Temple of July
Kindome Cult
Certo che l’alchimia che si fonde tra gli elementi di band fatta da musicisti con influenze musicali diverse è davvero qualcosa di particolare. Questa alchimia fa si che nascano band il più disparate possibili ma in alcuni casi forse casualmente, simili rispetto ad altre band.
Faccio questo ragionamento dopo aver letto le varie esperienze in cui sono stati o sono coinvolti il trio italo americano dei Temple of July, i quali dalla fusione di questi elementi inscindibili hanno creato un disco molto interessante forse il più heavy che la Red Cat abbia mai promosso, il cui titolo è Kingdom Cult ovvero il regno del culto.
I Temple of July sono musicisti di lunga data ma la band è di nascita recente essendo nata nel 2021,la realizzazione di questo cd è stata quantomeno complicata in quanto i musicisti non vivendo insieme hanno dovuto per forza di cose sfruttare moltissime chiamate Zoom che ha permesso di portare a termine un lavoro certamente moderno per le varie commistioni di cui è composto un disco dove c’è moltissima elettronica ma che non è invasiva perché non prevarica gli altri strumenti come la voce di Henry Hudson il quale sapientemente alterna scream e clean vocals che ben si amalgamano con le chitarre ed il basso di Jesus Rhyno che insieme a Mirko Augello forniscono una base ritmica solida e ben amalgamata.
Musicalmente la band si ispira alla scena americana industrial con gli Spliknot in bella mostra e bene o male a tutte quelle band d’oltreoceano che si rifanno all’industrial con forti connotazioni elettroniche. Quello che ne esce fuori è un suono molto potente e ben strutturato soprattutto per la sua varietà dei generi che vengono miscelati tra loro con una massiccia prevaricazione elettronica condotte sempre dal nostro Jesus Ryno.Il disco inizialmente pensato nel periodo pandemico e realizzato tra la Sicilia e l’America esce in questi giorni Kingdome of Cult licenziato da Red Cat Records, il disco gode di una buona produzione che ci restituisce un suono come detto veramente potente e se vi piacciono il metal commissionato dall’elettronica, questo è il disco che fa per voi.È un disco di media durata avendo la track list che si compone di soli sette tracce ma che si rivelano essere sufficienti per quello che ci dobbiamo aspettare. Malgrado tanta potenza alle canzoni vengono alternate anche le melodie alternate ai growl ed agli scream, questo ci permette di prendere fiato per essere poi di nuovo immersi in questo senario sonoro.
Kingdom.. è un disco che si circonda di un aura oscura non solo musicalmente ma anche per le tematiche ci fanno respirare un aria cupa che ci accompagnerà per tutti i sette brani ed anche la copertina contribuisce a questo immaginario crepuscolare con il colore giallo ocra che viene usato nelle sfumature più scure per quanto riguarda l’edificio che campeggia in primo piano.Da questo album sono stati tratti dei singoli e relativi video il cui più efficace è senza dubbio “Vampire” a cui hanno abbinato delle immagini realizzate con dei filtri che hanno reso il video assai psichedelico e lisergico mentre Artificial Paradise è un graphic video con immagini futuristiche.
In conclusione Kingom Cult è un ottimo lavoro dal suono moderno con una visione della vita che si alterna tra presente e futuro, immaginifico quanto basta per darci un inquietudine di cui il disco è pregno, atta a farci stare sul chi va la sulla sorte del mondo.
Stefano Bonelli