Bottom of the barrel

Voodoo Moonshine

Secondo album, dopo il debut del 2005 con Decade of Decay, per i Rockers statunitensi. Formatisi a Memphis nel 2003 dall’input di Jeff Losawyer, dopo il primo CD, una pausa di alcuni anni e un cambio di formazione, si arriva appunto a Bottom of the Barrel.

Undici tracce dalle sonorità miste, sebbene nel complesso abbastanza inquadrabili nel glam-rock con qualche venatura Heavy. Il CD suona bene e le tracce propongono atmosfere ben alternate che danno la sensazione di una Band che vuole un po’ raccontare di sé, delle proprie esperienze e passioni senza mai pretendere di alzare la voce. “Storie vere d’amore e di vita”, come ci dice il Presidente dalla Label, Jeffrey A. Swanson,  messe in musica con sfumature ora rock, ora folk e a tratti Blues.

Si passa di fatto da un pezzo dalle tipiche sonorità glam metal come Locked and Loaded al blues-folk di Y’all come back Soon, passando per l’immancabile ballad Round and round (che viene immediato accostare un po’ a Bon Jovi e un po’ ad Aerosmith), come pure dai sapori un po’ Gun’s’R. la piacevolissima Sometimes You Just Wanna. Molto interessante poi l’idea di Eden in Your Eyes proposta in versione sia acustica che orchestrale.

I suoni sono classici del genere e le capacità strumentali sono indubbie, come pure quelle compositive. La sezione ritmica fa quello che deve molto egregiamente, Acevedo e Cruise non esagerano mai addentrandosi in virtuosismi che, sebbene possano essere graditi o piacevoli, non sarebbero in linea con quello che la Band vuole proporre a chi ascolta e probabilmente ne devierebbero il sound su altri percorsi. Non si può poi restare indifferenti alle capacità vocali di Pedro Espada, vero filo conduttore di ciò che la Band ci propone e dotato di una timbrica pulita come pure di una estensione notevole. Tuttavia la vera voce narrante della Band resta la chitarra di Jeff Losawyer, capace di comporre praticamente tutti i pezzi e di raccontarli in un intreccio trama-ordito con la voce di Espada.

La speranza è che questa line-up possa avere trovato la stabilità necessaria perché i nostri quattro ragazzi continuino a proporre la loro musica e che, dopo uno stop troppo lungo, Bottom of the Barrel possa essere un nuovo inizio. Gli ingredienti sembrano esserci tutti e la cosa risulta decisamente evidente da un affiatamento che è palpabile, tra le righe musicali e non, all’ascolto.

M.Romeo

Locked And Loaded
Give It To Me
Bring It Down
Round And Round
Sometimes You Just Wanna
What A Way To Go
Swallow My Pride
Eden In Your Eyes (Orchestrated Version)
Rise Free
Y’all Come Back Soon
Eden In Your Eyes (Acoustic Version)

Jeff Losawyer – guitars
Pedro Espada – vocals
Hector Acevedo – bass
Eddie Cruise – drums

UN ALTRA RECENSIONE SUL DISCO DEI VODOO MOOSHINE  DEL NOSTRO   EROS JOWER

Un altro gruppo polveroso e che sa di olio di motori e sudore, di un sud degli Stati Uniti che sforna una band dall’immagine di un rock blues che scende da una mustang davanti una pompa di benzina con cafè e i cactus all’orizzonte. E i nomi dei componenti rispecchiano appieno quest’immagine ispano/gringo.

I Voodoo Moonshine, sono un gruppo “rock bluesy”, attualmente dalla Florida/Georgia, si sono formati a Memphis, TN nel 2003 dal chitarrista Jeff Losawyer. Hanno un groove caratteristico della zona dalla quale provengono. Il loro sound è pieno, schietto e ruvido. Molto piacevole, molto grintoso.. Una voce quella di Pedro, molto graffiante e potente. Mi ricorda Glenn Hughes nell’interpretazione ed esecuzione, e scusate se è poco!!

Bottom of the Barrel E’un disco che non lascia nulla al caso in questo sound da stivali e highway. Il prodotto è così come te lo immagini, caldo, ruvido e pieno. Il sound è tutto blues south rock blues heavy rock.. Le ballad sono classiche del prodotto. Forse troppo presenti. I gruppi che possono venire in mente son molteplici la fantasia comprende le ragazze da pole dance nei bar lungo le polverose route.. “Black Stone Cherry, Molly Hatchet, ma anche Guns, Motley and so on.

11 Tracce, Alcune che scorrono via veloci e grintose, begli assoli e ritmica veramente notevole, un bel basso molto presente che fa i giri che ci vogliono, e una voce strepitosa, ma l’avevo già detto.. :-)“Locked and Loaded” parte con sirene della polizia, esplosioni e l’inno americano con sirena antiaerea, un bell’intro per far capire chi sta arrivando.. Un brano che si fa apprezzare subito, schietto e diretto Un puro rock blues con tanto groove.“Give it to me” Prosegue sulla strada del primo brano, bello, con ritornello molto canticchiabile, non può passare inosservato il ricordo whitesnake ..

”Bring it Down” pure qui il ricordo di Coverdale non può sfuggire, E non è una critica ma un apprezzamento, le sonorità son belle e appaganti. “Round and round” una bella e classica ballad, con classico assolo bello e giusto per l’occorrenza, si insomma, sentito uno li hai sentiti tutti, però bello, fatto bene.

“Sometimes ya just wanna” Un pezzo dal sapore vagamente rock funk, simpatico dove si cambia un po marcia. “What a Way to go” per metà pezzo è uno sdolcinato giretto western un pò insipido tenuto in piedi dal magistrale Pedro alla voce e da un basso cadenzato, la seconda parte ci sveglia cambiando il numero di giri con classico bel assolo e coretti all’americana.. “Swallow my Pride” é un brano carico e simpatico, finalmente ci si sveglia, sicuramente un brano favorito nei live dove ci si può giocare.

“Eden in your eyes” ci ripropone la solita ballad tipo prima, che se uno proprio non ama sto genere, le palle non le ritrovi più. Tutto fatto benissimo eh per carità.. Critico la scelta dell’assolo, che non c’entra una mazza col brano e non par neanche eseguito bene, ma vabbeh.. qui proprio è un no. Cmq poi finisce anche questa. Passiamo, deo gratias al pezzo successivo “Rise free” e meno male, almeno si comincia a ragionare Qui la voce come al solito ci presenta la parte migliore del disco, molto convincente e di effetto. Plauso alla sezione ritmica che fa battere i piedi, un bel brano con un bel groove.

“Y’all come back soon” noo ci risiamo con I giretti western intorno al falò, Con coretti nel mezzo imbarazzanti.. ok lasciamo finire anche sta roba.. Ah no, non finisce..si ripetono alla fine concludendo con la ripresa acustica di “Eden in your eyes”.. Se ne poteva fare a meno. Ok che dire??Di sicuro un bel gruppo, di sicuro live renderanno come bestie.. un album che ha 2 volti, uno bello, potente grintoso e solido.. L’altro, classico da band per ragazzine, usuale in molte band usa che casca in queste ballad melense, che stancano e pressano gli attributi e ti sfiniscono all’inverosimile.. Una grande band con un prodotto fatto bene, registrato magistralmente che poteva essere più gustoso se i brani fossero stati più omogenei.. ma magari in America piace così..

Jos Power