Walls of Babylon

Fallen

Una bella avventura col concept del nuovo album di questa band italiana, che con una visione dall’ampio respiro scrive musica di livello. Progressive Metal in cui c’è una attitudine anche Power sebbene non troppo esplicita; il tutto senza risultare troppo cerebrali, anzi riuscendo ad essere piuttosto variegati e multicolori.

In questo terzo full-lenght che abbiamo aspettato per quattro anni si parla di un mondo che crolla sotto la liberazione della violenza umana in cui l’uomo è descritto come una piaga. Ma è prima di tutto un ascolto musicale dove ogni suono trova la giusta dimensione emotiva da trasmettere all’ascoltatore anche senza conoscere il testo. Il risultato ottenuto giustifica il lungo tempo passato dal disco precedente ‘ A Portrait of Memory’.La traccia ‘THE GREAT COOLLAPSE’ è sicuramente da nominare per la sua fresca fragranza e data una certa irruenza sfila con una compattezza che s’impone; è un ottimo biglietto da visita per rappresentare il lavoro. ‘F.R.E.E.D.O.M.’ apparentemente lineare grazie al ritmo cadenzato, possiede invece una raffinatezza non semplicistica e vive di una luce molto limpida. La persuasiva ‘CERTAIN TWICE’ si dipana con un rifframa di modern metal affiancandosi allo stilema degli Eldritch con abile intuizione (gli Eldritch fanno capolino in più brani), senza però cercare di andare oltre nell’inventare qualcosa di più peculiare; la suadente evocatività della parte calma poteva essere infatti una possibilità di sviluppare una più aperta enfasi.

Fallen’ e ‘Too late for Regret’ sono le tracce più Power, ma la prima appare meno accattivante rispetto ai brani che sono stati elaborati maggiormente, essa dà un buonissimo colpo ma rappresenta il rischio di assomigliare troppo ad altri gruppi esistenti nel panorama, cosa sempre in agguato quando si compone dentro un genere abbastanza già ben codificato. La seconda invece riesce ad infilare una tonicità più compatta in grado di affermarsi in maniera decisa. Fermo restando alcune semplificazioni, non osando sperimentare, tutte le atmosfere create brillano e quindi nessun filler è presente.Il senso descrittivo generale non penalizza la forma sonora che riesce a vivere dinamicamente senza restrizioni legate alla storia narrata. Il songwriting è sempre facilmente fruibile nonostante il virtuosismo elegante che esprime. La voce pulita non è particolarmente cattiva pur facendoci sentire una volta il growl, ma il timbro gli permette di modularsi in maniere non statiche, possedendo sia rotondità che momenti più leggermente rochi in grado di vivacizzare le linee melodiche mai banali.

La chitarra si pone come mezzo condensatore delle strutture in maniera classica ma epicamente suggestiva; passa dalla ritmica corposa ad inserzioni più evocative con anche assoli ariosi. C’è il pianoforte che però serve solo a cesellare alcuni passaggi; al piano si predilige la tastiera algida che enfatizza l’ambientazione evitando di prendere il sopravvento. Il drumming è scorrevole ma a volte sembra un po’ affogato nell’insieme. L’opera definisce ancora una volta la forza italica alla melodia rock, perfezionando con un tassello ulteriore una scena nostrana pregna di qualità immense e ormai anche migliore di certo panorama inglese o americano. Non ci sono accostamenti al Pop o all’AoR come invece talvolta, per carità in misura limitata, fanno oggi gruppi come Vision Divine o altre realtà power melodiche, pur potendo accostarvisi in certi atteggiamenti costruttivi. L’orecchiabilità è alta ma non staccata dall’essenza metal-rock di base, facendo sì che la tensione rimanga sempre incisiva.

Roberto Sky Latini

Claim (Overture)
The Great Collapse
F.R.E.E.D.O.M.
Amigdala
Whispering Wind
Fallen
Anger and Lust
WrathUpward
CertainTwice
Too Late for Regrets

Valerio Gaoni – vocals
Fabiano Pietrini – guitar
Francesco Pellegrini – guitar
Matteo Carovana – bass
Marco Barbarossa – drums