Wothrosch
Odium
La Grecia è una grande terra di storia antica e musa ispiratrice di parecchie bands dedite alla musica estrema,citare Rotting Christ,Septic Flesh,Varathron,Necromantia,Inveracity,Nightfall e Chaostar
dovrebbe un pò darvi gli inputs necessari a capire quanto sia fervida la scena metal di questa regione del mondo,e badate bene,ne ho citate soltanto alcune tra le più blasonate perchè la lista è parecchio più lunga di quanto pensiate. Quest’anno debuttano con questo “Odium” gli ateniesi(e si,anche loro eheheh) Wothrosch,band di recente formazione(2018) che nel 2022 pubblicano i 2 singles “Tumor” e “Mass“,ovvero i due pezzi contenuti nella release che mi appresto ad ascoltare oggi;blackened death metal atmosferico ed oscuro prodotto benissimo e coi suoni dirompenti,direttamente riconducibile alle identità musicali dei cugini conterranei Septic Flesh ed inevitabilmente ai padri indiscussi del genere,ovvero i Behemoth. N.P.,Nassos Stervant Sergiou e Philip Dellas,rispettivamente bassista,chitarrista e cantante,formano questa nuova band che tira su 8 gran bei pezzi per un totale di 53 minuti di musica,atmosferici,ispirati e a tratti malinconici,in cui la furia del blackened death incontra elementi sinfonici ben piazzati e parti più lente piene di melodie epiche sapientemente concepite ed inserite in un contesto musicale che è molto caratterizzato dal modus compositivo dei Behemoth di “Evangelion”/”The satanist“,ma occhio,perchè qui i blastbests non sono la priorità assoluta dei nostri,anzi devo dire che sono ben distribuiti e danno spazio ad atmosfere colme di decadenza della condizione umana,grazie ad un uso intelligente e studiato di parti doom e di riferimeti al black metal più posato e delirante.
E’ mio compito affermare che per essere un debut album,la maturità stilistica di questa band è già a livelli alti e potremmo benissimo parlare di un capolavoro preannunciato,basta cliccare “Play” ed ascoltare fin da subito con “Child“,opener dell’album,la capacità di controllo e di chiarezza di idee di cui sono dotati questi ragazzi,soprattutto grazie alle parti delle chitarre,che risultano essere il maggiore dei valori aggiunti tra tutti gli elementi utilizzati per dipingere questo vero e proprio quadro d’autore,arricchito anche dalle parti vocali di Philip Dellas che si destreggia tra growl e screams in modo eccellente.”Tumor“,è il pezzo che dura meno di tutti,devastante ed annichilente che apre una voraggine nel cielo risucchiandovi in un vortice di ritmiche di grande effetto in una atmosfera cupa e distruttiva,fantastico.Il lento incedere e le melodie colme di rassegnazione di “Disease” invece,sono la dimostrazione della grande capacità compositiva dei Wothrosch,un pezzo che per quasi 6 minuti suona come la colonna sonora del male di vivere e che ad un certo punto vola via con una parte finale che per i restanti 2 minuti va su un blastbeat controllato,alternato ad un ritmo un pò più mid tempo in cui le chitarre suonano un riff delirante di due sole note che travolge l’anima.
Anche l’ascolto di “Sinner” mi travolge,sembra di ascoltare proprio i Behemoth di “Evangelion” più atmosferici ed evocativi,un vero inno alla bellezza e al mistero del buio della notte,un pezzo lento che trasporta tantissimo,come anche “Purge“,pezzo lento e monolitico con le sue melodie di sottofondo di grande effetto e una serie di cambi di velocità che non solo ti spiazzano ma che danno anche la sensazione di una mobilità che ti schiodano da un certo sentore di monotonia che può darti un pezzo lungo più di 7 minuti,anche questi due pezzi molto belli.Così arrivo alla title track,un connubio di cambi di sentimenti ,che inizia su un tempo lento su cui suona una melodia fredda e colma di tristezza che viene ora mitigata da dei fraseggi che ti caricano di una rassegnazione veramente forte,una delle composizioni in cui le chitarre hanno il ruolo centrale di stupirti minuto dopo minuto fino al penultimo step che chiude il pezzo tra un tempo veloce ed una parte un pò più martellante,in cui l’interpretazione vocale di Dellas esplode in un odio che ti taglia letteralmente.”Mass” invece esprime tutta la furia distruttiva in una composizione veloce e sinfonica,con delle melodie ricercatissime ed che vede anche la collaborazione di Niklas Kvarforth degli Shining,forse il pezzo pi feroce di tutta la release.Chiude questo capolavoro “Reign” con la sua varietà e cambi di ritmo continui,di matrice doom ma pieno di sfaccettature diverse,e con il canto del “solito” Dellas che sembra il Nergal più disperato di sempre.Un disco fantastico di una band che appena nata dà immediatamente prova di maturità,estro e forte personalità,che delizierà molti tra i seguaci del genere. Applausi.
Giuseppe Musso