Jethro Tull
The Zealot Gene
Dopo ben quattro album pubblicati da solista, tra i quali gli splendidi Thick as a brick 2 (2012) e Homo Erraticus (2014), Ian Anderson ritorna alla guida dei mitici Jethro Tull, gruppo che non ha bisogno di grandi presentazioni in quanto con diversi album di riferimento, è parte fondamentale della nascita e della crescita del fenomeno rock progressivo nella storia .
The Zealot Gene è la prima pubblicazione con nuovo materiale della band a distanza di 19 anni dall’uscita di Christmas Album, ovviamente bisogna anche tenere presente che i Jethro esistono da più di 50 anni e tra alti e bassi della fase compositiva nonchè tra i vari avvicendamenti nella formazione continuano a regalarci emozioni più o meno forti.
La nuova line-up di questo disco ricalca quella che ha accompagnato, anche dal vivo, il nostro Ian negli ultimi due lavori da solista e visto che suona ormai alla perfezione, è probabilmente questo il motivo per cui rimane quasi tutto invariato anche per questo nuovo disco che rappresenta ufficialmente il lavoro numero ventidue in studio. I brani che compongono il cd sono stati scritti tra il 2017 e il 2019 e a causa della pandemia, Ian ha ultimato l’album con diversi brani acustici che in alcuni casi includono sovraincisioni eseguite con la tecnologia web a distanza da parte degli altri membri della band.
I testi si rifanno a grandi linee sulla storia di Dio e Mosè e sulle considerazioni che Anderson fa in merito a quelli che professano di seguirli a parole ma non nei fatti. La parte strumentale è perfettamente supportata sia dai musicisti che in fase di produzione e arrangiamento. Mi piace moltissimo fino dalla prima traccia Mrs. Tibbets, brano potente e da potenziale esibizione live che respira anche grazie alle tastiere che danno veramente una senzazione di potenza e spazi infiniti. La seguente Jacob’s Tales mi riporta agli anni settanta di Songs from the wood, armonica, chitarra acustica e voce. La band ritorna prepotentemente con Mine is the mountain che dopo un lento intro si esibisce in un ottimo rock in perfetto stile Jethro !
Ancora rock con la title track che rappresenta forse il brano centrale dell’intero album in quanto è proprio qui che il sound dei Jethro è perfettamente equilibrato, tutto si fonde meravigliosamente in un rock senza tempo. La successiva Shoshana Sleeping cambia ritmo e dona un momento più riflessivo che ci introduce alle meravigliose acustiche di Sad City Sisters e Barren Beth, Wild Desert John.
Ancora cinque canzoni per conludere l’album tra cui voglio evidenziare le splendide Three loves, three e In brief visitation brani ancora una volta acustici dove l’essenza di Anderson e dei suoi fidati musicisti viene sublimata e fusa in un unico mix chiamato Jethro Tull.
The Zealot Gene ci regala una ottima raccolta di nuove canzoni, Anderson e compagnia suonano alla grande e questo è un disco che consiglio a chi ha amato i Jethro e perchè no anche a chi non li conosce e vuole avvicinarsi a questo sound antico ma cosi attuale pur con i suoi cinquant’anni di vita vissuta.
Massimo Cassibba
Inside Out Music
www.jethrotull.com
Mrs Tibbets
Jacob’s Tales
Mine Is the Mountain
The Zealot Gene
Shoshana Sleeping
Sad City Sisters
Barren Beth, Wild Desert John
The Betrayal of Joshua Kynde
Where Did Saturday Go?
Three Loves, Three
In Brief Visitation
The Fisherman of Ephesus
Ian Anderson – vocals, flute,acoustic guitar
Florian Opahle – guitars
Joe Parrish-James – guitars
David Goodier – bass
John O’Hara – keyboards
Scott Hammond – drums