Cradle Of Filth

Existence is futile

Torna nel 2021, con un altro bel prodotto, il gruppo britannico, e se sono passati quattro anni da ‘Cryptoriana’, il vuoto è stato riempito nuovamente di qualità.

Forse meno scintillante ed evocativo del precedente disco che era uno dei meglio riusciti della carriera, ma rivestito di maggior durezza e suoni più estremi di quello. Ci sono parecchie escrescenze violente, e una compattezza meno incline al melodico, sebbene sinfonismo e morbidezze facciano sempre parte del quadro. Qui i vampiri sembrano tornati ad incazzarsi leggermente di più, senza per questo tornare dentro l’alveo Black, anzi forse vengono prediletti gli angoli del Death melodico. La splendida copertina rende bene l’immagine della musica contenuta.

Dopo l’incombente inno ‘The Fate of the World on our Shoulders’ la nobilissima traccia ‘EXISTENTIAL TERROR’ invade il cervello dell’ascoltatore con un ritmo cadenzato ed insistente, variabile verso il blasting, che sorregge una rovente struttura malefica; il senso lirico dei cori ed i passaggi modulati, anche meno irruenti, danno una enfasi oscura che ne mantiene interessante e ficcante l’evolversi. Un altro momento fulcro del lavoro è ‘CRAWLING KING CHAOS’ dove la chitarra ritmica e il drumming, insieme alle tastiere, sono le cose più potenti e belle, molto colorate a rendere la trama sia cattivissima che raffinata. Il brano meno estremo è la cavalcata ‘HOW MANY TEARS TO NURTURE A ROSE’, un Heavy Metal parzialmente alla Iron Maiden con 4/4 di Power incorporato che rende lineare e quasi melodica una traccia tra quelle che più velocemente si stampa in testa. ‘SUFFER OUR DOMINION’, canzone teoricamente più standard, non avrebbe lo stesso valore senza il pezzo centrale dove c’è un bel cambio di aria e dove primeggia l’assolo. Nessun pezzo è filler, del resto ‘Necromantic fantasies’ può essere considerato meno peculiare, ma non certo riempitivo. Un altro input sostanziale lo dà l’oscurità di ‘US, DARK, INVINCIBLE’ con la sua possanza tonica dal thrashing irruento, e dal ritornello che si impone virile, dall’incedere cadenzato quasi danzante ma crudamente aspro. L’evanescenza di certi soffi sinfonici si mescola all’oscurità rovente di certi passaggi in ‘Black Smoke curling from the Lips of War’, e il brano sale in vette emozionali dove niente è riposante, nemmeno la voce femminile.  Vi sono tracce strumentali come intermezzi teatrali atti a far crescere la tensione o ad ampliare il percorso narrativo come ‘Here comes a Candle’ e ‘Ashen Mortality’, che riescono a farsi accattivanti. Anche con una pseudo-ballata come ‘Discourse between a man and his Soul’ l’artista inietta quel senso di insoddisfazione psichica che si scontra con i suoni più dolci eseguiti; in modo diverso è quella dicotomia che aveva anche ‘Melissa’ dei Mercyful Fate’.

Va detto che a volte il cantato si appiattisce su modi di esecuzione piuttosto monocordi, e in questi casi il tutto viene salvato dalla strumentazione ricca ed avvolgente. Sempre efficaci e raccapriccianti i tipici acuti malati del singer che infliggono alle orecchie sofferenza morbosa. In ogni caso troppe volte si sentono modi di cantare che se non fossero in growl sembrerebbero quasi rapp, il che sembra fare attenzione più alle cose da dire che alla musica in sè. La chitarra solista come in passato gioca con soli non estremi, di chiaro stampo Heavy, ma è sempre una luce indispensabile alle varie tracce. Il senso generale afferma la strada intrapresa cercando conferme e quindi evitando istanze innovative, ma non manca l’ispirazione che ha permesso di realizzare un altro capitolo bello pregnante. Siamo ancora una volta di fronte ad una opera piena e travolgente, magari meno innovativa del solito, però intessuta per regalare ulteriori sommovimenti interiori. Il parente più stretto dell’estetica di questo gruppo rimangono i Mercyful Fate e King Diamond, ma ciò è valore aggiunto, niente affatto sminuente. Con tredici full-lenght al loro attivo dal 1994, i Cradle Of Filth rimangono uno di quei gruppi della Gran Bretagna che tengono alto il profilo metallico di quel paese, ormai terra non più in prima linea nel panorama rock mondiale, nonostante il loro maestoso passato. Non è l’apice della band, ma questo disco è un’ottima fiammata; irruenta, impetuosa, con elegante fioritura di animosità artistica riuscita .

Roberto Sky Latini

Nuclear Blast
www.cradleoffilth.com

The Fate of the World on our Shoulders
Existential Terror
Necromantic Fantasies
Crawling King Chaos
Here comes a Candle…(Infernal Lullaby)
Black Smoke curling from the Lips of War
Discourse between a Man and his Soul
The Dying of the Embers
Ashen Mortality
How many Tears to Nurture a Rose?
Suffer Our Dominion
Us, Dark, Invincible
Sisters of the Mist (bonus track)
Unleash the Hellion (bonus track)

Dani Filth  – vocals
Richard Shaw  – guitar
Ashok – guitar
Daniel Firth – bass
Martin ‘Marthus’ Skaroupka – drums
Anabelle –  keyboards, lira, vocals