The Memory Of Snow
Home is where the heart aches
The memory of snow è un debutto discografico nato dalla mente dell’artista francese Albin Wagener, che ci riporta indietro direttamente agli anni ottanta quando in Inghilterra scoppiò il movimento new wave con band più o meno dedite a commistionare il rock pop punk dark all’elettronica e di cui erano capostipiti gruppi come depeche mode David Sylvian e suoi japan, dove quest’ultima band è per i The memory of snow una grossa influenza.
Ascoltando il disco ho come avuto l’impressione che sia magari non sbagliato ma forse è uscito in un momento in cui questo è un genere che non ha più cosi presa; un vero peccato perché il disco merita più di un attenzione non fosse altro perché gode di un ottima produzione e le canzoni si fanno ascoltare con piacere ,e il cantante Albin si veste da vero chanzonie elettronico una sorta di crooner dei giorni nostri.Stilisticamente elegante e raffinato The memory ci mettono a proprio agio comodamente sprofondati nella nostra poltrona preferita un sigari in una mano ed un bicchiere di wiskey nell’altra creando un atmosfera distopica alla Blade Runner.
L’album si dipana in ben tredici tracce malgrado ciò il disco ha il potere di catturare l’attenzione dall’inizio alla fine e si resta facilmente avvinghiati tra le note dell’artista francese la causa di questo è l’ipnotico andamento delle canzoni ed ognuna di esse è capaci di darti emozioni diverse per farti vivere appieno il messaggio insito in quest’album che sostanzialmente ci parla di esperienza di vita vissuta delle varie angosce dell’amo e dei tempi difficili (per noi sono tempi duri-autocit) che stiamo vivendo.
Da segnalare la cover di Peter Gabriel Don’t Break This Rhythm resa con una lettura personale senza stravolgerne le intenzioni dell’artista originale. Da segnalare anche Drug il cui imprinting ricorda molto Knockin on heavens door di Dylaniana memoria ma non si tratta di plagio ma solo di un flavour.
Stefano Bonelli