Crying Steel
Report a cura di Stefano Bonellii
08/10/ 2022 Let It Beer
Serata da incorniciare ieri al let it beer che ci ha offerto un bill di tutto rispetto l’occasione ci è data dal quarantennale di una band che ha fatto la storia dell’hevymetal in Italia i Crying Steel che sono stati accompagnati da ottime band in supporto al loro tour .
POEMISIA
Per quanto riguarda la serata le band di supporto hanno svolto degnamente il loro compito, due band che si sono alternate in questa serata che si sarebbe rivelata di grande livello artistico. La prima da Napoli i Poemisia che con il loro gothic sinfonico ci hanno portato nel loro mondo oscuro ed inquietante, la cantante d’ispirazione classicamente lirica Tina Gagliotta “lei è una soprano” ha retto un palco con una performance di tutto rispetto; di grande effetto l’entrata vestita con un abito da sposa dismesso adatto all’uopo ci ha fatto immergere in un mondo oniricamente oscuro tanto per fare un paragone, direi che i Poemisia erano una sorta di Alice Cooper in femminile. Poi il palco era adornato di lapidi croci e bambole abbastanza inquietanti, le luci poche ma efficaci hanno svolto un ruolo fondamentale.
Tina Gagliotta e la sua band questa sera aveva una formazione purtroppo rimaneggiata essendo stata aiutata da musicisti di grande livello come Alessandro De Fusco alla chitarra e niente meno che David Folchitto ( la solita macchina da guerra) alla batteria hanno contribuito al pieno successo dello show.
Durante lo show la cantante si aggirava tra i tavoli inquietando gli astanti, ma soprattutto ad un tavolo vicino a me lo aveva “preso di mira” i tre clienti ai quali prima ha appoggiato la croce e poi le candele sul tavolo. Per l’ultima canzone The Dance of spirit Tina ha coinvolto un povero malcapitato per una sorta di danza macabra, che ha portato dentro il cerchio posto di fronte al palco, e con lui si esibita in una danza evocatrice ricoprendo la sua testa di un velo viola per un improbabile matrimonio molto di grande effetto scenico. Las croce usata da Tina per altro inevitabilmente mi ha ricordato quella di King Diamond anche se quest’ultimo si dice si narra che usi due ossa umane per legarci il microfono . Comunque, l’uso dei vari accessori scenici da parte di Tina ha reso suggestivo il Loro show.
Poemisia track list
Anemone
Amnesia
Soleste De Bardi
Totenzontag
La danza degli spiriti
Poemisia lineup:
Tina Gagliotta – soprano
Marco Monaco – chitarra ( ieri sostituito da Alessandro De Fusco)
Cristina Valeria Bombino – basso
David Folchitto – batteria
BERIEDIR
La seconda band i Beriedir da Bergamo salgono sul palco, loro fanno una sorta di prog metal misto a power per una combinazione di sicuro effetto lo dimostra il fatto che il loro show ha permesso alla serata di proseguire sempre con una tensione ed un dinamismo che ha permesso a loro di non cadere mai di tono anzi, l’incipit vincente è proprio il loro essere diversi dalla che li ha preceduti ed hanno dato alla serata una ventata di freschezza forti anche della loro gioventù. Con loro abbiamo assistito ad un altro ottimo show sebbene sia stato “funestato” da un piccolo incidente, perché in fatti al chitarrista Francesco Ideo si sono non solo le corde ma anche il ponte che lo ha costretto ad interrompere l’esibizione . Debbo dire che l’estrema collaborazione che cera tra le band (è arrivata un’altra chitarra in aiuto), ha permesso allo sfortunato Francesco di continuare lo show non senza difficoltà dovuta alla diversa accordatura della chitarra prestata cosa più che normale.
Tuttavia, la band ha dimostrato di sapere tenere botta con una grande maestri e tra l’altro tra il dramma del cambio corde ed i pezzi da suonare, Stefano. Il cantante si è inventato un assolo di chitarra facendolo con la bocca per il divertimento generale della sala. A parte ciò Stefano è un bravissimo cantante in possesso di una notevole estensione vocale sciorinata durante tutto lo show.
Arriva il momento di presentare una canzone che parte del padre putativo della lingua italiana Dante Alighieri che Stefano presenta goliardicamente come il nasone, io però siccome a Roma abbiamo il nostro nasone cosa che ho spiegato al cantante dopo il concerto son ole nostre mitiche fontanelle , avendo chiesto delucidazione a riguardo mi è stato confermato che per nasone si intendeva priori Dante Alighieri del quale la band ha ripreso il terzo canto della Divina Commedia. Ottima prova la loro.
BERIEDIR TRACKLIST:
At Candle Light
Departure Song
Third Chant
Stormbound
The Dove and the Serpent
Rain
BERIEDIR LINE UP:
Stefano Nüsperli – voce e tastiere
Simone Bacchi Mottin – chitarra ritmica e seconde voci
Francesco Ideo – chitarra solista
Daniele Cantaboni – basso
Ciro Salvi – batteria
CRYING STEEL
Rapido cambio di palco ed arrivano i tanto attesi protagonisti della serata ovvero i Crying Steel band storica che non bisogno di tante presentazioni l’occasione di questa serata ci viene data dal loro tour del quarantennale, tour in pieno svolgimento. I Crying Steel in quarant’anni di storia hanno percorso in lungo e largo il nostro amato Stivale tenendo a testa alta il vessillo italico del metal nostrano. La storia della band bolognese inizia allorché viene pubblicata incentivata dal mitico poeta dell’heavy metal Beppe Riva e da Rockerilla una compilation dal grande valore intrinseco e soprattutto artistico parliamo di Hm Eruption che è stato il primo vagito assoluto del nostro heavy metal tra l’altro “hm eruption” non è da confondere con l’altra compilation prodotta da Al Festa che si chiamava Metal Attack vero e proprio calderone di band seminali come Vanexa ElktraDrive etcetc.
Il grande problema di HM Eruption era il fatto che le band avevano a disposizione dei demo che è poi sono finiti nel disco cosi com’era deficitando la riuscita di un disco che mostrò purtroppo tutti limiti del caso e dell’epoca, ma che malgrado ciò è riuscito a diventare iconico. Comunque ritornando al concerto dei Crying Steel , abbiamo vissuto una serata memorabile dove la band ha ripercorso la sua storia in concerto di circa un paio d’ore tiratissimo e divertente. La band ha coinvolto il pubblico che già era ai suoi piedi dal primo pezzo, malgrado non ci fosse una grande presenza la bravura del quintetto ha fatto sì che ci si divertisse tanto ma davvero tanto . Sono stati sciorinati grandi pezzi storici della band non solo, hanno pensato bene di regalarci una chicca un nuovo brano di zecca che farà parte del nuovissimo disco in lavorazione che dovrebbe vedere la luce verso gennaio Febbraio del prossimo anno. La novità di stasera è il cambio del cantante originale Mirko Bacchilega che è stato sostituito a quanto pare all’ultimo momento, da Alessandro Rubino che ha svolto un compito ingrato ma si è preso la responsabilità del ruolo svolgendo l’ardua prova in modo egregio intrattenendo a dovere il pubblico mostrandosi un grande professionista con una gran bella voce potente e cristallina. N.D.R. ogni tanto ovviamente per scherzare il chitarrista Paolo Nocchi (davvero bravo) appogiava i suo lunghi capelli sulla pelata di Francesco per l’ilarità generale tipo parrucca per intenderci chi ha detto Richard Benson?
Uno dei momenti toccanti del concerto è stato quando Rubino ha ricordato Tony Mills dei mitici TNT e SHY che ha cantato l’intero “Stay Steel” mentre “Heavens on rocks” è dedicata Steve Lee dei Gotthard anch’egli recentemente scomparso. Un concerto pieno d’energia con canzoni antiche che non sembravano che fossero pezzi degli anni ottanta. Verso la fine del concerto durante “Running like a wolf” il chitarrista con mia grande sorpresa, scende dal palco e va in mezzo al pubblico per un grande coinvolgimento, e conseguente divertimento suo e del pubblico poi prima di Thundergods durante la presentazione della band il batterista Luca Ferri che a me ha ricordato tantissimo Lee kerslake come stile semplice quadrato ed efficace si mette in piedi sullo sgabello per guardare tutti dall’alto in basso facendo divertire tutti. E parte questa mazzata finale che è Thundergods con riff ottantiani a ricordarci che quegli non sono mai passati e che sono dentro di noi, un degno finale di una serata memorabile.
debbo ringraziare ovviamente Andrea Lanzillo (il quale non so se consapevolmente è riuscito a riunire l’intero stivale con tre band una proveniente dal sud un’altra dal centro Italia e l’altra dal nord, manco fosse stato Garibaldi), per la sua professionalità e gentilezza e tutto lo staff del Let it beer come si dice in questi casi “you rock and we Rock” alla prossima .
CRYING STEEL TRACK LIST:
Hammerfall
Crank it up
Defender
Shutdown
The killer inside
raptor
Hell is not a bad place
Born in the fire
Rockin train
Heavens on rock
Running like a wolf
Thundergods
CRYING STEEL LINE UP:
Alessandro Rubino – voce
Franco Nipoti – chitarra
Paolo Nocchi – chitarra
Marco Zirondelli – Basso
Luca “kerslake” Ferri – batteria