ragionato e per un attimo la band mi risulta più comprensibile. La prova di Szymon Stadniczenko alla sei corde è davvero convincente, parti granitiche si ripercuotono con l’eleganza dei solos, mentre la sezione ritmica gestita da Paweł Siemaszko al basso e Tomasz Semeniuk alla batteria non resta certo indietro, anzi a metà brano c’è spazio per apprezzare un grande lavoro cadenzato e armonico.

The Lurking Spectres”, il viaggio continua, addentrati nelle sfumature più horror della band. Dopo la preoccupante soavità i Defying riprendono a farci male, con l’arrivo improvviso di “Cremaberis Igne AeternoI”, che suona maledettamente ninetiees. “Reluctant To The Grave” 1 minuto circa di intrecci strumentali che ci raccontano tutte le capacità balistiche del combo polish, a squarciare l’atmosfera ci pensa la voce di Piotr, grave, profonda, anche all’interno di questa bellissima canzone apprezziamo tutte le sfumature. “Misbegotten” ci siamo ormai abituati, i Defying ingannano l’ascoltatore con arpeggi dai toni caldi, ma subito dopo ci troviamo a nuotare nelle acque putride dell’inferno, qualcosa di: Opeth, Triptykon, Morgoth, tutto rivisitato in chiave contemporanea. La tribale “Quietus” chiude le ostilità, i Defying non mi hanno tradito, questo è il loro credo, perpetrato fino all’ultimo respiro, ci lasciamo come abbiamo iniziato; i lupi nomadi dell’est sono scomparsi nelle foreste, la loro sagoma nera si è persa, offuscata dalle nuvole sulla luna. E’ difficile restare indifferenti quando davanti a noi si pone un album quale “Wadera”, i Defying hanno fatto centro! Bravi ragazzi, avanti così…

In alto il nostro saluto!

Trevor

Tempus Infaustum
…miast cichać szemrają…
The Fugue
Incomprehensibly Woken
The Acquaintance Shade
The Lurking Spectres
Cremaberis Igne AeternoI
Reluctant To The Grave
Misbegotten
Quietus

Piotr Stępiński – guitar vocals
Szymon Stadniczenko – guitar clean vocals
Paweł Siemaszko – bass vocals
Tomasz Semeniuk – drums and programming