The Darkness
Live @ Orion (Ciampino) 17/10/2025
Articolo a cura di Fabio Podeschi
foto a gentile concessione Lady O
– IN PRAISE OF BACCHUS-
“Vengo come Dioniso il vittorioso, che farà della terra una giornata di festa…”. “Dioniso è, per la sua essenza primordiale, gioiosa e naturale, spontanea e priva di misura e di logica, travolgeva nell’ebbrezza e usava il sarcasmo verso chiunque gli si opponesse, era il Dio che attraverso il vino, faceva ‘straniare’ gli uomini è il dio della vita ciclica, che non può essere ridotta al solo ‘segmento vita-morte”.
Intro che si addice al personaggio musicista ed artista della serata Justin Hawkins controverso leader e cantante del gruppo Albionico The Darkness, come l’antica divinità Greca dedita alla festa, dell’estasi e della fertilità, spesso associato anche al teatro e alla natura selvaggia come lui da un lato porta gioia, liberazione e ispirazione artistica, dall’altro è sinonimo di confusione e caos. E’ sempre stato un personaggio emblematico questo cantante, per un periodo ci fu un lungo stop nella band dovuto ai suoi problemi di droga ed alcool addirittura ammise di aver speso con gli introiti della canzone Christmas Time 150.000 sterline in cocaina….. comunque dopo una ripulita completa in un centro di disintossicazione ritorno nel 2008/2009 con una nuova band gli Hot Legs molto simile al primo periodo Queen per intenderci Sheer Heart Attack/At Night At The Opera per poi riformare i The Darkness nel 2011, ma questa è un’altra storia… veniamo a noi ed addentriamoci nella serata…..
Si ringrazia per la gentile concessione di aver potuto partecipare noi della webzine
Tempiduri.eu a questo show il boss Jacopo Casati di MC2 LIVE
DEA MATRONA
Prima band a salire sul palco dell’Orion Live Club sono gli Irlandesi Dea Matrona band con all’attivo un album autoprodotto fanno da spalla per il tour dei The Darkness. Propongono un alternative rock a tinte anni settanta anche dal vestiario (la bassista sembra Patty Bravo castana) molto soft un misto tra Patty Smith/Garbage e The Corrs più cupi. Bravi ma sinceramente li ho trovati un pò fuori contesto per la serata secondo me erano più adatti di spalla per i Depeche Mode, ma con il glam sinceramente “ ci azzeccano poco come direbbe Antonio di Pietro ” band legata molto a sonorità elettro pop ma poco all’hard rock.
Un gruppo piacevole d’ascoltare in un club ma nulla di più, secondo me i brani che mi hanno colpito di più sono stati Hat that i Care a tratti shoegaze, Magic Spell molto intimistica e la conclusiva Red Button. Punto di forza di questo duo sono il batterista Jamie Hewitt e alla chitarra Declan McKerr noto per aver aperto gli show a Sheryl Crow è considerato un chitarrista ed un musicista eccezionale. Per il resto il duo della band Orláith Forsythe Mollie Mcginn si alternano nel suono della band, ma a mio parere lo trovo un genere un pò troppo morbido de gustibus. Per il resto hanno sicuramente intrattenuto le persone visto il sentito applauso alla fine dello show.
-SETLIST-
I Hate That I Care
Stuck On You
Magic Spell
Oh Well(Fleetwood Mac Cover)
Black Rain
So Damn Dangerous
Glory, Glory (I Am Free)
Red Button
– MEMBERS-
Orláith Forsythe – vocals, lead guitar, bass guitar, mandolin
Mollie McGinn – vocals, lead guitar, bass guitar, keys, drums
Jamie Hewitt – drums
Declan McKerr – guitar
-THE DARKNESS-
Con una musica simil Braveheart/L’ultimo Dei Mohicani entra in scena tutta la band in ordine Rufus Taylor il batterista, Frankie Poullain
Basso, il fratello di Hawkins Daniel alla chitarra ed alla fine come in un trionfo con la sua camicia dorata traslucida, cappello alla Johnny Depp, pantalone bianco a zampa di elefante e stivale a punta in stile Van Halen arriva il frontman Justin. La band ci propone due ore di show con diciannove brani più un encore che saccheggiano la loro discografia ma in realtà saranno solo quindici, perché cinque sono cover credo fatte al momento per intrattenere il pubblico ma di questo momento ne parlerò dopo…. Aprono la serata con un brano Rock and roll party Cowboy , dal loro nuovo album Dreams On Toast del 2025, brano ben fatto ma con rimandi a brani del tempo dei Poison nulla di che, meno male che si attinge subito al loro passato con Growing On Me dal loro primo album Permission To Land brano spettacolare di un’energia e potenza unica riascoltandolo, sono ripiombato ventidue anni fa all’epoca avevo venticinque anni impazzivo per Him e Type O Negative (tuttora), eppure quando passarono il video su MTV capii che erano geniali!! Veramente bella in sede live. Altra bomba dal passato Get Your Hands off My Woman dove il singer dimostra che la voce non è diminuita ma migliorata come il buon vino e l’apporto in sede ritmica ha un quid in più grazie a Rufus Taylor che alla batteria è un muro sonoro veramente figlio d’arte del padre anzi credo che a tecnica gli sia superiore perchè con i Queen faceva cose più semplici invece il figlio è molto più tecnico e metal. Proseguono brani dall’ultimo repertorio Mortal Dread e Motorheart e Walking
Through The Fire brani di stile perché il gruppo c’è, ripescano un pò dal passato ma mancano secondo me di quel mordente che colpiva nel segno, dei tre il migliore Motorheart . C’è un momento di pausa dove Justin interloquisce con il pubblico li incita dicendo che li vede stranamente strani e spenti e che non si sta divertendo si toglie camicia e cappello e mostra torace e braccia completamente tatuate dove al lato non si può che non notare un enorme punto interrogativo…..sembra da come si comporta un pò il Loki della divinità nordica il caos rispetto al fratello Daniel l’altro chitarrista che è tutto l’opposto di lui molto serio, infatti abbozza a malapena sorrisi durante lo show. Una fan gli lancia una maglia rossa del suo gruppo lui la indossa e per fortuna parte l’intro di un altro pezzo cardine Barbarian peccato che nella serata hanno tirato fuori poco da questo album secondo me Last Of Our Kind è il loro miglior lavoro potente, melodico, moderno e deciso senza sbavature il più duro della loro discografia. Altro tuffo nel passato con Love Is Only Feeling è quasi un tributo ai primi Kiss con Paul Stanley alla voce bella a distanza di ventidue anni pezzo che con la sua vocalità e struttura regala ancora emozioni con i solos alternati dei due fratelli e l’apporto del bassista storico Frankie che riempie il suono, persona che si è dimostrata fra tutti quello che hai interagito in maniera più umile e sentita con il pubblico, lui credo che sia l’ago della bilancia che manda avanti la band per la sua saggezza ed esperienza, Il solos finale di Justin sempre d’antologia.
Prima dell’intermezzo di cover c’è Givin Up dove Justin coinvolge il pubblico con vocalizzi e coretti in stile del compianto Freddie Mercury il suo modo di porsi è simile sicuro e deciso questa canzone sembra un ricordo per lui . C’è poi questo intermezzo di buoni 25 minuti nel quale vengono proposte quattro cover si passa da Dead Flower dei Rolling Stones, a Fat Bottomed Girls dei Queen a The Power Of Love di Jennifer Rush ad addirittura Back For Goods dei Take That facendo capolino ogni tanto un “No Woman No Cry” di Bob Marley. Allora quello che posso pensare va bene fare le cover è bello, però e anche vero che bisogna farle ben fatte, il perdere tempo e lo scherzare si può fare in uno show ma solo per poco cinque dieci minuti è l’intrattenimento per ricreare, qui invece secondo me si ha un pò esagerato infatti il fratello Daniel ha incrociato lo sguardo con lui e gli ha fatto capire ad un certo punto che forse era il caso di smettere anche perchè l’effetto karaoke dopo un pò perde di tono ed anche al pubblico stava dando fastidio…..
Si riparte con la power ballad Heart Exposed brano cardine di The Easter Is Cancel dal sound simil profetico glam ricorda quell cose fra Bowie/Queen primo periodo con la voce di Justin che è un piacere udire nei suoi falsetti e l’incedere marziale della batteria di Rufus che incombe come un antico rito Celtico veramente bella. C’è spazio per un altra cover One Vision le movenze di Justin ricordano Mercury quasi un tributo di rispetto a lui ed al figlio di Taylor presente cui Freddie diede il secondo nome Tiger alla nascita nel 1991 a marzo un grande privilegio anche perché poi Mercury morì a Novembre. Il brano è suonato discretamente piace al pubblico più che altro per il ricordo che fu la canzone originariamente, ma è nient’altro che un ulteriore riempitivo della serata. Prosegue The Longest Kiss brano estrapolato dall’ultimo album che ricorda i tempi di At Night At The Opera dei Queen con quell’incedere alla Seaside Rendezvous un pò alla The Rocky Horror Pictures Show e ci piace come bizzarria.
Si torna nel passato con la hippegiante Friday Night pezzo di riempimento del loro primo album ma niente più, per poi passare ad un brano dall’album Pinewood Smile, Japanese Prisoner Love anche questa sembra provenire dal miglior repertorio dei Queen periodo Jazz e un piacere perchè un tuffo nel passato fra psichedelia e hard rock il corpo di Justin si muove e i suoi tatuaggi visibili sul corpo creano una danza tribale a cinquanta anni e dopo tutto quello che si è fatto è tiratissimo ed in formissima per l’età che ha salta come un ventenne senza accusare la minima fatica. Chiude lo show prima dell’encore l’esplosiva I Believe In A Thing Called Love il primo album è stato completamente saccheggiato dei suoi brani, anche questo pezzo ha acquistato in questa sede odierna, anzi inizialmente lui ha fermato lo show chiedendo di togliere i cellulari da questo momento in poi per far partecipare meglio il pubblico a questa canzone.
Chiude questa parte dello show uno scroscio di applausi ma non è ancora finita e c’è tempo per un altro pezzo.. la band rientra al completo e chiude con un altro brano dal loro ultimo brano I Hate Myself dove uno scatenatissimo Justin salta come farebbe Angus Young degli Ac/Dc vestito con i soli boxer e sotto s’intravede uno slip leopardato ma lui è sempre stato eclettico e stravagante ci si può aspettare di tutto, già all’epoca nel video di Growing On Me ventidue anni fa uno pterodattilo ingravidava la loro astronave dove sarebbero nati i The Darkness cose che segnano e colpiscono(Risate). Lo show si chiude in uno scroscio di applausi dove la band distribuisce al pubblico materiale come scalette e plettri e le bacchette di Rufus ai più fortunati che riescono ad accaparrarsi gli oggetti. Show che ha dimostrato che questa band dimostra ancora tanto da dire e che può riservarci ancora gradite sorprese per il futuro.
-SETLIST-
Arrival
Rock and Roll Party Cowboy
Growing on Me
Get Your Hands Off My Woman
Mortal Dread
Motorheart
Walking Through Fire
Barbarian
Love Is Only a Feeling
Givin’ Up
Dead Flowers (The Rolling Stones cover)
Fat Bottomed Girls (Queen cover)
The Power of Love (Jennifer Rush cover)
Back for Good (Take That cover)
Heart Explodes
One Vision (Queen cover) (Snippet)
The Longest Kiss
Friday Night
Japanese Prisoner of Love
I Believe in a Thing Called Love (Restarted because some in the audience were filming with smartphones)
-ENCORE-
21.I Hate Myself (With Led Zeppelin Heartbreaker Riff)
-MEMBERS-
Justin Hawkins – voice, guitar, keyboard
Daniel Hawkins – guitar
Frankie Poullain – bass
Rufus Taylor -drums
Justin Hawkins – voice/guitar/keyboards





