Aeternus

Prophet Ruthlessness

Questa è una recensione di disco ucraino. Non è stato scritto durante la guerra ma è uscito comunque a marzo 2022, appunto mentre la guerra infiamma la nazione di provenienza di tale band. Musica estrema black/death con un growl secco e deciso.

Si tratta di un esordio ritardato, nel senso che l’album era stato pubblicato già dieci anni fa ma in forma indipendente in maniera meno qualitativa dal punto di vista tecnico e male distribuita, oltre al fatto che oggi è stato modificato il cantato, traducendolo in lingua inglese.

Il pezzo ‘PATH’ è scuro ma il suo ritmo è accattivante. Lo stesso avviene per la title track ‘RUTHLESSNESS’ che però è valorizzata meglio grazie ad un growling/screaming maggiormente variabile. ‘IVY WRAPPED DREAMS’ scorre con un doom circolare che potrebbe essere considerato stoner se sopra vi fosse un cantato ieratico americaneggiante, invece il cantato graffiante lo riconduce al Black greve. Attacco oscuro è quello della combattiva ‘OUR BLOOD AND AIR’ che con il rifframa epico crea un tessuto compatto e vorticoso, senza mancare di inserire variazioni e passaggi che lo rendono più sfaccettato. Un altro bell’episodio è ‘SPORT ANTHEM’, il quale è differente dal resto del disco, usa una ritmica più baldanzosa e scattante, in più il growl si fa asfissiante, più pressante e cavernoso, senza però cambiare l’atteggiamento saltellante del drumming e del rifframa. La vocalità usa solitamente due toni che non diventano mai puro screaming, ma in due brani ci sono aggiunte diverse. In ‘Unwanted Presence’ si utilizza il pig-squealing insieme al growling, anche se leggero, che lo arricchisce sebbene risulti un brano minore. In ‘Spiritually Dead’ invece si usa l’ugola pulita, e funziona in senso più punk, non molto urlato ma con una espressività irrispettosa.

La caratteristica migliore dell’album è la riffica ben intellegibile che non opera verso un muro compatto, ma più su una dinamica di incastro degli accordi sostenuta da una batteria che non usa blasting eppure non affievolisce la cattiveria del sound. Ci sono diversi momenti doom che però non sono mai troppo statici. Non è musica estremissima, però è indiscutibile la presenza della Fiamma Nera, nuda e cruda. Siamo di fronte a qualcosa di ben congegnato pur con alcune visioni standard. Ci sono ottimi spunti, non tutti sviluppati al massimo delle loro potenzialità, ma i brani migliori sanno acquisire portanza fascinosa. In linea con il genere suonato, con le liriche vengono esplicitate la tradizione nazionale, il pathos pagano e la dignità di un popolo. Tale cosa diventa fortemente attuale in un momento di crisi internazionale come quello che stiamo vivendo nel mondo, con il cuore d’Europa trafitto all’interno di una specifica entità nazionale. Non è però un lavoro che parla della guerra attuale, come neanche quella del 2014, visto che l’album uscì nel 2012. Però ha parole forti sulla propria identità culturale. La musica è adatta a descrivere anche le follie sanguinarie del conflitto in corso perché il senso di estremo è assolutamente evidente. Il genere è suonato con cognizione di causa.

Roberto Sky Latini

 

Intro
Path
Ruthlessness
Millions of nameless Graves
Dried Roots
Ivy wrapped Dreams
Our Blood and Air
Unwanted Presence
Spiritually Dead
Outro
Sport Anthem

Predictors – vocals
Oberon – guitar
Dessident – drums