Vella
Entity (Vol. II)
Band portoghese di metalcore di cui nel 2020 era stato pubblicato il full-lenght d’esordio ‘Coma’, ora esce il volume secondo dopo il ‘volume uno’ dello stesso anno.
Ep che si integra col primo per una durata complessiva che corrisponde ad un album (circa ventun minuti quello e quindici questo). Non si inventa nulla ma si realizza bene un genere che va considerato difficile da gestire in quanto certe melodie orecchiabili rischiano sempre di farsi melense e di snaturare l’aggressività potenziale.L’apripista ‘Of Tyranny’ è l’episodio meno interessante, piuttosto canonico per quanto energico e ben strutturato. ‘Of Devotion’possiede una bella forza nella struttura riffica, anche evocativa, ma la linea cantata non possiede alcuna significatività particolare, pur reggendo in tonicità. Invece la scorrevole ‘OF FEAR’ offre una sinuosa performance del cantato pulito, creando una bella atmosfera, e l’anima incrementa l’afflato emozionale in modo più sentito. Di valore anche ‘OF REQUIEM’; la parte pulita della voce si porta un po’ nei pressi del grunge, mentre il lato feroce è molto death, e l’ascolto scorre intrigante.
Il groove è sicuramente potente, adattissimo all’Headbanging cadenzato e violento. Si tratta di due lavori complementari che sono perfettamente compatti esteticamente con differenze nei pezzi ma non nell’impostazione. Una leggera verve elettronica in più in questo volume, ma cori e linee vocali si completano similmente, così come la riffica e lo screaming, con la medesima irruenza e la medesima motivazione caratteriale. Siccome i singoli brani posseggono la loro specifica peculiarità, questo ‘Entity’ non ricalca l’altro, rispettando nettamente però l’unità espressiva. Il rifframa compatto è notevolmente infiammato, e l’uso in screaming dell’ugola appare soffocante dando adeguata corposità al lato aggressivo. Rispetto al primo volume si evidenzia una leggera flessione della pregnanza compositiva, perdendo parte dei piccoli spunti interessanti precedentemente inseriti, apparendo anche meno diversificato e meno suggestivo.
Non ci sono virtuosismi tecnici, mentre l’altro riusciva a inserire qualcosina anche di assolo. Mettendo insieme le due proposte, non avrebbe alcun senso fare paragoni dato che integrando le caratteristiche fra loro, si otterrebbe una valutazione che parlerebbe di un disco con tutti i lati positivi in evidenza, non dovendoli assegnare all’uno o all’altro. Prendendo però da soli questi quattro pezzi non abbiamo un insieme di alto livello, pur potendo affermare che la qualità è buona. E’ una band pesante anche tenendo conto delle melodie orecchiabili, grazie ad un arrangiamento studiato per non perdere virulenza. Le tracce sembrano non aver sfruttato alcune possibilità evolutive, come se si potesse fare di più e meglio. L’impianto non è in discussione, ma si ha l’idea che aggiungendo altro, una serie di accentazioni chitarristiche e vocali, si sarebbe potuto sottolineare meglio i vari passaggi. Un gruppo ancora giovane che pur nella persuasività di fondo si autopenalizza nel semplificare troppo le proprie idee.
Roberto Sky Latini
Art Gates Records
www.vellaband.com
Of Tyranny
Of Fear
Of Devotion
Of Requiem
Pedro Lopes – vocals
Caesar Craveiro – guitars
Eduardo Sinatra – drums