Aleco

L’ultima Generazione Felice

Sotto questo monicker si nasconde Alessandro Carletti Orsini, ovvero il patron dell’etichetta  Music Force, etichetta che fa delle pubblicazioni mirate e per la maggior parte delle volte ho avuto modo di appurare e apprezzare il lavoro compiuto dal nostro eroe vista anche la qualità degli artisti .

Ora  è la volta di ascoltare questo suo disco non senza  curiosità.La cosa  che si contraddistingue  rispetto ad altro  materiale  , è la qualità audio che nemmeno in questo caso viene meno ed il saper gestire bene una produzione  è importante perché una produzione fatta male ne inficia  sicuramente il risultato e le eventuali vendite di questo o quell’ artista.

A volte un artista ha la sua urgenza di comunicare un messaggio di raccontare disagi e di far sapere che anche lui esiste ,per Aleco l’urgenza di scrivere musica  è stata la nonna  a cui ha voluto dedicare una canzone che poi è come spesso succede è diventato un disco il tutto realizzato con i limiti del caso che riguardano la voce , ma che in questo scopo avere un intonazione non era troppo importante per via dell’urgenza di cui sopra . D’altronde dei vari artisti che girano in Italia di chi possiamo dire che abbiano tutti un intonazione perfetta ? Chi ha detto Giovanotti  alzi la mano .

Il nostro Aleco ha una spiccata  indole romantica  nell’esporre i propri sentimenti cosa  che ci propone come un valore aggiunto ascoltiamo ad esempio “Ma che bella L’estate” canzone  che potrebbe benissimo essere trasmessa  da radio Italia o da tutte quelle radio commerciali che occupano l’etere. La parte centrale della canzone è una sorta di rap ma che in realtà va considerata come una sorta  di poesia recitata dai bambini. Un altro aspetto di Aleco è l’ironia che pervade tutto ilo disco  della serie  non prendiamoci troppo sul serio e a suffragio di quanto sto dicendo arriva  la bella “Almost jazz” e la seguente “Alessandro smettila” è un manifesto ironico per antonomasia  e credetemi se vi dico che ascoltando ilo testo non vi si stamperà un sorriso nel sentirlo.

“E così nacque Roma” ( e c’ho una amica che si chiama sabina) pezzo intriso d’ironia con un bell’assolo di chitarra che impreziosisce il pezzo  in una sorta d’omaggio alla città eterna , personalmente ho potuto apprezzare parecchio la traccia conclusiva “Una panchina di montagna”Personalmente  una delle migliori canzoni del disco per quel suo sapore retrò ee per l’uso del moog che ricorda non poco il guardiano del faro , da segnalare anche gli ottimi arrangiamenti  orchestrali che fanno sembrare il pezzo stesso una sorta di colonna sonora  per un film felliniano.Concludendo questa mia recensione per i prossimi lavori consiglierei di considerare il fatto di migliorare l’intonazione e che ormai finita  l’urgenza contingente ma se questa stessa urgenza continuasse a pervadere l’animo  credo che l’intonazione è il fatto principale affinchè chi comprerà i tuoi dischi non abbiano poi problemi nell’ascoltare le tue  canzoni che credimi sono anche belle  ma che con questo problema potrebbe ritornarti tutto indietro in md o negativo .

Stefano Bonelli

L’ultima generazione felice
Arrivo per cena
Quel pizzico (intervallo)
Ma che bella l’estate
Almost jazz
Alessandro smettila (mezzovallo)
E così nacque Roma
Tutti i tuoi sbagli
Tutto finisce così (finevallo)
Una panchina di montagna

Andrea Micarelli – arrangiamenti, cori e tutti gli strumenti
Aleco – testi e musiche
Sofia Dessì –  voce in “L’ultima generazione felice”
Chiara Falasca  – voce in “Ma che bella l’estate”