Running Wild

Blood on Blood

Un po’ meglio, un po’ peggio, la discografia ultima della band germanica, in realtà della mente unica Rock N’Wolf, oscilla tra buono e discreto senza mai eccellere e neanche però scadere nel futile.

Questo del 2021 è leggermente inferiore ai precedenti. L’ultimo è di cinque anni fa ed oggi, con la stessa filosofia, la band torna a mettere in fila riff e melodie come messaggeri della vecchia guardia mai doma (siamo al diciassettesimo album dal 1984). Il senso piratesco è mantenuto per un Heavy Metal classico anni ottanta, fritto e rifritto per alcuni, nostalgicamente piacevole per altri. La produzione tecnica non è mai male anche se non è come quella che presentano molto meglio altre band, anche della stessa età; in ogni caso sufficiente per godersi le canzoni.

Il riffing quadrato di ‘SAY YOUR PRAYER’ è uno di quelli che dà più il senso del dejavù, ma struttura un tempo cadenzato che sostiene una delle migliori song dal punto di vista del cantato. C’è luce anche nella song compatta ‘THE SHELLBACK’ che suona pesante e teutonica, e con uno degli assoli più interessanti e lunghi del lotto dove si vira un po’ verso i Thin Lizzy in senso folk. Per divertirsi in modo leggero è ‘WILD, WILD NIGHTS’ il pezzo migliore; ritornello sbarazzino adatto anche alle band Street Metal, il rifframa sembra un poutpourrì di tante canzoni, ma essendo il tutto ben assemblato, dà gusto seguirne l’essenza. L’episodio molto IronMaideniano di  ‘THE IRON TIMES’ porta in lidi meno da inno e cerca una epicità più narrativa e seriosa, e l’atmosfera rende bene il senso arioso della composizione, la quale si alza rispetto al profilo ideativo dell’album. Talvolta si percepisce una certa secchezza espressiva, come per esempio in ‘Crossing the Blades’ che avrebbe avuto bisogno di una sonorità più corposa e un ispessimento dei cori. E quando il songwriting non è funzionalissimo, questa assenza appare più evidente. La ballata è una di quelle tracce di cui non si sentiva il bisogno; ‘One Night, One Day’ è perfettamente nella concettualità di Rock N’Rolf, ma il risultato è così derivativo da non possedere alcuna attrattiva.

I ritmi non sono mai Power, prediligendo tempi cadenzati che hanno buon appeal, però l’insieme risulta poco vario. La voce funziona bene senza essere virtuosa, alcuni ritornelli sono un po’ prevedibili, ma le strofe cercano di trovare linee melodiche che non siano troppo scontate. In questo il singer è attento. Ma l’altra cosa che viene gestita con cognizione di causa, è l’ideazione degli assoli chitarristici, i quali brevi o meno brevi che siano, non sono mai note buttate a caso per fare semplicemente una scala o qualche nota riempitivo, anzi, sono quasi tutti di qualità, e alzano il livello di ogni brano pure quando semplici. Semplice è comunque la concezione compositiva del gruppo che in maniera quasi adolescenziale cerca inni da cantare ai concerti e sonorità adeguate a mettersi in posa con chitarre e microfoni sul palco. Tutto molto tradizionale ma dalla verve metallica come ai vecchi tempi. E’ musica vintage in effetti, ma senza sbavature, anche se a volte con un po’ di ricopiaticcio. La forma si rifà al vecchio, ma in questa loro semplicità i Running Wild fanno apparire questa vecchia band come una gang di giovani adolescenti. Ciò però può essere letto sia come cosa positiva che negativa: positiva perché si nota la verve, quasi ingenua, fedele al metallo puro; negativa perché sembra a volte si sia davanti ad un gruppo alle prime armi, con poca esperienza di studi di registrazione e con idee non personalissime. Non è un disco da voto alto, ma supera almeno la sufficienza.

Roberto Sky Latini

Steamhammer Records
www.running-wild.net

Blood on Blood
Wings of Fire
Say your Prayers
Diamonds and Pearls
Wild & Free
Crossing the Blades
One Day, One Night
The Shellback
Wild, wild Nights
The Iron Times (1618-1648)

Rock n’Rolf – vocals / guitar
Peter Jordan – guitar
Ole Hempelmann – bass
Michael Wolpers – drums