The Clamps
Megamouth
Il bello di poter scrivere per una webzine di piccole dimensioni è quello di essere un po’ dei tuttofare, dove ognuno si muove abbastanza liberamente tra le varie branche della musica del diavoletto, pertanto nonostante ci siano dei campi ben precisi per ogni redattore, ogni tanto capita che si possa uscire dal cosiddetto seminato e, se a volte la cosa può risultare un po’ ostica, a volte, come questa, capita di trovarsi perfettamente a proprio agio nella recensione, infatti questa volta siamo in un campo, oltre a quello estremo, a me molto caro: stoner rock imbastardito da una massiccia iniezione di hard rock sporco e stradaiolo e dalla lezione che ci ha lasciato in eredità il caro Lemmy con i suoi Motorhead.
The Clamps, questo il nome del gruppo, alle prese con la loro terza release, la seconda sotto l’egida della italianissima Heavy Psych Sound: Megamouth è il titolo del platter.Per chi conosce il power trio bergamasco non ci saranno grandi sorprese, la formula è rimasta invariata: tonnellate di stoner rock suonato a velocità sostenuta mescolato con del sano e polveroso hard rock di matrice southern e tanto tanto divertimento.Le 10 tracce di Megamouth scorrono via veloci e fanno smuovere la testa che è un piacere, mandando a memoria la lezione impartita da band come Fu Manchu, Nashville Pussy o Nebula, con suoni grezzi e grassi carichi di groove dominati dall’ ottimo Marcello dietro le pelli, ma non da meno è il fido compagno di sezione ritmica: il fido Andrea, il quale non perde occasione di sottolineare con le sue corde “fat” i riff che si dipanano dalla chitarra di Ben.
Musicalmente non c’è nulla di nuovo sotto il fronte occidentale, però i tre ragazzoni ci sanno davvero fare e riescono a divertire e a tirare fuori un disco carico di grinta fatto di riff granitici e potenti capaci di fare smuovere la testa anche al più statico dei rocker, inoltre la voce da bevitore di Whisky del buon Ben, condisce il tutto andando a sottolineare i vari passaggi che compongono i brani. Brani che si dipanano con trame Stoner alternate a momenti tipicamente hard rock, accompagnati, in questo andare, da un basso di motorheadiana memoria, in grado di sorreggere perfettamente il tutto e non facendo assolutamente sentire la mancanza di una seconda chitarra.
Le dieci tracce di cui è composto Megamouth non danno nessun segno di cedimento ed ognuna è perfettamente al suo posto, segno di una scaletta molto ben ragionata e che alterna momenti più concitati ad altri in cui è possibile sentire il vento carico di sabbia rossa che soffia dal deserto: nonostante la costante vicinanza allo Stoner, i Nostri hanno sempre avuto questo grande orecchio verso l’hard rock più stradaiolo che in un certo qual modo è come se agisse da catalizzatore nell’esplosività delle composizioni, perché è proprio lì che si va a stagliare la dinamicità del tutto, oltre che nella capacità di riuscire a scrivere dei riff veramente molto molto interessanti, mai banali pur nella loro semplicità ed avendo dei suoni ben definiti e pachidermici allo stesso tempo.
Megamouth è un disco che sicuramente ha fatto felici i The Clamps mentre lo pensavano, provavano e registravano ma sono certo che farà felice chiunque decida di offrirgli una possibilità, perché è davvero un gran bel lavoro, catchy e carico di groove al punto giusto, soprattutto tenendo conto che dura il giusto (siamo poco sopra i 35 minuti) e che le tracce hanno una durata che si avvicina parecchio alla concezione pop delle canzoni, pertanto non c’è possibilità di un calo di attenzione, soprattutto perché sarà la musica dei The Clamps stessi a non permetterlo, dato che i ragazzi hanno veramente grinta da vendere.
Un ultimo consiglio: se vi capita andate a vederli in sede live, dove riescono a dare il meglio di sé, non ve ne pentirete affatto e sarete travolti da tonnellate di volume e di ottimi riff che vi faranno ritornare il sorriso.
Daniele “Darklordfilthy” Valeri