Sudden Death

In Sinner Hate

Ci sono un sacco di bands che per svariati motivi vanno in pausa forzata per anni.E’ risaputo poi,che spesso i risvegli sono per lo più “traumatici”,raccogli i pezzi perduti,ci si ricarica dell’energia persa per strada e ci si rintana in sala prove a buttar giù le proprie memorie,magari accompagnate da qualche cover,e via,si riparte.Sinceramente,poche riescono a fare il punto della situazione facendo tesoro di questo “trauma” e riuscire a superare se stesse,e,caricando sulle proprie spalle tutte le difficoltà del caso,pochissime riescono a riprendere in mano quel fuoco ardente che nei tempi passati era fonte di ispirazione e tenacia che consentiva comunque di andare avanti;bene,tra quelle pochissime bands ci sono i romani Sudden Death,che,malgrado i sostanziali cambi di formazione subiti negli anni,oggi lanciano un autentico fulmine a ciel sereno,in tutti i sensi,con questo “In sinner hate” dopo la bellezza di 7 lunghi anni di silenzio da quello che fu “Stillborn“(Ep) del 2018.La parola d’ordine dei S.D. è “Death metal”,e questo nuovo lavoro,composto da 10 pezzi più l’intro,rappresenta la nuova veste della band.Tenendo in considerazione i lavori pubblicati in passato(Devoured Inside del 2002,Injection of Hate del 2004,Monolith of Sorrow del 2014 e Stillborn del 2018),questo disco colloca la band ad un livello superiore sia tecnicamente sia dal punto di vista della produzione,fantastica per altro,che sulla qualità delle composizioni,dimostrando una innata forza di volontà nel voler far bene in tutto e per tutto strizzando l’occhio anche ad un certo tipo di modernità che dona a questi ragazzi una linfa vitale rinnovata.Le sapienti mani di Stefano Morabito,Marco Mastrobuono e Giuseppe Orlando hanno consentito a Luis Maggio e co. di esprimere il massimo della potenza di questi pezzi,basta ascoltare la opener “The modern pharisee” per rendersi conto che quella di oggi è una formazione che gode di ottima salute e che è in grado di fare veramente paura.

Il sound distruttivo delle chitarre e un basso ruvido come la carta vetrata fanno da armatura indistruttibile ad Emanuele Aleo che alla batteria fa un lavoro ricco,completo e mai noioso;”Destined to fall” e “The world is hate” sono due pezzi distruttivi e ben congeniati e poi la gran voce di Luis è una bellezza,ricorda un pò lo stile di George Fisher degli enormi Cannibal Corpse,espressiva,monolitica e carica di personalità.La claustrofobica “Living corruption” è letteralmente una discesa negli inferi dell’animo umano,lenta ed inesorabile suona per 3 minuti e mezzo senza mai scadere in cazzatine che destabilizzano l’ascoltatore,molto coinvolgente.Seguono “The beast awekening” e la mia preferita in assoluto,”Channelling misery“,un concentrato di tecnica e potenza,in cui il lavoro delle chitarre è coinvolgente da far spaventare i più intransigenti del genere,energia dissonante allo stato puro.L’ottava traccia di questo disco è “The torture wheel“,titolo alquanto esaustivo perchè i 5 minuti di questo pezzo sono una vera e propria ruota delle torture,un susseguirsi di cambi ritmo in cui le chitarre fanno un lavoro della madonna creando un vortice musicale tanto intenso che non vi basterà ascoltarlo una sola volta per recepire il gran lavoro di composizione che è stato fatto;per farvi intendere un attimino della sua natura vi dico solo che inizia con un tupa tupa tagliente da scapocciamento,quindi piccolo stop e via di mid tempo a martello che va a sfociare su un blast beat in cui quasi si raggiungono le sponde del black metal(ascoltare bene per credere),dopo di che una ritmica molto serrata prepara l’ascoltatore ad un primo assolo molto bello tra l’altro,quindi breve mid tempo per prendere fiato e via col secondo assolo così fino da arrivare ad uno stop finale che introduce un ritmo un pò più rallentato e pesantissimo farcito sapientemente da una melodia alienante,il tutto arricchito dal cantato di Luis che è praticamente perfetto dall’inizio alla fine,bomba.

Segue la più lineare,ma non per questo meno incisiva,”Acidic ways of parity” che è forse il pezzo più rilassante di questa release (chiedo scusa alla band per la becera descrizione,eheheh),anche questo composto bene e con le partiture delle chitarre che mi hanno incuriosito non poco,bel ritmo e ottimi gli arrangiamenti.Segue la roboante “Human death machine“,e malgrado sia il penultimo pezzo devo dire che l’intensità resta alta,qui ascolterete anche una breve reminescenza dei Cynic dei tempi di “Focus” che vi farà sorridere di piacere,arrivate al minuto 2:55 e ve ne renderete conto.”The human demise” è la chiusura perfetta di un lavoro d’acciaio come questo,pesante,tecnico e con una parte finale caotica che vi si inchioderà nel cervello come tutto il disco in sè.Che dire? innanzitutto ben tornati Sudden Death,un ritorno in attività che mi ha sbalordito e che lascia presagire un futuro di soddisfazioni,
questo “In sinner hate” è una vera bomba sonica,suonato alla grande e prodotto in modo eccellente,un album questo che,a mio modo di vedere,supera di gran lunga i lavori passati della band e che proietta questi ragazzi su un altro pianeta.Supporto assoluto,ascoltare per credere.

ENYJOY!
Giuseppe Musso 

TRACK LIST:

In Sinner Hate (Intro)
The Modern Pharisee
Destined to Fall
The World is Hate
Living Corruption
The Beast Awakening
Channelling Misery
The Torture Wheel
Acidic Ways of Parity
Human Death Machine
The Human Demise​

LINE UP:

Luis Maggio – vocals
Giorgio “Giorgioni” Cifuni – guitar
Francesca Mancini – guitar
Giuseppe Ciurleo – bass
Emanuele Aleo – drums