W’t’M

Witness the Madness

Dalla Danimarca un progetto formato da kids già conosciuti, una specie di supergruppo dove a cantare stanno due voci, maschile dell’ex-Artillery e femminile dell’italiana Moire. Le due ugole però non si incontrano quasi mai perché ogni voce si dedica ad una sua propria song, e tale dualità vede anche nella scelta stilistica una certa differenza, dove la prima canta situazioni più gotico-moderne, mentre il secondo si dedica ad un certo heavy sound più tradizionale. In ogni caso permane in continuità una grande freschezza attualizzata, dove in entrambe le occasioni non si fugge mai l’Heavy Metal, nemmeno quando la canzone è interpretata da Moire. Però almeno in due brani essi stanno insieme, e dobbiamo dire che tutto funziona sia singolarmente che in associazione senza spezzare mai il carattere principale del gruppo.

Il mezzo al metal poderoso, le parti calme ci sono, e inizia proprio sofficemente l’album con la traccia ‘A SYMPHONY OF BRILLIANCE’, per poi velocizzarsi in un Power maestoso in cui la voce femminile lineare nelle strofe si apre in un più enfatico pre-ritornello e ritornello emozionali. La voce maschile appare con la seconda traccia ‘FOR THE SAKE OF IT ALL’, anch’essa potente ma dal ritmo meno irruento preferendo quello cadenzato ma comunque incombente; e qui la parte solista è quella che la fa da padrona con grande forza di carattere, comprese tastiere vintage dal raffinato impatto. Una certa suadenza fascinosa esprime ‘MOMENTS OF LIGHT’, variando con pianoforte e un cantato maggiormente modulato, ma le chitarre e il drumming mantengono una densa tonicità avvolgente.

La cavalcante ‘WAKE UP TO A BREAKDOWN’ torna alla voce maschile, e l’orecchiabilità più spinta non offusca l’oscurità latente di alcuni riff oltre ad una minima introspezione umorale per una linea melodica davvero ben riuscita. ‘THERE IS ONLY ONE’ è il brano più atmosferico dove la voce femminile dona un imprinting riflessivo, lontano da qualsiasi idea di stucchevolezza, poi ci pensa l’arrivo della gustosissima velocizzazione solista a rafforzare l’aspetto serio del brano che contiene anche qualcosa di scuro oltre ad alcuni lati morbidi. La peculiarità del middle-time epico di ‘COLD HAS COME’ sta nel suo riffing iniziale che contiene insieme tre modalità di posizionarsi nel tempo; i primi accordi sono anni novanta (quattro battute), i secondi anni ottanta (due battute) e i terzi (due battute) ricordano il doom anni settanta, una bella sequenza rivelatrice della cultura di tali musicisti, ma al di là di ciò, il pezzo ha qualità tutto, in un feeling pieno di pathos; da segnalare che nella parte dove si alza di tono, la voce assomiglia molto, più che nelle altre canzoni, a quella del cantante italico Stefano FIRMANI che, ancora attivo dopo tanti anni, anche l’anno scorso ha fatto la sua bella comparsa con i Butt Splitters.

La ballata è nella finale ‘TEARS OF ICE’ che saggia il proprio valore nella interpretazione dei due cantanti, che appaiono insieme in un duetto intriso di appeal, dover la linea vocale è ben lontana da qualsiasi cedimento alla superficialità possedendo un profondo trasporto emotivo; esso è completamente dentro l’estro sinfonico classico, anche se di sinfonico c’è solo un momento, è però quella l’attitudine.Il livello compositivo è alto, nessuna canzone dà l’idea del già sentito visto che sia il denso rifframa che le melodie si impegnano a trovare linee scritturali personali, senza contare inoltre la pregnanza di un certo spessore. Pure gli assoli sono efficacissimi percorsi di pura bellezza. L’impostazione è tosta, i riff diventano pieni ad indurire anche le zone meno pesanti. Va detto però che non ci si limita a questo approccio nell’arrrangiamento, la band è in grado di inserire infatti piccoli passaggi sonori che ampliano il quadro di songwriting. La mentalità si pone esteticamente sopra la media del panorama metal.

La scia compositiva è chiaramente all’interno di un genere già classicamente codificato, eppure questi artisti riescono a scrivere un disco dal voto alto perché aggiunge elementi intriganti a ciò che nel panorama si è già sentito. Uno dei lavori migliori dell’anno 2025.

Roberto Sky Latini

TRACK LIST:

A Symphony of Brilliance
For the Sake of it All
Moments of Light
Wake up to a Breakdown
There is the only One
Shadows and Lights
When Silence fall
One Reason
Sorry
Eternal Echoes
Cold has come
Tears of Ice

LINE UP:

Marica Moire – vocals
Michael Bastholm Dahl – vocals
Michale Sorensen – guitar
John Brandt – keyboards
Ole Quist – bass
Peter Mogensen – drums