Werewolves
Die For Us
La super prolifica carriera degli australiani Werewolves arriva al quinto album Die For Us in appena 5 anni di attività.
Infatti l’obiettivo della band, da sempre dichiarato, fu quello di pubblicare dieci album in dieci anni e per essere a metà del percorso direi che le promesse sono state mantenute alla grandissima.Il gruppo ha intrapreso anche un’ intensa attività live in terra natia in supporto a gruppi come Mayhem, Ulcerate, Exhumed ed Ingested cercando di attirare in primo luogo i fan del proprio paese.Le nove tracce che compongono il disco sono un autentica esplosione di violenza inaudita.Un buon sano death metal truce, veloce e violento con molti elementi distintivi del genere che si intrecciano in una proposta sonora che non da tregua.
Sono rarissimi i momenti dove si alza il piede dall’acceleratore o dove una piccola introduzione in spoken vocals concede un momento all’ascoltatore per tirare il fiato.Blastbeat, accelerazioni incontrollate e suoni dissonanti ti scaraventano per la stanza dall’inizio alla fine dei trentacinque minuti del disco.La brutalità e la ferocia, si uniscono alla dissonanza, il putrido death metal vecchia scuola abbraccia il distorto e disturbante suono moderno.In questo vortice di incontrollabile follia emergono elementi sonori che arricchiscono la percezione del disco non limitandosi soltanto ad un’ incontrollata violenza.Nonostante il gruppo con una grande autoironia ama definirsi come dei folli e ignoranti mestieranti, in realtà è encomiabile la scelta di introdurre idee e dettagli volti a completare un progetto di disco non certo scarno e limitato.
Oltre alla capacità di ripercorrere molte sfumature legate al death metal più viscerale, si possono sentire influenze hardcore, ma anche elementi più vicin ad un blackened death metal.Un disco che scorre ad una velocità supersonica con la sensazione di aver ascoltato solo pochi minuti di brutale metallo della morte senza un attimo di respiro.Poco più di mezzora che si possono sintetizzare in pochi minuti chiusi dentro ad un tritacarne, che riduce a brandelli ogni cosa, ma lasciando una sensazione di distruzione ragionata e ricca di elementi caratteristici.Non è facile scovare le sfumature di questo album perché non si ha un attimo per riflettere e servono numerosi ascolti per individuare tutti quei piccoli elementi che arricchiscono quest’opera.
Non siamo di fronte a qualcosa di estremamente innovativo, ma non è necessario cercare innovazione quando si cerca un brutale death metal frenetico, tecnico e travolgente.
Daniele Giudici