Tezza F.

Key To Your Kingdom

Il fatto che taluni musicisti vogliano  registrare un disco sobbarcandosi tutto l’onere  che occorre per realizzarlo me li fa  immaginare come dei masochisti che hanno voglia di mettersi in mostra soffrendo l’inimmaginabile per l’enorme sforzo creativo. A parte questa mia introduzione  la cosa che scaturisce da questo tipo di realizzazioni è la passione  del musicista rispetto alla sua opera.Questo per Filippo Tezza è il terzo solista già conosciuto per aver partecipato ad un altro progetto quello dei Chronosfear come cantante e già da quell’esperienza  si è capito di che pasta sia Tezza, in possesso di una grande estensione vocale che gestisce a suo piacimento soprattutto in questo album “key of your kingdom” ha sfruttato in modo egregio tutte le sue capacità non solo vocali ma anche strumentali.Le canzoni del disco partono da varie idee che erano state lasciate nel classico cassetto e mai più riprese, ma si sa quando hai delle cose  prima o poi vuoi che vedano la luce ed insieme ad alcune nuove composizioni sono state riprese, completamente riscritte, rielaborate, ri-arrangiate per essere all’altezza del nuovo standard.

Quindi anche se in realtà rispetto ai lavori precedenti  questo terzo album ha avuto un processo compositivo relativamente breve, ma comunque si è trattato di un lavoro improbo visto che dall’inizio della lavorazione ci sono voluti ben due anni.Si tratta di un disco per dire standardizzato non perché sia banale  perché non lo è per nulla, bensì mi sento di poter affermare che ormai  stiamo assistendo ad un appiattimento generale perché escono troppi gruppi uno uguale all’altro e con una qualità musicale a volte scadente. Filippo Tezza invece  ha realizzato un disco molto interessante che porta in auge questo genere avendo ben presente  le loro maestà Stratovarius  Sonata Artica e Avantasia di Tobias Summet che più mi sento di accostare  a Tezza.Avendo a cuore  di realizzare in proprio tutta la lavorazione Il nostro artista ha preferito di avvalersi dell’aiuto di una drum machine  per le parti ritmiche  e la scelta dei suoni dei vari elementi della batteria si è rivelata giusta donando al tutto un suono davvero realistico.L’unica cosa che mi sento di dire è che in alcuni momenti dele disco il suono generale sembra essere un po’ attufato e ne ha risentito  nella produzione proprio la batteria che a volte si confonde con gli altri strumenti.

La maggior parte delle canzoni sono tutte delle stupende cavalcate e non c’è un attimo di respiro tra una canzone e l’altra tutte però con un grande rispetto per  l’aspetto melodico che gode di grande aperture un attimo di pausa lo si quando arriva la ballad che rispecchia tutti gli stilemi del genere ,la canzone inizia con il piano a dare alla bella voce di Filippo che inizialmente mi fatto confondere pensando che ci fosse in realtà una donna a cantare in questa canzone  mi sono venuti in mente gli Stryper .Ma la vera sorpresa per quanto riguarda mi arriva dal brano di chiusura For Death or Glory una meravigliosa suite di circa quindici minuti che potremo avvicinare ad alcune cose  degli Ayreon di Anthony Arjen Lucassen  da considerarsi come la classica ciliegina su una torta buonissima tutta da assaggiare e se vi piacciono i dolci prego avvicinatevi pure per assaggiarne una fetta.

Stefano Bonelli   

The Fire Still Burns
Voices
Dead Roses
Key to Your Kingdom
Cold Rain
Endless Night
Moonlight Chant
For Death or Glory

Filippo “Fil” Tezza – vocals, and all instruments