Federico Sirianni

Maqroll

Maqroll è il nuovo lavoro di Federico Sirianni cantautore  di lungo corso di origine  genovese , e forse proprio per questo si sente nel suo modo di fare musica la matrice  Deandreiana non solo nel modo di suonare ma il timbro vocale è maledettamente  simile  a quello di Fabrizio De Andrè.

Come spesso mi capita  il disco in cui mi imbatto è l’unico disco che avrò modo di ascoltare non sapendo l’esistenza di questo bravo musicista , il quale  pubblica un album interessante ed intrigante da ascoltare in religioso silenzio e mi permetto di consigliarne l’ascolto in cuffia  dove ascolteremo cose che normalmente non riusciremmo a percepire.La musica che Federico compone ci fa fare un percorso a ritroso nel tempo mantenendo una modernità che mantiene attuale la sua proposta.

La  cosa particolare del disco è che c’è poca ritmica questo è dovuto per la mancanza della batteria a favore di una etereità che regala anche una certa raffinatezza ed eleganza esecutiva fuori del comune.Il disco infatti si divide  tra acusticità ed elettronica,che però concettualmente non sovrasta ma anzi riempie i vuoti degli altri strumenti che per via di una produzione  oculata e moderna  ci consegna un disco davvero piacevole e particolare da ascoltare.

Il fatto che non ci siano canzoni in 4/4 classicamente rock se vogliamo, non inficia per nulla l’ascolto del lavoro che anzi si pone dinanzi a noi in modo suggestivo per via delle atmosfere presenti in tutto il lavoro.Un disco questo “Maqroll”come  mi è capitato di leggere novecentesco nel suo concepimento,ed anche il modo di cantare di Federico (che più che cantare nelle sua canzoni lui recita), si rifà ad  un passato cantautorale  che ci e gli appartiene culturalmente, ed ovviamente  essendo genovese  ce tutta una schiera di nomi importanti che tanto hanno dato alla Liguria e non solo.

Un lavoro antico ma anche moderno come detto, antico e quasi nostalgico soprattutto per il fatto che nelle ultime canzoni del disco a partire da “La ballata dell’acqua” si ode l’effetto della puntina del disco che si appoggia nel solco che rende ancor più suggestivo il brano; e se una volta  giusto qualche anno fa  consideravamo il fatto che gli lp ormai stessero sparendo ora ci dobbiamo ricredere per via del fatto che il long play è tornato in auge , ed anche per questo “Maqroll” si pone nelle sua  dualità tra l’antico ed il moderno .

Per chi non lo sapesse “Maqroll” è un marinaio un gabbiere colui che sta la maggior parte del tempo della navigazione sull’ albero più alto della nave per avvistare nuovi approdi e si occupa del sistema delle vele colui in pratica che vede ogni cosa prima di tutti proprio per la sua posizione .

Il disco in pratica è stato concepito  per dare vita  a tre momenti artistici differenti ovvero, il disco il libro e lo spettacolo(tra laltro il libro è allegato al disco e quindi mentre ascoltiamo il disco possiamo leggere il disco per una più profonda immersione del  lavoro), in questo senso idealmente si può paragonare a The Wall dei Pink Floyd  un lavoro dal lungo corso artistico nel quale si prevedeva il disco gli spettacoli ed il film.Però se vogliamo “Maqroll” è anche musicalmente ed intrisecamente psichedelico per il forte uso dell’elettronica  gestita magistralmente da “Filippo “Filo Q” Quaglia”.Questo di Federico Sirianni è un lavoro strettamente immaginifico in grado cioè di imprimere nella tua mente immagini inerenti ai testi fortemente descrittivi,e la  conclusiva title track è il manifesto di questa immaginificità.

Concludendo consideriamo questo bellissimo disco come  una sorta di viaggio che il veliero  di “Maqroll”Intraprende,  preferendo non attraccare in approdi non sicuri mantenendo intatta  la sua unicità ed integrità artistica,preferendo adagiarsi in acque dal sapore antico che evidentemente danno più sicurezza ai protagonisti di quest’avventura .

Stefano Bonelli

Maqroll, gabbiere
Una sorta di naufragio
Pane e passione
Per arrivare a te
Lettere da nessun dove
il mio amore sospeso
La ballata dell’acqua
La stiva dell’Alcion (strumentale)
Ecco qui
Maqroll, alla fine (la disperanza)

Federico Sirianni – Voce, chitarre e pianoforte
Raffaele Rebaudengo – Arrangiamenti archi
Raffaele Rebaudengo e Elisabetta Bosio – Violini e viole
Stefano Cabrera – Violoncello
Edmondo Romano – Clarinetto in “Il mio amore sospeso”
Andrea Nejrotti – Toy piano in “La stiva dell’Alcyon”
Fabrizio Chiapello c/o Transeuropa Recording  – Voci, chitarre e pianoforti
Mattia Cominotto – Missaggio e mastering

Nell’album e nello spettacolo sono inoltre presenti parole di o ispirate a:
Roberto Bolano, Jorge Luis Borges, Mikhail Bulgakov, Federico Garcia Lorca, Gabriel Garcia Marquez, Konstantinos Kafavis, Paul Klee, Herman Melville, Carlo Rovelli