Bloody Falls

Amartia

Curiosi questi Bloody Falls,attivi dal 2017 e con all’attivo 2 albums (“Thanatos” del 2018 e “Burn the witch” del 2021),un Ep del 2023 “Dying is easy”,ed una miriade di singoli sparsi tra il 2021 e il 2024 a testimoniare l’attività della band.Finlandesi,e qui scatta la curiosità

,si,perchè il genere suonato dai B.F. non ha niente a che vedere nè col death metal e tanto meno che col black metal,quindi state bene a leggere ciò che sto per scrivervi: il coraggio e la determinazione ha spinto questi ragazzi a tirar su una band di musica moderna,sembra di ascoltare i Devil Driver più oscuri e a tratti ricordano anche gli Arch Enemy più recenti,preparata sia tecnicamente che dal punto di vista compositivo,e con un sound che secondo me è pure superiore a quello dei D.D. .I B.F. sono sempre stati una band capace ed incisiva e la sua evoluzione ha un non so che di singolare e dai risultati positivi,considerate che fino a “Burn the witch” mentenevano una linea musicale molto riconducibile agli Amon Amarth e suonando anche molto bene ma che non mi trasmise chissà quale interesse,quando nel 2023 con l’uscita di “Dying is easy“,cambiarono un pò le cose…..ecco,”Amartia” è la release del consolidamento,qui esce fuori completamente il carattere e la nuova linfa vitale di questa band,con un gusto per le melodie rinnovato e particolare.

Iniziando l’ascolto,vi accorgerete subito della similitudine coi D.D.,e direi che si parte alla grande con “Sorrow is my name”,con questo gran bel riffone iniziale che caratterizza l’intero pezzo,mid tempo da scapocciamento obbligatorio,fatto bene e cantato meglio.”I will be your end” è già più veloce e un pò più scontato nella sua struttura,ma comunque con una efficacia tutta sua,qui l’anima dei D.D. si fa sentire un pò di più,ma non mi lascio influenzare e proseguo l’ascolto fiducioso e divertito fino ad arrivare a “The way of sin“,anche questo piuttosto coerente con la linea musicale fin qui tracciata e con una particolare ritmica principale che quasi ricorda lontanamente “Bleed” dei Meshuggah,abbastanza statico con una struttura semplice e godibile.

Man undying” è un buon pezzo in cui una melodia principale intonata da un ottimo cantato di Antero Hakala si sviluppa musicalmente lungo tutto la composizione,non troppo spinta in realtà,ma sapientemente orchestrata da un lavoro di chitarre importante,qui l’influenza degli Arch Enemy si fa sentire piacevolmente.L’arpeggio iniziale di “Evil incarnate” sembra uscito direttamente da “Symbolic” dei luminari Death,ma attenzione,parliamo comunque di una traccia in cui la nuova personalità della band prende le redini della situazione,imponendosi con un pezzo,si,lento e un pò privo della dinamicità che ci si aspetterebbe dopo 20 minuti di ascolto,ma che rende merito alle capacità compositive di questi ragazzi,epico,coinvolgente e con un gran bell’assolo finale che dona una certa freschezza al tutto.

I sentori di un certo black metal caratterizzano l’apertura di “Curse of the mark”,forse il più variegato della release,in cui un paio di accelerazioni spiazzanti e le voci pulite che cantano il titolo del pezzo,fanno la loro parte caratterizzando non poco la nuova veste della band.Con “I didn’t meet my death” torna alla luce il metallone dei D.D. e degli A.E.,i mid tempos sono qui riproposti ed il pezzo non prende mai il decollo che molti si aspetteranno,ma il buon intreccio delle chitarre crea una enfasi di un certo tipo,attenuando concretamente i sentori di noia e ripetitività che alcuni di voi potrebbero avvertire,non male.”I met my death” chiude l’album molto bene,uno dei pezzi migliori di tutta la release;l’utilizzo di una melodia epica suonata dai violoncelli è la chiave della sua riuscita,una composizione quasi epic metal se non fosse per una accelerazione repentina intorno al quarto minuto che trasforma il tutto in una breve parte black metal in cui il lavoro delle chitarre ribadisce la linea melodica impostata fin dall’inizio.La produzione è molto molto buona e compessivamente questo “Amartia” risulta un buon disco,testimone di una band che ha avuto il coraggio di affrontare un cambiamento stilistico che onestamente mi ha sorpreso.

Devo riconoscere che le basi di un buona continuazione di carriera di questi Bloody Falls ci sono tutte e sono sicuro che il talento di questi ragazzi ci darà delle soddisfazioni.Complimenti!

Giuseppe Musso

Art Gates Records
www.facebook.com/BloodyFalls

Sorrow is my name
I will be your end
The way of sin
Man undying
Evil incarnate
Curse of the mark
I didn’t meet my death
Im met my death

Antero Hakala – vocals
Stavros Mathios – guitar
Marko Mäkinen – guitar
Mika Lethinen – bass
Rami Vartiainen – drums