Veronica Fusaro
Looking For Connection
Nel suo secondo LP, “Looking For Connection”, Veronica Fusaro si conferma come una delle voci più autentiche e riconoscibili della scena indie-pop europea. In uscita il 24 ottobre 2024, l’album è un lavoro maturo, pulsante, intimo e universale al tempo stesso: un diario sonoro che esplora la distanza emotiva in un’epoca di iperconnessione digitale. Dieci tracce, dieci finestre aperte su momenti di vulnerabilità e desiderio, raccontati con la grazia malinconica e la carica soulful che contraddistinguono la cantautrice italo-svizzera.“Looking For Connection” è un titolo che risuona profondamente con le inquietudini contemporanee: la fame di contatto umano in un mondo dove tutto sembra filtrato da schermi, algoritmi e notifiche. Veronica Fusaro non cerca risposte facili, ma offre uno specchio emotivo fatto di parole e suoni che sembrano dire: “anche tu ti senti così?”.L’album si apre con “Slot Machine”, una traccia brillante ma piena di inquietudine, che mette subito sul tavolo uno dei temi centrali del disco: la dipendenza dalla tecnologia, il vuoto lasciato da scroll compulsivi, l’illusione di felicità a portata di click. Il ritornello, con il suo “why do I feel so down?”, un grido sommesso ma potente nella sua sincerità. Il groove è minimale ma accattivante, con linee di basso quasi sensuali e una produzione pulita che lascia spazio alla voce, quel timbro riconoscibile tra mille.Segue “Gold Rush”, il singolo più pop del disco, una vera e propria corsa all’oro del successo e dell’affermazione personale, ma anche una critica all’ambizione senza tregua che logora e svuota. Veronica canta di burnout con una melodia quasi spensierata, in un contrasto che funziona a meraviglia. C’è qualcosa di Robyn e qualcosa di Florence Welch nei momenti più esplosivi, ma sempre filtrato attraverso lo sguardo intimo dell’autrice.
L’album continua con “No Rain No Tears”, ballata pop con un’anima soul che sembra arrivare da un jukebox degli anni ‘60, ma con una produzione contemporanea. È qui che la voce di Fusaro brilla con maggior forza, muovendosi tra registri diversi con una naturalezza rara. Il brano è stato giustamente ben accolto dalle radio, il suo messaggio di trasformazione tocca corde profonde, senza mai scadere nello scontato.Il cuore del disco si trova in “Jealousy”, una traccia ipnotica, quasi psichedelica nel suo incedere ritmico, che affronta la cultura del confronto in maniera disarmante: “scrolli e ti confronti, anche se sai che non ha senso, anche se ti fa male”. Il ritmo incalzante e l’arrangiamento stratificato trasportano l’ascoltatore in un vortice emotivo che non lascia indifferenti.Con “Tomorrow’s Coming” e “Can You Take The Heat?”, il tono del disco si fa più introspettivo e riflessivo, ma non perde mai la carica ritmica. Il primo è un invito a non farsi travolgere dal futuro, a stare nel presente con gentilezza; il secondo, con un arrangiamento più rock e chitarre graffianti, suona quasi come un test: sei pronto ad affrontare te stesso?
“If not for you” inizia con un ritmo veloce di chitarre, poi arriva la voce che avvolge con calore e dà una sensazione di risoluzione naturale e facile.Veronica Fusaro ha sempre saputo scrivere testi incisivi, ma “Looking For Connection” segna un’evoluzione nella sua scrittura: le immagini sono nitide, cinematografiche, e i versi sembrano nati per essere sottolineati, condivisi, cantati sotto la doccia o in macchina a tutto volume.Un esempio perfetto è “Little Too Much”, una canzone che racconta l’ansia da prestazione, l’auto-ottimizzazione, il desiderio di essere perfetti in un mondo che premia solo chi spinge sempre più forte. Musicalmente, il pezzo è costruito su un beat rilassato, quasi neo-soul, che lascia spazio alla voce e alle parole. Un piccolo gioiello di empatia.“Alice” è una ballata evocativa che richiama atmosfere oniriche, quasi da fiaba psichedelica. Qui Fusaro si concede maggior sperimentazione, sia vocale che strumentale, con synth sognanti e una narrazione che flirta con l’allegoria. È il brano più sperimentale del disco, e una piacevole sorpresa in un album così coeso.
Chiude il disco “It’s All Gonna Be OK!”, un titolo che potrebbe sembrare ironico ma è invece profondamente sincero. È una canzone di speranza, con un groove che invita a muoversi, a ballare via l’ansia, a lasciare andare il peso delle aspettative.Con “Looking For Connection”, Veronica Fusaro non solo consolida il successo del suo debutto (All The Colors Of The Sky, 2023), ma definisce con chiarezza la sua identità artistica. Le influenze rock e soul si mescolano a una base indie-pop solida, creando un sound personale, riconoscibile, ma mai prevedibile. Le produzioni sono curate nei minimi dettagli ma mai sovraccariche: ogni elemento serve la canzone, e la voce è sempre al centro.Questa capacità di equilibrio tra leggerezza e profondità, tra groove e introspezione, è ciò che rende l’album così riuscito. “Looking For Connection” è un disco che vibra di verità, che parla a chiunque si sia sentito isolato nella folla, scollegato nel rumore costante del mondo digitale.L’uscita dell’album è accompagnata da un tour europeo che vedrà Veronica Fusaro protagonista da headliner in Svizzera, Germania e Paesi Bassi. Dopo le apparizioni prestigiose a Glastonbury, al Montreux Jazz Festival, e l’apertura per Mark Knopfler, questa nuova tournée rappresenta un passo decisivo verso una consacrazione internazionale.
E con la recente nomina tra i “100 Artists to Watch” di IMPALA per il 2025, Fusaro dimostra di essere ben più di una promessa. Il live del 1° gennaio 2026 alla London New Year’s Day Parade sarà un ulteriore sigillo su una carriera in pieno decollo, mentre l’anniversario dei dieci anni dal suo esordio con “Lost In Thought” (2016) sarà l’occasione perfetta per guardare indietro e, soprattutto, avanti.“Looking For Connection” è un disco che riesce là dove molti falliscono: trasformare la complessità del vivere moderno in canzoni che accarezzano, scuotono, consolano. Veronica Fusaro firma il suo lavoro più personale e incisivo, dimostrando che la connessione non è un’utopia, ma una possibilità concreta ,soprattutto se c’è qualcuno che ha il coraggio di cantarla.
Un album da ascoltare con le cuffie mentre si cammina da soli in città, da ballare in salotto o da tenere come colonna sonora dei momenti in cui si ha bisogno di sentirsi compresi. Perché, alla fine, tutti stiamo cercando la stessa cosa: connessione.
Anna Cimenti




