Baron
Beneath the blazing abyss
Dalla Finlandia ed esattamente da Helsinki i Baron varcano la fatidica soglia di casa e si incamminano sulla strada del panorama death metal con questo primo lavoro ufficiale “Beneath the blazing abyss“.
Nati 8 o 9 anni fa,pubblicano due Ep nel 2016 e nel 2018,un singolo nel 2019 ed una demo nel 2021 chiamata “Hellspawn“,per poi arrivare ai giorni nostri con questo debutto discografico in cui suonano una sorta di death/doom terremotante,intenso ed originale.Il sound potente saturo e che strizza l’occhio ad un non so che di svedese,caratterizza lo spirito e l’attitudine di questi ragazzi,dediti ad un genere che ho avuto modo di ascoltare in passato solo grazie ad Asphyx,Hooded menace,Evoken e Funeral.In questa release il death metal con le sue classiche tirate di “tupatupa” e le parti più lente e gigantesche del doom si fondono creando un inferno sonoro e musicale di grande spessore,arricchite di tanto in tanto di alcune parti in cui le fredde melodie classiche di quei paesi colorano questa proposta discografica di un dorato intenso ed accecante.Non ho avuto la possibilità di recuperare qualcosa di già pubblicato dalla band,quindi mi affido alle mie prime sensazioni per descrivervi un pò questo lavoro,e parto subito col dirvi che per essere una prima release,questi 7 pezzi partoriti dalla band sono una valida base di partenza,sia dal punto di vista sonoro che della qualità delle composizioni.
Dimenticate blast beats ripetuti a bestia e partiture di chitarre al fulmicotone,perchè stiamo a parlare di un carro armato da una tonnellata dall’incedere relativamente lento ed inarrestabile,qui ritmiche midtempos e riffoni old school pesantissimi sono il “must” dei Baron,anche se certi tempi a rullante e alcuni tupatupa di una certa velocità sono comunque presenti qua e là a sferzare un attimo l’aria irrespirabile creata dalla band che difficilmente o quasi mai si lascia andare in banalità.Il debutto dei Baron parte con “Primordial possession“,gran bel biglietto da visita dove subito un midtempo ed un riffone soffocante seguiti da un tempo a rullante veloce e martellante coinvolgono chi ascolta in una bolgia death old school,e poi eccoli qua,cadere rovinosamente al secondo minuto in un tempo slow spaccaossa in cui il cantato di Tommi Astala primeggia con fierezza sia nelle parti più veloci come in questa più rallentata.
I ritmi controllati e le atmosfere caotiche tornano caparbie anche in “Infernal atonement“,pezzo da scapocciamento,pesante e che al minuto 3:10 si lascia andare in una breve accelerata letale che dona la giusta varietà a 5 minuti e mezzo di pezzo che viaggia senza sosta.Un finale soporifero apre le porte all’inferno doom di “At the dawn of damnation”,una composizione di poco più di 9 minuti che saltella sapientemente tra tempi super lenti a tirate letali creando un vortice di morte e distruzione in cui le chitarre disturbanti lasciano sbigottiti grazie anche alle melodie annichilenti che arricchiscono il pezzo,una vera colonna sonora battagliera e di grande carico emozionale,bello bello bello.
“Incenerated evil” parte invece sparatissima e,con una evoluzione tutta sua,mi travolge in un continuo cambio di velocità senza mai allontanarsi dalla matrice death metal che è sempre e comunque la solida base delle composizioni di tutto l’album.Arrivato fin qui non posso che notare con piacere che innazitutto i suoni della batteria sono semplicemente fantastici,naturali e mixati in modo eccellente e che la versatilità canora di Astala è la ciliegina sulla torta della release,per non parlare della maturità artistica di tutta la band che sembra già consolidata e coerente,arrivate ad ascoltare la bellisima “Bound to the funeral pyres“,secondo me è il pezzo più rappresentativo di questo “Beneath the blazing abyss” ed è sicuramente la dimostrazione del fatto che in quanto a capacità compositive,il livello è veramente alto;un connubio di melodie epiche vi accompagna lentamente nella discesa negli inferi per poi esplodere in tutta la sua furia in una parte molto veloce con tanto di assolo alla Trey Azaghtoth che lascia esterefatti,per poi tornare nel baratro iniziale nel modo che più semplice ed efficace non si può,un capolavoro.Il death metal svedese di “Hand of sin” è il “Mjollnir” dell’album,subito veloce e diretto e,come da manuale, con una gran bella melodia di base ed un finale in mid tempo da scapocciamento totale,nonchè l’ultimo pezzo dell’album prima dell’outro “…Swallowed by fires beneath” che è praticamente una traccia audio da spavento,una piccola colonna sonora di chiusura di un disco veramente pesante,fatto molto bene e che fa letteralmente saltare dalla sedia.
Ottimo lavoro questo dei Baron,consigliatissimo!!!!
Giuseppe Musso