Voivod

Synchro Anarchy

Il ciclo dei canadesi Voivod non è finito, tornano nel 2022 con un quindicesimo album stupendo, di molto migliore del precedente ‘The Wake’ di quattro anni fa che nelle sue divagazioni, a volte fini a se stesse, perdeva un po’ di forza.

Qui la concezione è molto progressive, ma rimangono anche tracce di thrash sebbene non sempre in primo piano. Un insieme di input che non sono mai adagiati su qualcosa di staticamente rassicurante, poliedricità e sfumature che si materializzano fuori da una logica semplificativa. Pur non essendo difficili da fruire, i loro ambiti costruttivi non si offrono in maniera lineare e prevedibile. Prodotto finemente concepito e attentamente realizzato.

La title-track, uno degli episodi maggiormente significativi, ‘SYNCHRO ANARCHY’, che sembra iniziare in maniera Ska, è invece una atmosferica evoluzione introspettiva/descrittiva in cui la ritmica accentata si contrappone ad un cantato più allungato e sinuoso, con alta percentuale di orecchiabilità, ma anche pregno di spirito avanguardistico. ‘PLANET EATERS’ ha una linea melodica descrittiva dall’ampia prospettiva che gioca sia sulle morbidezze che sulle invocazioni rauche che al centro del pezzo diventano anche scure; poi col suo assolo melodico dentro un contenitore iperattivo, spiazza, e rende il tutto ancora più valido. L’iniziale sofficità di ‘MIND CLOCK’ viaggia in maniera ipnotica e rarefatta, ma il riff che indurisce il passo è il preambolo ad un incedere teatrale che rende la traccia quasi epica, e contiene anche un veloce rigurgito di insofferenza. Ma i cambi di prospettiva che mutano all’interno delle singole tracce, possono venire fuori anche grazie ad una intera canzone che si contrappone alla stilistica generale del disco, e così abbiamo una ‘SLEEVES OFF’ punkeggiante e divertente che esce fuori dal contesto di questo lavoro con abile bravura, sorprendendo positivamente. La leggerezza di ‘THE WOLRD TODAY’ non è certo un brano pop, però vive di una ariosità lontana dal thrash, ed è anch’esso un momento che si separa, qui parzialmente, dalla forma del resto; ma è la preziosa chitarra elegante che va sottolineata come elemento geniale di cesello per un pezzo che è quasi ballabile. L’episodio più veloce e duro arriva con ‘Quest fotr Nothing’, meno alternative, però diretto ed efficace. Buffo il fatto di copiare il rifframa di ‘Children of the Grave’ dei Black Sabbath con ‘Holographic Thinking’ , anche perché ai fini della song è un plagio inutile, visto che il rifframa si modifica poi in modo molto più interessante e vario.

L’estetica dei Voivod rimane personalissima. Una voce che non è mai stata molto virtuosa, ma che funziona perfettamente attraverso la sua acida incrostazione espressiva. In ogni caso le linee melodiche sono articolate e si intersecano efficacemente con le volte strutturali. Il fascino di questo disco non è solo la solita caratteristica un po’ alternativa e straniante, sopra le righe, ma è dato proprio dall’aver ricevuto quella famosa ispirazione divina che ha fatto sì che i pezzi di questo lavoro siano più intriganti e stimolanti. Si tratta di un viaggio onirico ma tagliente, che non accenna mai ad abbassare i toni. Non è musica cattiva, però è ruvida, nella sua comunque alta quota di raffinatezza. Le psichedelie non hanno i colori caotici del passato, ma sono afflati che respirano ben circoscritti dentro la scrittura in molti casi sbilenca, così come è stata spesso tipica dentro la loro natura. A volte sembrano algidi, altre volte caldi e sulfurei. Posseggono quella loro solita verve elastica che in questo caso è fotografata nella loro migliore essenza. Non vogliono mai mantenersi dentro bordi contenitivi ristretti, e cambiano giri riffici o atmosfere in continuazione, senza mai perdere quell’atteggiamento alieno e per certi versi freddo, sebbene pieno di aliti caldi dalle volute di alito fumante. Sicuramente uno dei migliori dischi di quest’anno.

Roberto Sky Latini

Century Media Records
www.voivod.com

Paranormalium
Synchro Anarchy
Planet Eaters
Mind Clock
Sleeves Off
Holographic Thinking
The World Today
Quest for Nothing
Memory Failure

Denis “Snake” Bélanger – vocals
Daniel “Chewy” Mongrain – guitar
Dominique “Rocky” Laroche – bass
Michel “Away” Langevin – drums