The Rods
Wild Dogs Unchained
Negli ottanta assistemmo alla nascita di un etichetta la mitica Shrapnel Records fondata dal produttore discografico Mike Varney il quale fu “responsabile” della nascita di artisti divenuti poi famosi e capostipiti dei cosiddetti guitar Hero .
ma non solo, perché per questa seminale etichetta vennero pubblicati dischi davvero fondamentali per la diffusione dell’heavy metal citiamo ad esempio gli Exciter gli Artension gli Steeler che fu la prima seminale band di un allora giovane Yngwie Malmsteen.I The Rods sono una di quelle band che ancora oggi sforna dischi quasi in modo regolare ed è di questo mese l’uscita del nuovo lavoro intitolato Wild Dogs Unchained riprendendo il titolo di un vecchio disco del 1982 che si chiamava Wild Dogs.Un disco questo che possiamo considerare non completamente nuovo in quanto contiene sia brani inediti che classici della band, reinterpretati in chiave moderna. In “Wild Dogs Unchained”, i The Rods continuano il loro celebre assalto sonoro, fondendo classici rivisitati come ‘Hurricane’ e “Wild Dogs Unchained” con nuove e potenti canzoni tra cui “Eyes Of A Dreamer”, “Tears For The Innocent” e “World On Fire”. Il risultato è l’album più ambizioso e definitivo della band fino ad oggi più duro, più pesante e più soul che mai.
David “Rock” Feinstein (chitarra/voce), Freddy Villano (basso) e Carl Canedy (batteria) hanno realizzato un album dei The Rods che piacerà sia ai fan più accaniti che al nuovo pubblico. Rimixato e rimasterizzato da Chris Collier, “Wild Dogs Unchained” mette in mostra i muscoli musicali e si basa sul modello sonoro che questi tre musicisti hanno forgiato negli ultimi anni.Gli Americani non riposano sugli allori, anzi, col passare degli anni diventano più compatti, più sfumati e forse anche più brutali dando lezioni a band fresche di nascita che ancora devono muovere i loro passi intraprenderanno la strada segnata dai loro maestri.
È un periodo strano questo perché sembrerebbe quasi diventare una moda pubblicare dischi che già sono usciti possiamo citare a d esempio questo si eclatante come ad esempio The dark side of the moon Redux di Roger Waters rifacendo interamente quel disco che ancora oggi suscita emozioni ma che nella versione del bassista floydiano è un totalmente inutile. Lui non è il solo perché anche Bruce Dickinson ha pensato di rifare Balls To Picasso chiamando la nuova versione more Ball to picasso anche qui la versione è abbastanza discutibile.Detto questo il disco dei Rods non toglie ne aggiunge nulla di quanto già fatto in precedenza non si discute la capacità della band di reinterpretarsi e sebbene le canzoni sia tutte valide anche se a quasi tutte manca un po’ di velocità. Perché ad esempio le prime canzoni sono dei mid-tempos che dopo un po’ almeno per quanto mi riguarda alla lunga annoiano e bisogna aspettare fino alla fine del disco per trovare delle canzoni che siano non veloci ma pure distruttive come Make Me A Believer e
Hurricane. Unchained comunque rimane sempre un ottimo disco realizzato da David “Rock” Feinstein e compagnia che dimostrano dopo quasi cinquant’anni di avere ancora una voglia incrollabile di non farsi abbattere dall’età che avanza ma che invece lottano duramente per la causa.
Stefano Bonelli