Thrash
retrospettiva a cura di Roberto Sky Latini

Quando nasce un nuovo genere

1983 – finisce la NWOBHM

Tra i vari quarantennali, quest’anno 2023 vede anche quello della nascita del genere Thrash Metal. Non si trattò semplicemente di aggiungere uno stile heavy, fu invece la creazione di una cosa davvero innovativa che fece fare un salto generazionale. Fu anche il passo che permise d’intraprendere la strada verso l’estremizzazione dei suoni, che poi portò al Death e ampliò il Black. Il Thrash sdoganò l’innalzamento della violenza sonora. Quel passo ufficialmente saltò il guado il 25 luglio 1983, quando fu pubblicato il primo lavoro dei Metallica ‘Kill’em all’. Ciò rende i Metallica fondatori di un genere e quindi artisti di spessore, ma la valanga vide la palla crescere mentre rotolava verso un pubblico sempre più vasto. La spinta propulsiva del thrash trasbordò la forza innovativa dall’Europa agli USA, in quella bolla generazionale che si formò nella “Bay Area”, determinando la fine della NewWaveOfBritishHeavyMetal. Gli innovatori Metallica in realtà pubblicarono già nel 1982 ‘Hit the Lights’ nella raccolta ‘Metal Massacre’ e il demo ‘No Time ‘til Leather’ contenente alcuni brani che staranno sull’album d’esordio, e quindi potremmo far nascere il genere in quell’anno, ma quel ribollire non era ancora ben visibile, mantenendosi avanguardia di nicchia, e solo il successo di ‘Kill’em All’ vide l’accelerazione culturale e quindi la richiesta massiccia del pubblico in tal senso, in particolare solo un “certo pubblico” perché molti vecchi metallari rimasero inizialmente restii a comprenderne il valore, considerando inoltre che altre band si resero ancora più dure dei Metallica. Il passaggio però fu fulmineo, dalla nascita all’essere di massa il thrash ci mise molto poco.

Gli album debutto
1983 (25 luglio)-‘Kill’em all’ Metallica (USA)
1983 (3 dicembre)-‘Show no Mercy’ Slayer (USA)

1984- ‘War and Pain’ Voivod (canada)
1984- ‘Metal Church’ Metal Church (USA)
1984- ‘Fistfull of Metal’ Anthrax (USA)

1985- ‘Endless Pain’ Kreator (germania)
1985- ‘Infernal Overkill’ Destruction (Germania)
1985-‘Bonded by Blood’ Exodus (USA)
1985- ‘Feel the Fire’ Overkill (USA)
1985- ‘We have arrived’ Dark Angel (USA)
1985- ‘Killing is my Business…and Business is good!’ Megadeth (USA)

1986- ‘Doomsday for the Deceiver’ Flotsam and Jetsam (USA)
1986- ‘Obsessed by Cruelty’ Sodom (Germania)
1986- ‘Morbid Visions’ Sepultura (Brasile)

1987- ‘The ultra-violence’ – Death Angel (San Francisco) inizialmente prodotti da Kirk Hammett con un demo
1987- ‘The Legacy’ Testament (USA)
1987- ‘Into the macabre’ Necrodeath (Italia)
1987- ‘I.N.R.I.’ Sarcofago (Brasile)

1988- ‘Forbideen Evil’ Forbidden Evil poi Forbidden (USA)
1989- ‘Alice in hell’ Annihilator (canada)

Prima c’era lo Speed Metal

Niente appare per caso anche quando è rivoluzionario, infatti il thrash era stato preceduto dallo Speed. Su questo passaggio si possono fare mille considerazioni poco oggettive, dato che come nell’evoluzione naturale è difficile inquadrare i fossili intermedi, così per l’arte musicale è difficile individuare chi è a metà del guado. Lo Speed non è altro che il genere Heavy Metal velocizzato e indurito, ed in effetti lo schema e anche l’espressione chitarristica sono entrambe della stessa pasta di cui è fatto l’heavy. Però è musica più serrata che velocizzandosi rende un pò differente la percezione stilistica. Per lo Speed possiamo partire dai Motorhead con i brani ‘Overkill’(1978) e ‘Bomber (1979), e poi con l’album ‘Ace of Spades’ (1980), accompagnando la stessa NWOBHM verso lidi più impattanti. Non in molti ne seguirono l’esempio in quel periodo, ma tra essi possiamo vedere nel 1981 sia i Raven della NWOBHM, sia i canadesi Anvil, e ancora nello stesso anno i belgi Killer, poi i Tank del 1982. E appena un mese prima dei Metallica, l’esordio degli speeder ‘Exciter’ nel 1983 appunto. La loro furia scatenata aveva già avviato certi metallari all’educazione musicale estrema, e quando venne fuori il Thrash non poteva che esserne la logica conseguenza. Perché quei gruppi  non possono essere chiamati Thrash? Perché la modalità compositiva non è una novità formale vera e propria rispetto al già esistente “Heavy”, è caso mai un sottogenere dell’heavy, il cui merito ideativo va comunque attribuito solo ai Motorhead di Lemmy, anche se gli altri gruppi hanno avuto la capacità di esprimerlo in modo personalissimo (Anvil; Raven ed Exciter in testa). No, il thrash è proprio un’altra cosa, anche se naturalmente contiene alcune note heavy, come anche, se ci si fa molta, ma molta, attenzione, si lasciano intravedere sfumature che provengono dal blues, quest’ultimo già parzialmente abbandonato dall’heavy metal classico che proveniva da Judas/Iron Maiden, anche se va ricordato che tutto il rock, compreso quello metal, non è mai del tutto staccato dalle origini blues.  In questa conformazione formale anche l’hardcore-punk ha il suo ruolo nel generare il thrash, ma esso spesso è più nel cantato che nella tecnica strumentale, anche se poi nei gruppi germanici questa vicinanza appare generalmente più evidente. Il riff veloce e l’uso del picking preciso denotano una caratteristica peculiare del thrash, in particolare viene usato il downpicking di cui Hetfield dei Metallica è stato il maestro, dando la pennata verso il basso che pare velocizzare l’esecuzione ritmica della chitarra, anche se poi si può variare in alternanza con colpi verso l’alto. Il Power-chord spesso è di tre note e comprime il muro riffico. Viene utilizzato anche lo Sweep-picking che sferraglia notevolmente, già utilizzato nel jazz, ma nel rock per la prima volta da Blackmore.

Gli altri eroi thrasher

Il nuovo fuoco metallaro venne appiccato in America e in molti si misero d’impegno per essere i più scatenati possibile. Tra gli eroi iniziali spiccava Dave Mustaine per essere stato fondatore dei Metallica, ma una volta cacciatone, il suo gruppo Megadeth non esordì prima del 1985, quando ormai il thrash navigava alla grande, eppure surclassò molti e ciò fece sì che divenne una delle band più influenti del genere. Inso,,a lui fu genio coi Metallica e dimostrò di esserlo anche dopo. I gruppi più rappresentativi nel 1984 erano già attivi nella loro fucina ad infiammare gli animi dei fan, ma iniziarono a pubblicare nel 1985. Così esordirono coi Megadeth anche gli Exodus, gli Overkill e i Dark Angel per gli Usa, mentre nasceva anche una scena germanica poi rivelatasi importante nella scena internazionale, parliamo di Kreator e Destruction a cui nel 1986 si associarono i Sodom, oggi tutti e tre considerate band seminali e produttrici di una corrente musicale feconda. In realtà in America, il Canada aveva già avuto i Voivod nel 1984. Si può dire quindi che la velocità di espansione thrash avvenne molto veloce, comprendendo anche il 1987 con Death Angel; Testament e in Italia i Necrodeath, mentre i ‘Flotsam& Jetsam’ in America avevano debuttato l’anno prima. Quindi tutti i gruppi più importanti del genere fecero la loro comparsa discografica nel breve lasso di tempo di quattro anni, che però ricordiamo, nell’arte sono un enorme spazio temporale, dove le mode come nascono così muoiono. In ritardo fecero la loro comparsa gli altri kid ritenuti sostanziosi artisticamente, nel 1988 i Forbidden e nel 1989 gli Annihilator, anch’essi oggi punti di riferimento della storia thrash, ma entrambi minori rispetto ai loro precursori. Per gli statunitensi Anthrax l’esordio del 1984 non va considerato Thrash, in quanto quel primo album ‘Fistful of Metal’ è di rango Heavy-Speed, e solo nel 1985 con ‘Spreding the Disease’ iniziano ad esprimersi sotto forma di thrash, anche se poi la loro spinta originale diventa vincente sul mercato. Anche i Metal Church iniziano a pubblicare nel 1984, ma la loro essenza è solo per metà thrash, eppure parteciparono attivamente all’indurimento della scena.

I “BIG FOUR”

La fiamma Thrash generò incendi di notevole spessore artistico, e in cima alla lista dei migliori alla fine furono posizionati solo in quattro. Oggi a volte si tenta di far scendere qualcuno da questo podio per essere sostituito da qualcun altro, sono idee che vengono al pubblico o a qualche giornalista del settore, poi però ormai c’è una presa di posizione generale che si è strutturata inamovibilmente su quei quattro: Metallica; Megadeth; Anthrax e Slayer. Ma è vera gloria? Per i METALLICA c’è poco da fare, piacciano o non piacciano, sono gli inventori del genere e poi hanno scritto grandi dischi, e ne fanno parte a prescindere. La critica secondo cui i MEGADETH non rappresentino stilisticamente una differenza rispetto ai Metallica, in quanto ne sarebbero cugini essendone stato il leader Mustaine uno dei membri fondatori, non regge: la musica dei Megadeth è davvero lontana da quella dei Metallica, sia per carattere sia per  struttura. Stranamente Dave Mustaine una volta slegato dai Metallica ha generato qualcosa di fondamentalmente diverso, nei primi quattro dischi realizzando un sound molto più istintivo e schizzato, solo dal quinto mutando parte della propria pelle verso soluzioni meno eclettiche e più dirette, ma sempre evitando sovrapposizioni con le modalità costruttive degli antagonisti Metallica. Di certo anche la sua voce di cantante ha contribuito a rendere la band differente. Quando invece si parla di ANTHRAX, considerando sia il secondo album (già nominato), sia il terzo ‘Among the Living’ (1987), dobbiamo pensare a qualcosa di estremamente personale, ancora più eclettico rispetto ai Megadeth; la bravura degli Anthrax con questi due lavori diventa un potente sdoganamento delle sonorità americane più mainstream, legate anche all’hip-hop, per quanto senza tuffarcisi del tutto; una caratterialità particolarmente pazzoide che non assomiglia alle altre realtà contemporanee, e quindi donando una via alternativa al thrash già codificato. E infine gli SLAYER con la loro scura essenza simil-black che però non tocca quel genere davvero, limitandosi a sfiorarlo. Se la tecnica chitarristica di Megadeth e Anthrax è riconducibile ai Metallica,  gli Slayer assomigliano ai Metallica solo col primo loro album ‘Show no Mercy’, mentre dal secondo ‘Reign in Blood’ diventano generatori di una corrente alternativa: non reinventano il genere ma leggendolo in modo nuovo.

IL Thrash tedesco

La critica annovera il panorama thrash teutonico in una branca differente da quella dei “Big Four”. Qui si parla di terzetto e non di un poker, esso è formato da Sodom; Kreator e Destruction. La differenza con le realtà americane starebbe nell’eliminazione di ogni tipo di melodia dal cantato, e quindi da un accresciuto livello di rocciosità veemente. La loro presenza sul campo origina dal 1983, ma solo nell’84 pubblicano Destruction (maggio) e Kreator (ottobre), mentre per i Sodom bisogna aspettare il 1986. In realtà i Sodom fecero uscire la demo ‘Witching Metal’ nel 1983, stesso anno della demo degli Slayer, entrambi un anno dopo la demo dei Metallica, e un anno nel mondo artistico è tanto considerando come il mercato faccia subito circolare i prodotti anche quando underground. I Kreator con l’esordio non prendono del tutto le distanze dai Metallica avendo la stessa tecnica riffica, anche se il cantato è più cattivo e alla fine possono benissimo essere paragonati anche agli Slayer; addirittura assomigliano più oggi ai primi Metallica che allora. Naturalmente prediligendo la velocità ad ogni traccia dell’album, escludono automaticamente da sé l’interpretazione più modulata del thrash come invece fanno i gruppi americani che rendono più variegato il singolo full-lenght. Lo stesso vale per i Destruction che all’esordio seguono la similare stilistica dei Kreator con però una maggiore dose di tempi cadenzati, inoltre con un senso più tecnico ed evoluto,  anche se pure loro oggi sembrano meno irruenti e più americanizzati, già in tal senso modificatisi all’uscita della loro opera più osannata che fu ‘Pleasure to Kill’. Considerando la modalità espressiva del loro sound, essi sono posizionabili nella corrente inaugurata dai Metallica. Invece i Sodom, più sporchi e grezzi, cercando una maggiore oscurità alla Venom, vanno situati nella corrente degli Slayer. Il loro incedere è sanguigno, virulento e ha molti punti in comune con il black metal più diretto e il death metal classico, sin dagli esordi non limitandosi a suonare thrash. Facendo un generica valutazione di merito, pur essendo gruppi di valore ora diventati cult, non hanno una caratteristica così peculiare da poter spodestare i “Big Four” targati USA.

Aspiranti “Big Four”

Tra i grandi gruppi del thrash abbiamo due realtà che potrebbero spodestare i “Big Four” ma entrambi non ci riescono. I canadesi Voivod e dall’Arizona i Flotsam & Jetsam. I primi arrivano discograficamente nel 1984 con ‘War and Pain’, ben prima di tanti altri, ma l’esordio non è che fosse del tutto thrash ondeggiando fra Heavy e Speed, e dove lo era, non si poneva così distante dalla forma stilistica degli altri, e per quanto l’esordio sia molto interessante non è del tutto messo a fuoco. Solo successivamente la loro proposta evolve e prende una strada pregnante virando verso ecletticità e progressive. I secondi esordiscono tardi, cioè nel 1986 con ‘Doomsday for the Deceiver’ che è già un buonissimo lavoro, potente e tritaossa; la prima traccia dell’album, ‘Hammerhead’ è uno degli episodi più belli del thrash, ma la song ha punti in comune col Power Metal di ‘Ride the Sky’ (Helloween), compreso il cantato, e poi altre tracce sembrano più appunto gli Helloween del primo disco che una band thrash. In seguito essi abbracceranno più strettamente il thrash ma lo interpreteranno in modo così raffinato e prog da far storcere il naso a molti, mentre invece i loro prodotti sono di eccelsa fattura artistica, davvero in alto valorialmente. Ecco, sia i Voivod che i Flotsam hanno grande carisma ma la loro originalità trascende il thrash. Fra i fan però emerge un’altra band che si vorrebbe entrasse nella schiera dei quattro ed è quella degli Exodus, in effetti ‘Bonded by Blood’, debutto del 1985, è davvero un album ben riuscito, a tratti straordinario (mentre il secondo ‘Pleasure of the flesh’ non è che fosse così entusiasmante) e la loro carriera non è male, ma non sono stati i fondatori e nemmeno hanno una stilistica diversa da quella degli altri colleghi. Anche per i Testament qualcuno percepisce un valore tale da aumentarne il peso nel panorama thrash; anch’essi realmente hanno fortissimo carattere e sono ineccepibilmente di qualità, ma alla stessa stregua dei già citati musicisti non sono stati innovatori seguendo spesso la scia dei Metallica, pur mantenendo nel tempo una durezza maggiore. No, la scelta dei nomi per i ‘Big Four’ è stata correttamente giusta.

Il thrash oggi

Negli anni il thrash divenne un genere classico e, una volta abituati all’ascolto della novità, trova molti estimatori provenienti da un substrato culturale heavy metal, perché a differenza di Death e Black, l’aggancio con quella forma rimane abbastanza chiaro. Dilagò ovunque, e va sottolineato in particolare quanto la scena sudamericana ne sia stata sensibilizzata (importanti i Sarcofago e i Sepultura). Ma la scena estrema ha da sempre affascinato una branca di metallari italiani, e così ecco i Necrodeath, invidiatici anche all’estero. Come accennato prima, lo Speed antecedente al Thrash fu necessario al passaggio di genere, e molti gruppi speed di allora, oggi vengono considerati anche thrash semplicemente perché, come ad esempio gli Exciter, una volta visto nascere il genere ci si sono adeguati ed hanno cominciato a buttarsi lì e a rendere meno speed la loro essenza, così su Wikipedia o in altre testate trovate questi gruppi classificati come speed/thrash. Ciò genera a volte l’equivoco di pensare alcuni gruppi oggi thrash come inventori del thrash perché esistevano prima del 1983, quando invece sono gruppi trasformisti che hanno cominciato con l’heavy o lo Speed e hanno proseguito con il thrash, anche in buona fede e con ottimi risultati come i Raven per esempio. Dopo quarant’anni il genere non è più puro tra le nuove generazioni. Chi lo fa alla vecchia maniera appare vintage, ma la presa energetica è la stessa, in grado di esprimere la violenza primordiale che voleva sfogare sin dal principio. Chi vuole essere solo thrash, ma moderno, diventa ipertecnico e quasi elimina la crudezza diventando gelidamente tagliente. Oppure lo mescola alle sonorità estreme del Black e del Death, infilandoci pure hardcore e punk, comunque questi ultimi da sempre nelle corde di questa musica impattante. Se il Black è diventato progressive, il thrash invece tende a rimanere comunque più puro in tal senso, e se si deve mischiare lo fa con i generi più agguerriti. Soprattutto i gruppi thrash che cantano in growl pendono verso Black e Death e non certo verso il prog. La scena thrash forse oggi è un po’ statica e solo il Technical Thrash o, appunto più raramente, il prog-thrash fanno passi evolutivi concreti, eppure la scena brulica di nuovi gruppi amanti del thrash puro, perché l’aggettivo “vero” abbinato al metal funziona molto meglio con i generi più intransigenti. Sia il Black che il Death devono ringraziare il thrash per la loro esistenza, perché, per esempio, per quanto i Venom siano stati precursori del Black-Metal, senza l’arrivo di Metallica e Slayer, sarebbero rimasti un Black’n’Roll basico, magari imparentato anche col doom Sabbathiano, ma non un fantasmagorico genere come il Black poi è diventato. E non solo, anche la tecnica espressa spesso pervade gli altri generi metal e ne aumenta la modernità, persino nello Street Metal ogni tanto sentiamo riffiche thrash. Se il metal è energia, molta di essa passa per l’attitudine thrash.