Iron Maiden

Senjutsu

Per capirci, che cosa significa “Senjutsu”? Letteralmente significa: “tattica e strategia”. È quindi una sorta di una forma di energia, cioè “l’energia della natura che circonda un individuo”.

Si fa riferimento al Senjutsu quando si parla del famoso Manga: Naruto, come di una abilità che si sviluppa in un particolare addestramento a seguito del quale si è in grado di sviluppare diversi chakra. A questo riguardo mi chiedo se gli Iron Maiden si sono volutamente ispirati al cartone Naruto; e a quanto vediamo anche dalla copertina, crediamo di si.

I detrattori esistono da sempre e se non ci fossero bisognerebbero inventarli. Gli Iron Maiden sono uno di quei gruppi che più si trovano nell’occhio del ciclone ad ogni loro nuova uscita in cui una ridda di commentatori scrivono le loro opinioni contrastanti. Ma questo è il mondo, ed è bello perché vario.

Che vi devo dire, cari miei? A me il disco degli Iron Maiden piace molto, anzi moltissimo e “The Parchment” è uno dei pezzi più belli di Senjutsu. A questo proposito posso capire bene Bruce Dickinson quando afferma che quando la faranno dal vivo si prenderà uno stop di cinque minuti perché è un pezzo difficile da cantare con le proverbiali cavalcate metalliche che sono un marchio di fabbrica degli inglesi.Non scordiamoci poi che lui è anche reduce da un’operazione alle corde vocali superata alla grande  Poi cavolo … possibile che sono già passati sei anni da The Book of Soul? Io non ne me sono accorto e sapere di questa nuova uscita per me è stato come un fulmine a ciel sereno. Sinceramente non capisco chi critica l’album (ci saranno sempre i pro e i contro ovvio), io invece penso che si deve essere contenti di questa uscita e sapere di una band che malgrado l’età ancora combatte duramente ed strenuamente contro l’incedere inevitabile degli anni.

Gli Iron Maiden non fanno più metal? Ma che scherziamo? E secondo voi l’opener title track che cos’è? Avete forse mai sentito un brano che inizia con quei colpi di batteria che se non lo sai e stai col volume a palla ti arrivano come cazzotti allo stomaco? Nei tempi antichi le battaglie si annunciavano coi tamburi con i quali si mandavano messaggi ed è questo chehaano fatto i Maiden: hanno avvertito tutti del loro arrivo e cosa è successo? L’apoteosi dell’apocalisse Bruce Dickinson malgrado la sua età regge bene il confronto e la sua performance è da incorniciare. C’è chi farebbe carte false per arrivare alla sua età e stare in queste condizioni invidiabili.

Alla terza canzone si arriva al primo singolo pubblicato: “The writing on the wall”, correlato da uno stupendo video animato di cui la grafica ricorda quella fumettistica di un gioco della playstation “Full Throttle”; epico come non mai. Anche se il pezzo ha queste sfumature southern (ed è un fatto innegabile), me lo fa piacere ancor di più. Altro aspetto che colpisce la mia attenzione è che la maggior parte delle canzoni, ha la sua intro che a volte può risultare stucchevole. Tuttavia, a mio avviso, danno ancor di più un senso di drammaticità ai pezzi come nel caso di “Lost in a lost world”. Una tensione che viene aumentata dall’entrata improvvisa delle chitarre per un “rifferama” dallo stampo il più classicamente “maideniano”. Lost.. è uno dei pezzi lunghi del disco con i suoi nove minuti e rotti di durata.Riguardo alla lunghezza delle composizioni dei brani, questa è una costante di tutto il loro nuovo. Indice questo di una prolissità compositiva che non sempre giova alla band inglese, ma che promette grande suggestività nelle esibizioni dal vivo di cui gli Iron Maiden sono diventati grandi maestri. Ma lo scettro per il pezzo più lungo lo dobbiamo a “The Parchment” che con i suoi 12 e più minuti è il pezzo più lungo nella storia compositiva della band di Harris e soci.

Parlando della produzione … Da quando mr. Harris ha voluto prendere le redini del gioco, le cose sono cambiate facendoci rimpiangere grandemente le epiche produzioni del mai troppo compianto Martin Birch. Ma il rimpianto, come sappiamo, lascia il tempo che trova e negli anni ci siamo dovuti abituare anche alla nuova maniera di comporre le canzoni con un rifferama melodico e di conseguenza cantabile. A questo punto mi sto convincendo che Harris lo abbia fatto per coinvolgere il pubblico a cantare questi riff. uno fra tutti “Fear of the dark”.

Per la produzione di Senjiutsu è stato chiamato ancora Kevin Shirley che segue la band da oltre vent’anni (pensate che il suo primo lavoro fu “Brave New World”), malgrado questo lungo lasso di tempo ha preferito non prendersi nessuna responsabilità ed ha preferito limitarsi a quelli che erano i dettami della band.Il risultato è che Senjutsu è un lavoro tutto ascoltabile. Certamente una produzione che non valorizza pienamente la musica che a volte risulta impastata e che impedisce alle canzoni di avere la dinamica giusta. Di questo la batteria ne risente un poco, ma è un discorso per i tecnici delle recensioni ed io ovviamente non lo sono considerandomi un semplice fan della prima ora .Un cenno alla copertina dove in un campo oscuro troneggia la figura di Eddie, che questa volta viene trasformato nel demone giapponese, l’immagine è di grande effetto come nella migliore tradizione aprendo la copertina interna completamente si scorge tutta l’ambientazione “samuraistica” del progetto mentre il booklet è correlato da le varie pose di Senjiutsu tutto molto suggestivo, ma soprattutto nella parte frontale si sarebbe dovuto dare un maggior campo evitando di riempire troppo la copertina .

In conclusione possiamo considerare il disco all’altezza di “The book of souls” personalmente lo colloco subito dopo “Fear of the dark” quindi un salto qualitativo enorme, ma una domanda sorge spontanea sarà Senjiutsu il loro ultimo disco? Ai posteri l’ardua sentenza.

Stefano Bonelli

Parlophone
www.ironmaiden.com

Senjutsu
Stratego
The Writing On The Wall
Lost In A Lost World
Days Of Future Past
The Time Machine
Darkest Hour
Death Of The Celts
The Parchment
Hell On Earth

Steve Harris – bass, keyboards
Dave Murray – guitars
Adrian Smith – guitars
Bruce Dickinson – vocals
Nicko McBrain – drums
Janick Gers – guitars