High Priestess
Casting The Circle
Che la musica sia divenuta un ambiente dove vige l’aspetto visivo e la sorpresa è un dato di fatto di cui dovremo (o ne siamo già consapevoli) abituarci da qui in futuro .
Mentre un tempo l’artista faceva valere il proprio estro per scalare il successo , oggi tutto questo va a scapito dell’immagine , tantochè le produzioni sembrano tutte somiglianti , facilmente manipolabili in studio per dare un taglio più accessibile al pubblico . Poi succede che dal vivo tutte le premesse vengono disattese con esecuzioni incerte e mai conformi alla registrazione originale . Ecco perchè bisogna oggi considerare l’album come testimonianza a cui far relativamente conto . Con questo non voglio assolutamente giudicare l’operato del trio statunitense tutto al femminile delle High Priestess e comunque basterà andare a spulciare i vari concerti live in rete per darsi un idea sulle qualità strumentali delle suddette , io non l’ho ancora fatto e cerco di soffermarmi sull’aspetto sonoro e compositivo dell’album .
Questa premessa non deve avere il sapore del razzismo, in fondo di gruppi metal femminili ne abbiamo già avuti in passato e la testimonianza delle Girlschool è ancora davanti i nostri occhi , le donne sanno suonare ed anche molto ma molto bene percui sono finiti i tempi in cui il solo maschio poteva raggiungere buoni livelli esecutivi . Le ragazze ci propinano un metal fuzz di stampo doom e seventhies con coralità viaggianti troppo spesso abusate e comunque di atmosfera .
“Casting The Circle” è un Ep di cinque brani dove lo stoner rock la fà da padrona, dalle tracce però non si denota mai il brano guida o quello che svetta sopra gli altri , si somigliano un pò tutti e seguono la stessa identica espressione cercando di creare l’effetto attesa che non arriva mai , come un ruscello che cresce di intensità senza aspettarsi l’onda improvvisa che spazza via tutto come uno tzunami , qui si rimane sempre su linee sonore piuttosto “educate” che rischiano di annoiare l’ascoltatore .
Da quello che riesco a capire di questo trio è che vogliano jammare come una qualsiasi band psichedelica su un tappeto musicale che non varia in accordatura , fluttuare in una leggera discesa senza curve . Mi aspetto qualcosa di meno ripetitivo in futuro senza bocciare il prodotto in questione altrimenti ci si dimenticherà presto di loro.
Angusbidoli
Ripple Music
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Casting The Circle
Erebus
The Hourglass
Invocation
Ave Satanas
Katie Gilchrest – guitars, vocals, organ
Mariana Fiel – bass, vocals
Megan Mullins – drums, percussion