Cyhra

The Vertigo Trigger

Terzo album per questo combo svedese che con i primi due vagiti si rifaceva al pop-metal di certe situazioni scontate, simili a certe band melodiche che seguono la scia dell’orecchiabilità leggerina.

Qui la forza commerciale è rimasta, ma in realtà si cambiano del tutto le note in tavola. E’ un disco particolare dal punto di vista concettuale, anche se utilizza forme già ben codificate nel panorama musicale, ma il fatto è che si tratta di un panorama solo a metà rock-metal, perché invece la stranezza è avervi infilato qualcosa che col rock c’entra ben poco. Accenni limitati d’elettronica, ritmiche modernamente distorte, assoli elettrici e momenti di energia potente sono dentro il senso rock; il cantato invece, nella maggior parte della sua tipologia, rasenta il pop moderno, lontanissimo dal rock. E’ una maniera diversa da come faceva il pop-metal, l’hair metal o l’AoR, e si viene invece a scegliere il modo contemporaneo che sembra sempre sdolcinato e fastidioso. Eppure fastidioso non lo è, perché questa band è stata in grado di gestirla stranamente bene. L’ascolto può scivolare molto gradevole anche per chi non amasse particolarmente il genere, ma non abbia al tempo stesso preconcetti.

Chiaramente uno degli episodi migliori è ‘READY TO RUMBLE’ che apre l’album con una bellissima verve fresca e ruscellante, dentro un ritmo frizzante ed una corposa densità sonora, presentando anche un gustoso assolo di chitarra saettante. L’altro ottimo afflato ficcante è ‘IF I’ che evita in questo caso la modalità del cantato che caratterizza l’album, stavolta usando appunto lo stile antico dell’AoR. Anche ‘FEAR OF MISSING OUT’ è tra i momenti migliori perché appunto  prende le distanze dal resto dell’album utilizzando anch’essa partiture vocali più rock, per quanto morbido. La voce è sicuramente in grado di virtualizzarsi, e lo testimonia la soffice ‘The Voice You need to hear’, con le sue modulazioni eleganti e sentite, usando anche falsetti tenuti con abile tecnica. Sembra un metal-rock fatto apposta per i nuovi giovani adolescenti, con un accostamento improbabile per i “veri” metallari. Quando questa fetta stilistica non esagera il pezzo funziona senza difetti, quando invece esagera allora davvero il brano realizzato diventa tra i peggiori, basta ascoltare ‘Live a little’; per comprendere tale considerazione.

Questa ibridazione che parrebbe forzata, nei Cyhra dà la sensazione invece di essere naturale. L’approccio è lo stesso di quello costruito dagli italici Maneskin sebbene in un campo estetico un po’ diverso. Ma come i Maneskin varie volte si perde la tradizione rock per sottolineare il pop attuale. In realtà i Cyhra finiscono per essere meno originali dei Maneskin, però l’uso della doppia facciata sonora, rock e pop, li rende simili nelle intenzioni. E’ appunto il cantato la vera dissonanza rispetto alla struttura strumentale a volte anche piuttosto dura, se non avviene in tutta la linea melodica, avviene in parte delle strofe o solo nella sezione del ritornello. Mentre i Maneskin inseriscono veri e propri passaggi hip hop, i Cyhra non lo fanno, ma dell’Hip-Hop immettono i ritornelli melodici che varie volte in quel genere diventano un orecchiabile non parlato, ma appunto cantato, un cantato che altre volte appare invece quasi neomelodico napoletano all’americana. Potremmo chiamarlo genere Nu Metal, ma non è esattamente la stessa cosa. Ad ogni modo abbiamo un buon disco, che celebra un senso di ariosità e apertura gioiosa; i momenti più adombrati non sono mai veramente scuri. Certi ottimi riff vengono diluiti poi in passaggi che si legano alla melodia meno tesa. Non è un disco per rockettari, ma per i fruitori contemporanei che ascoltano il rock senza percepire né vivere lo spirito rock del passato, gente che ascolta il rock senza anelare alla cultura rock. E’ la cultura giovanile di oggi, che nei Maneskin e nei Cyhra può trovare la propria essenza rappresentativa.

Roberto Sky Latini

Ready to Rumble
Let’s have my Story told
Live a little
1.000.000 Fahrenheit
Buried alive
The Voice you need to hear
Life is a Hurricane
If I
Fear of missing Out
Ashlight
Too old to for fairy Tales

Jake E – vocals / keyboards / lyrics
Marcus Sunesson – guitar
Euge Valovirta – guitar / bass
Jesper Strombland
Alex landenburg – drums