Ubuntu

il nuovo singolo de I Plebei

I PLEBEI “Ubuntu” Dal 21 gennaio in rotazione radio e video

Link video: https://youtu.be/pYsqvl_J7GQ

“Ubuntu” è il terzo singolo, estratto dal nuovo EP “Semisterili” della folk band trentina I Plebei, disponibile dal 17 gennaio 2022 su tutte le piattaforme digitali e dal 21 gennaio in rotazione radio e video, pubblicato e distribuito da Alka Record Label. Produzione artistica di Michele Guberti (Massaga Produzioni), con la partecipazione di Manuele Fusaroli, produttore di alcuni dei maggiori dischi indie italiani, presso il Natural HeadQuarter Studio di Ferrara.
“Ubuntu” è un’etica o un’ideologia dell’Africa sub-Sahariana che si focalizza sulla lealtà e sulle relazioni reciproche delle persone. È un’espressione in lingua bantu che indica “benevolenza verso il prossimo”. È una regola di vita, basata sulla compassione ed il rispetto dell’altro. Questa è la parola magica, il “verbum”, è il seme che andrebbe piantato ed accudito in ogni dove affinché possa crescere e proliferare liberamente nella coscienza di tutti. Ubuntu ci fa notare che la soluzione a tutte le sterilità sociali risiede nella semplicità e nell’amore per la natura la quale, nonostante le guerre, la prevaricazione dell’uomo sull’uomo, l’inquinamento ecc., continua comunque a fare il suo lavoro, senza chiedere nulla in cambio.
I Plebei nascono nel 1996 come band di musica blues e con un repertorio di brani per la maggior parte originali. In tutti questi anni, grazie ad una profonda ricerca, hanno apportato una sostanziale revisione alla loro musicalità. Nel 2002 il gruppo partecipa ad Alband, concorso musicale, indetto dal Comune di Rovereto, classificandosi al III° ed incidono in studio il loro primo singolo “Africa”. Nel 2006 realizzano il primo demo album “illusioni fittizie live”. Nel 2007, al concorso nazionale Tour Music Fest, il gruppo si distingue, insieme ad altre venti band emergenti, tra circa duemila partecipanti. Verso fine anno avviene la registrazione, in studio, dell’EP “Illusioni fittizie del giovedì sera”, interamente autoprodotto. Dal 2007 fino al 2009, la band sponsorizza il suo lavoro dando vita al “cd crossing”, dischi abbandonati e poi ritrovati in tutta Europa. Negli anni successivi, 2008/2009, compongono e presentano lo spettacolo teatrale “Lucinfuga”, che portano anche fuori dai confini regionali presso festival, locali, associazioni, circoli Arci e teatri. 2013 registrano il nuovo album “Eterna è la tensione di clavicole ingranaggi e leve”. Nel 2014 è stata richiesta la presenza live del gruppo in occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione, al parco delle Albere a Trento.
Nel 2016 entrano a far parte dell’etichetta (R)esisto di Ferrara che è in stretta collaborazione con l’etichetta Alka Record Label, conosciuta a livello nazionale per la sua proposta musicale, viene ristampato in versione digitale l’album “Eterna è la tensione…”. Nel 2018 I Plebei sono passati all’etichetta Alka Record Label per la quale hanno prodotto l’EP “Velo S Velo”. Dopo eventi live e vari lock-down per la crisi sanitaria nel 2021 esce l’EP “Semisterili”, anticipato dal singolo “Gioiamara”.
Non dobbiamo infine dimenticare il successo dell’evento da loro creato, “Un’ora di troppo”. Si tratta di un concerto che si svolge durante il passaggio dall’ora legale a quella solare, di un concerto notturno, di una “celebrazione concertata” che ha lo scopo di “dare suono” a quel lasso di tempo che, ogni anno, viene tolto o aggiunto all’inesorabile scorrere del tempo.
I Plebei sono:
Vincenzo R. Palombo (Calogero fu Focaluci) – voce
Simon Coppolino (Zibbonio Berretti) – fisarmonica
Mario Speziali (Cateno Erbolini) – chitarra
Giosuè Parisi (Profezio Petris) – basso
Simone Oss (Scrimezio Genesio De Tibia II) – batteria
Crediti singolo
Registrato e mixato: da Michele Guberti presso il Natural HeadQuarter Studio di Ferrara
Prodotto da: Michele Guberti, Massimiliano Lambertini, Manuele Fusaroli e I Plebei
Management e distribuzione: Alka Record Label
Idea, Soggetto e Texture videoclip di Veronica Rigotti
Animazione videoclip a cura di Obi – Andrea Oberosler