Mortemorium
Aanima Vilis
Arrivati al debut album, i Mortemorium si affacciano sul mercato discografico con un death/grind metal pregno di rabbia. La band polacca di certo non si fa pregare quando c’è da pigiare sull’acceleratore, anche se, i nostri danno il meglio sulle ripartenze.
Death Metal moderno, a proposito di nuove soluzioni i Mortemorium, almeno in parte si sono ricordati che qualche anno fa si suonava deathcore, perché non tributare frame al genere. Da subito l’ascoltatore si troverà di fronte a un sound granitico, aggressivo e diretto, l’intenzione è quella di colpire e far male, tanto male. Si parte con “Attendite a falsis prophetis” un opener che dopo qualche secondo di un intro dai toni sinistri, ci spinge nel tritacarne, siamo in preda al panico. Le chitarre sono pesantissime, frutto di una scelta oscura, cupa, capace di esaltare i riffs soffocanti. Una madre che piange un figlio tanto cattivo, “Cataclysmos” è violentissima, grazie a un letale “start & go”, i Mortemorium sono maestri in questo, assolutamente! Questa seconda traccia è di certo una delle mie preferite, capace di offrire nei cinque minuti circa a disposizione tutte le sfaccettature della band.
Suoni sinistri, ci risiamo, di lì a breve la violenza sonora si scaglierà su di noi, questa è “Hannibal”, un omaggio al serial killer più famoso di tutti i tempi. Musicalmente la band non si sposta, ci sentiamo stringere e soffocare, tra le urla cariche di rabbia, mi ha davvero convinto la prova di Szczepan Parchimowicz.Un debutto davvero interessante quello dei Mortemorium, specie per chi ha fatto dell’extreme metal una ragione di vita. Ho apprezzato e non poco l’omaggio ai Meshuggah, maestri delle sette corde, “Abbaddon”, ascoltare per credere.Mi sono distratto un attimo e di colpo mi trovo già oltre la metà del disco, sono sette i brani. I Mortemorium non mollano, nessun cenno di stanchezza, grazie alla caratura tecnica la band è ancora capace di offrire nuove soluzioni e idee, “Opressus” è una delle canzoni più cattive dell’album, almeno fino a metà brano, al momento che la formazione dell’est Europa travalica nel djent metal.“Mors Voluntaria”, la voce di Szczepan è profonda, ottima risposta ai riffs imponenti, davvero molto buona la prova del chitarrista Łukasz Durbajło, supportato da un’efficace sezione ritmica (Marek Dyk al basso e Remigiusz Wałęga alla batteria) capace di onorare al meglio il suo lavoro.Colpi di mitraglia ci addentrano nell’ultima ostilità, di nome “Pompei”, qualcuno si è ricordato di quanto è stato importante un certo Dino Cazares, il mastermind di tali riffs. Un rapido ossequio, ci rimettiamo in marcia, una strada infinita, non c’è fine, nella nostra testa suona ancora la musica dei Mortemorium.
La Polonia metal non smette di stupirci, e questo è un dato di fatto! In alto il nostro saluto.
Trevor