The Pineapple Thief
It Leads To This
A tre anni dall’ultimo album di inediti, i Pineapple Thief ritornano in pista con questo It Leads to This che confermando il loro stato di grazia rende giusitiza al loro status di band di punta nel panorama del moderno prog.
Come già scritto nella recensione di Versions of the Truth del 2020, l’incontro con Steven Wilson prima e l’ingresso, nel 2016, nella lineup di Gavin Harrison hanno di fatto spostato gli equilibri, trasformando la band da buona ad ottima con una nuova e piu’ talentuosa capacità di scrittura musicale. Denominatore comune nella loro carriera resta comunque il fatto che il fondatore e leader Bruce Soord e soci hanno sempre ricercato la qualità e la ricercatezza nella loro produzione pertanto ciò che accade dal 2016 arricchisce e conferma qualcosa che già era in essere.It Leads to This mi piace molto, è un album ricco e già dal primo ascolto resta in testa e dona ottime sensazioni. L’impressione è piu’ che positiva e le chitarre di Bruce, la batteria di Gavin, il basso di Jon Sykes dialogano all’unisono sorrette dalle tastiere discrete ed inconfondibili di Steve Kitch. Come al solito c’è grande cura negli arrangiamenti ed è sorprendente quanto il disco suoni bene anche ad alto volume.
Grande atmosfera con Put it Right, traccia d’apertura che lentamente prima solo con la voce e poi con la ritmica e le tastiere, ci introduce nel mondo incantato dei Pineapple Thief. Una bella ed ipnotica ballad in pieno stile prog indie quasi alla Radiohead maniera…la successiva Rubicon ci risveglia bruscamente con un rock sempre elegante e patinato ma piu’ nervoso e sincopato con una grande sinergia tra batteria e basso veramente godibili da ascoltare anche al di fuori del contesto della canzone. Eccoci alla title track che con la sua particolarissima andatura affascina ed incuriosisce obbligandoci a riascoltarla piu’ volte fino ad intravedere la miriade di strutture che la compongono e la rendono intrigante ed interessante.
Davvero bello il video che accompagna The Frost, quarta traccia del cd che possiede un ottimo mood rock e rappresenta senza dubbio uno dei pezzi piu’ godibili dell’opera. Con la successiva All That’s Left i toni si abbassano e diventano piu’ malinconici e riflessivi, sono molteplici le emozioni che questo pezzo dona all’ascoltatore dai riff di chitarra agli effetti elettronici che appaiono quà e là. La stessa sensazione sonora continua con Now It’s Yours, un pezzo languido e sensuale che comunica calore e passione. Every Trace of Us ravviva e riavvicina la band alle ultime produzioni dei Porcupine Tree mentre la conclusiva To Forget riporta la produzione su binari piu’ affini ai pezzi precedenti dove aleggia un romanticismo melenso ed elegante alternato a momenti piu’ elettrici. E’ un disco molto bello, i Pineapple Thief sono una band che sa perfettamente come e cosa suonare, alcune atmosfere presenti in questo lavoro sono assolutamente meravigliose e senza tempo, il sentimento trasuda dai testi e dalle musiche e sopratutto si tratta di un cd che si ascolta e riascolta con grande piacere.
Massimo Cassibba