Arise

Eón

La band di Alicante Arise presenta quest’anno il suo nuovo album. Si intitola “Eón” ed è il loro album più potente fino ad oggi, nonché un riflesso di ciò che la band significa oggi. È caratterizzato da un suono più organico e forte, che combina elementi di Djent o Metalcore, includendo anche la voce melodica e versatile di Estefanía Aledo. L’album sarà pubblicato il 22 aprile da Thornado Music.

La forza e l’intensità che l’album sprigiona si possono apprezzare già nella prima canzone, Nébula, che mostra abbastanza bene tutti gli elementi sonori che la band ha acquisito in questo album: dalle influenze più estreme in alcune parti, all’interessante gioco di voci con cui la vocalist ci delizia, passando da toni più strazianti ad altri molto melodici, che contrastano con il potenziale degli strumenti. È un ottimo modo di aprire. Segue Deja Vú, dove la combattività inizia a salire a macchia d’olio, grazie anche a uno strumentale che è feroce e pieno di vigore in parti uguali. Dal mio punto di vista, lo considero uno dei brani migliori di questo nuovo album, in quanto continua a definire completamente la band e a posizionare l’album al vertice. In Universos Paralelos, troviamo un’introduzione calma, che ci conduce a un suono che esplode con verve e grinta in ogni sua nota.

In questo pezzo, tutto il protagonismo ricade sugli archi, eseguiti da Rafa Esplugues, Albert Agulles e Alex López; mentre Estefanía Aledo inizia a raggiungere toni più alti all’interno di un ritornello molto energico. Crono è stato uno dei brani che hanno anticipato il full-length. In esso si crea un contrasto crescente in termini di cambiamenti nei ritmi, che lo rendono più “brusco”, fornendo così un forte e allo stesso tempo audace dinamismo a questo nuovo lavoro. È un vero spasso dall’inizio alla fine; e un altro dei miei brani preferiti per l’imponenza con cui possiamo apprezzare la band in ogni momento.

Si prosegue con Ningún Lugar, dove la band di Alicante decide di fare maggior uso di parti melodiche, che finiscono poi per fondersi con altre dal carattere più frenetico e selvaggio. Questo è dovuto alle influenze Metalcore o Djent che hanno deciso di inserire nel loro sound e, ovviamente, gli conferisce un’incisività di grande successo. D’altra parte, in Hydra, mettono tutta la carne sulla griglia fin dal primo momento.

Questo pezzo gronda adrenalina in ogni sua nota, essendo forse uno dei più duri dell’album. Un grande successo, che mantiene sia la forza che abbiamo apprezzato fin dall’inizio, sia l’essenza della band nel suo massimo splendore e che continuano a mantenere in Obsolescencia, dove Estefanía tira fuori la frontwoman che è in lei, guidando l’intero gruppo con una potenza incredibile. L’ottava canzone è occupata da Campos De Inocencia, dove, ancora una volta, ascolteremo un inizio calmo che irrompe in una sonorità in cui la potenza e il vigore continuano a salire, grazie a uno strumentale ben unificato che non esita a tirare fuori tutta l’artiglieria pesante, dando vita a un’intensità deliziosa, soprattutto da parte della batteria nelle mani di Carlos Guardado, che contrasta con i toni melodici che E. Aledo apporta a questo brano.

Concludiamo con Sangre En La Ciudad, che lascia un buon sapore in bocca per aver creato una chiusura rotonda in cui tutta la personalità della band di Alicante è ancora “palpabile” in ognuna delle note di questa canzone. Tutti gli elementi sonori che gli Arise ci hanno fatto apprezzare nel corso dell’album continuano a funzionare molto bene fino alla fine.

Indubbiamente, questo è il miglior lavoro della loro carriera, in quanto ascoltiamo gli Arise con un’essenza sempre più solida, che permette loro di continuare a costruire un percorso e un suono più coerente e di successo. Naturalmente, “Eón” è un album che consiglio dall’inizio alla fine.

Stefano Bonelli

Nebula
Deja Vú
Universos Paralelos
Crono
Ningún Lugar
Hydra
Obsolescencia
Campos de inocencia
Sangre en la ciudad

Estefanía Aledo – vocals
Rafa Esplugues -guitar
Albert Agulles – guitar
Alex López – bass
Carlos “Charlee” Guardado – drums