Stygian
Dreadlands
Gli Stygian hanno pubblicato un nuovo album chiamato “Dreadlands”, uscito il 4 luglio via Time To Kill Records. Si tratta di 10 canzoni di buon blackened crust, crudo, senza fronzoli e brutalmente onesto, ma stratificato con toni melodici drammatici.
Le loro canzoni sono brevi e pungenti, ma non risultano mai essere frettolose, permettendo quindi alle loro idee di svilupparsi con deliberata intensità. In questo album, infatti, gli Stygian esplorano due mondi in contrasto: da un lato le tradizioni pagane incentrate sull’armonia e dall’altro l’eredità delle religioni abramitiche, che spesso incanalano gli istinti più violenti dell’umanità. Mentre i riti pagani servivano per esprimere e contenere le forze primarie, mantenendo l’equilibrio tra umanità e natura, i dogmi monoteistici hanno spesso giustificato la guerra e la distruzione in nome della fede.
Tra le 10 tracce che compongono “Dreadlands” ne spiccano alcune: “Endless Hunger”, “Burning Mires” (canzone un po’ più lenta dell’album), “Shadow Of A Massacre”, “Unholy Wars” e “Where Dead Man Stand”, tutte caratterizzate da un’ottima parte strumentale, delle vocals molto valide, con un growl molto gutturale e dei riff molto veloci.
In conclusione, gli Stygian con “Dreadlands” hanno creato un album che risulta essere quasi un tributo alla vita, al legame sacro tra le persone e il mondo naturale, un legame che però è stato spezzato da secoli di conflitti religiosi e non solo. Questo album è una fusione molto potente tra black metal e crust punk, rendendo l’album immerso in un’intensità ritualistica e al tempo stesso nella ferocia, incoraggiando nell’ascoltatore una profonda riflessione su ciò che è stato perso nella lotta tra spiritualità e dottrina imposta dalle varie religioni più o meno monoteiste.
Chiara Coppola