Lords Of Black

Alchemy of Souls – Part II

Incredibile! Dopo l’ottima “part I” del 2020, I Lords Of Black superano se stessi e si elevano ancora. E stavolta si raggiunge la forma eccelsa.

C’è anima, interpretazione, senso profondo e sensibilità tecnica a formare un gioiello di arte pura! Nessun filler, nessuna debolezza, nessuna perdita di compiutezza. Appena un anno è trascorso dal precedente ma il salto è stato netto e deciso; questo album gli spagnoli l’hanno studiato con molta più attenzione. Il risultato è degno di rimanere negli annali della storia della musica metal. Se un giorno mi chiederanno chi erano i Lords, io risponderò offrendo questo disco e affermando che i migliori suonano così. In passato avevo avuto la sensazione che mai avrebbero raggiunto questo traguardo compositivo.

‘MAKER OF NOTHINGNESS’ è poesia sonora, grande ampiezza atmosferica insieme a tonicità densa. Il brano più commerciale ‘WHAT’S BECOME OF US’, dallo stupendo ritornello, è bello come i più duri, segno dello stato di grazia del gruppo che usa energia anche nei momenti meno irruenti. La cattiveria in questo disco è l’apice della bellezza espressiva con ‘MIND KILLER’ e ‘FADED TO BE DESTROYED’, piene di groove e di personalità. La prima costruisce un sentiero verso il ritornello accompagnandosi ad un pianoforte introspettivo molto incisivo, e il ritornello è realizzato con una verve dall’essenza ficcante. La seconda è ancora più dura per strofe cantate con una iniezione di crudezza di stampo thrash, realizzando molto bene un feeling acido e urticante prima di aprirsi al ritornello fresco e avvolgente; il tutto spinto da una chitarra anch’essa thrasheggiante che non cede mai, sopra una batteria cadenzata e incombente; l’ascesa del ritornello fa venire i brividi con il suo alzarsi di possanza in tre brevi passaggi successivi: grande trovata stilistica che commuove e afferra l’ascoltatore.

Tra le cose più pesanti c’è anche una Power-song alla Black Sabbath di Dio, si tratta di ‘Death Dealer’ che non è il pezzo migliore ma di sicuro ha suadenza e gioca a favore della bellezza di questo lavoro. L’unica pseudo ballata può essere indicata nella stupenda ‘BEFORE THAT TIME CAN COME’ che amplia il paesaggio verso più aerei lidi, con grande emotiva vibrazione. Sorprende trovare in questo lotto persino una canzone progressive come ‘IN A DIFFERENT LIGHT’ che regala una raffinatezza un po’ alla Dream Theater, un po’ alla Symphony X senza però diventare una copia stilistica di nessuna delle due realtà; la chitarra qui è l’elemento più interessante, dinamico e frizzante e nello stesso momento strutturalmente necessario. Nessun riempitivo come dicevo, tutte sono in grado di emozionare. Infilare invece ‘Sympathy’ nel cd, la cover degli Uriah Heep, pur dando molto gusto al fruitore, fa a pugni con lo stile di questo album, apparendo più un brano da Stratovarius che da Lords Of Black.

Il cantante si inarca verso una raffinatezza più corposa rispetto al disco precedente, aumentando il pathos del proprio esprimersi. E’ incrementato anche il timbro roco che ne intensifica il calore umano. Le linee melodiche sono pregne di sentimento abbandonando l’idea di usare facili soluzioni, quindi non ci sono molti ritornelli subito accessibili nonostante una forte orecchiabilità. Sembra che la direzione verso una oscurità, per quanto mai troppo opprimente, sia più spinta. Il chitarrismo offre un rifframa che come struttura portante è essenziale al significato musicale d’insieme. E sempre le chitarre nei loro assoli sanno creare evoluzioni suggestive, senza strafare spazialmente ma senza neanche far semplice condimento. La sezione ritmica è compatta, efficacissima nel suo scurire i passaggi e renderli massicci. Le tastiere sono meno presenti, ma quando ci sono vengono dosate per aumentare la forza descrittiva dei passaggi, soprattutto merita menzione l’uso che si è fatto del suono da pianoforte. Tutto è congegnato in modo molto compatto e la capacità di mettere a fuoco antico e moderno in un unicum equilibrato ma travolgente, dà il senso della maturità che oggi i Lords posseggono insieme ad una luce di ispirazione che li rende magici. Questo è il disco più qualitativo mai scritto dalla band, ed è anche una perla tra le cose del mondo metallico: non riesco a smettere di rimetterlo su.

Roberto Sky Latini

Prelude. Alchimia Confessio 1458 A.D.
Maker Of Nothingness
What’s Become Of Us
Bound To You
Before That Time Can Come
Mind Killer
Death Dealer
Prayers Turned To Whispers
In A Different Light
How Long Do I Have Now
Fated To Be Destroyed
No Hero Is Homeless
Sympathy (cover Uriah Heep)

Ronnie Romero – vocals
Tony Hernando – guitars / synth
Dani Criado – bass
Jo Nunez – drums