The Convalescence
Harvester Of Flesh And Bone
Con la title track mi trovo catapultato nel mondo dei “The Convalescence”. Il nuovo album della band, nativa in quel di Toledo porta il titolo di “Harvester of Flesh and Bone”. Il full lenght edito dalla “Cleopatra Records” è un mix brutale di: MetalCore, DeathCore, Black Metal, Swedish Death.
Fin da subito siamo consci che ci stiamo trovando di fronte a una formazione decisa a lasciare il segno. Senza troppi segreti la band immerge l’ascoltatore in una musicalità aggressiva, ma non dobbiamo fare l’errore di pensare che non esiste melodia, può sembrare celata, forse è anche vero, tuttavia i nostri, dietro a tanta furia sono autori di una musica capace di contenere eleganza e sonorità ricercate. Di certo ogni membro della band è in possesso di un’ottima caratura tecnica, tutto questo giova ai fini del risultato, che è comunque ben sopra la media.
Dopo tanta brutalità arrivano le suadenti note dell’intro di “Bloodletter”, una lettera grondante sangue, solo per un attimo prova ad ingannarci, poco dopo nuotiamo nel mare nero, onde di note e blast-beat ci trascinano al largo.Sono sempre più stupito, questo nuovo album è una vera bomba! Non ci si ferma, non ci sono soste e tempo di prendere respiro, le voci, ora in growl ora in scream, sono il punto in più, questo mix letale aumenta la versatilità del disco intero, ascoltare “No Survivors” per credere.
Mid-Tempo con “Sacrifical Offering”, conosciamo il lato meno oscuro dei “The Convalescence” grazie anche ad un sinistro sunto che imperversa dalle retrovie. La produzione del disco (mixing e mastering) sono stati affidati alla coppia Jason Suecof (The Black Dahlia Murder, Deicide, Job for a Cowboy) e Christian Donaldson dei Cryptopsy, si tratta di un sound attuale, complice suoni compressi, esasperati, perfettamente in linea con quello che è il mercato di oggi. Davvero carichi di rabbia i riffs, sorretti da una sezione ritmica capace di far impallidire anche i più temerari, mentre le voci di streghe maligne vogliono avvisarci che il peggio dovrà ancora arrivare!
Con questo nuovo capitolo la band ha fatto centro, entrando di prepotenza nel gotta del genere, “Harvester of Flesh and Bone” entra di diritto tra gli album più belli degli ultimi anni, non credo di esagerare. La sinistra e malinconica “Undead Swarm” porta sul podio la band, grazie a un chorus epico e alcuni fraseggi a sei corde che riecheggiano in lidi classic e swedish.
Imbattersi in questo nuovo album è stata una fortuna, aspetto con ansia di vederli anche in sede live, benvenuti all’inferno!
In alto il nostro saluto.
Trevor Sadist