Studio Murena

Notturno

Con il nuovo album Notturno, uscito il 9 maggio 2025 per Island Records (Universal Music Italia), gli Studio Murena compiono un passo deciso verso la maturità artistica, offrendo un’opera densa e stratificata, tanto personale quanto collettiva. Undici tracce per raccontare l’oscurità – interiore, sociale, emotiva – e la necessità di attraversarla per intravedere la luce. Una discesa nelle ombre che diventa, sorprendentemente, un moto ascensionale. Perché, come suggerisce la band milanese, è solo nel buio che si può affinare lo sguardo verso il giorno che verrà.Dopo WadiruM”, già apprezzato dalla critica, Notturno conferma e amplifica la cifra stilistica degli Studio Murena: una miscela unica di jazz suonato dal vivo, hardcore rap, elettronica d’avanguardia e testi spietatamente sinceri. La produzione di Tommaso Colliva si rivela ancora una volta un collante potente, capace di incanalare l’urgenza espressiva della band in una forma fluida ma mai edulcorata.L’apertura dell’album, Another Day with Another Sun, è una dichiarazione d’intenti, un viaggio che comincia con il crepuscolo.Il titolo, preso da un’installazione di Philippe Parreno, introduce subito uno dei nuclei tematici dell’album: il tempo come percezione soggettiva, la notte come spazio di riflessione, disorientamento e rinascita. Il brano è avvolgente, ipnotico, un lento risveglio nell’oscurità che prelude alle tensioni emotive e sonore che seguiranno.

Brani come Baba Jaga e Nostalgia mostrano due delle anime più complesse dell’album. Il primo, incentrato su un rapporto tossico tra amore e dipendenza, esplode con l’ingresso furioso del misterioso rapper 24kili: una voce distorta, che incarna la rabbia repressa e collettiva di un’intera generazione. Il secondo, impreziosito dalla tromba struggente di Fabrizio Bosso, si muove su registri lirici e malinconici, fondendosi con l’eco di “Domani è un altro giorno” in un’interpretazione che commuove e spiazza.L’interludio di Vienna immortala un amore intenso e a volte brutale che sfocia in Vienna, in cui prosegue e si dirama il racconto, che cita anche Franco Battiato.L’introspezione si fa poi crudele e poetica in Tre porte di paura, un dialogo fra una psicoanalista (interpretato da Valeria Perdonò) e il suo paziente, che narra tre incubi ricorrenti.

Nasce da una jam su “Evidence” di Thelonious Monk e si sviluppa in una forma quasi teatrale, con silenzi, strappi, armonie dissonanti.Rispetto ai lavori precedenti, il sound di “Notturno” si è evoluto in modo più organico. La band non rinuncia alla propria libertà compositiva, ma affina una forma canzone più accessibile, pur sempre contaminata. Il jazz resta il motore ritmico ed emotivo del gruppo, ma si intreccia con beat elettronici, groove hip hop e fughe melodiche che ricordano i Primus quanto Kendrick Lamar, senza mai scadere nell’imitazione.Tunnel, in collaborazione con Willie Peyote, è un esempio brillante di equilibrio tra ironia sociale e densità musicale. Si tratta di una corsa urbana tra asfalto, tensione e visioni oniriche: “È tutto un rush per il cash tipo corsa all’oro” diventa il grido disilluso di chi osserva la società contemporanea dall’interno, mentre la base alterna tensioni sintetiche e bassi profondi, creando un paesaggio sonoro metropolitano e allucinato.

In Oskar Kokoshka, il sax di Riccardo Sala impazzisce in un’esplosione free jazz che accompagna rime taglienti come colpi di scalpello. L’effetto è straniante e catartico, mentre Vai via, con gli archi di Rodrigo D’Erasmo, offre una riflessione sul distacco amoroso con una delicatezza malinconica che ricorda certi passaggi del miglior Battiato.In Fuori Luogo Mezzosangue si unisce alla band in un viaggio sul proprio percorso personale, magari complesso e controcorrente ma sempre autentico.L’album si chiude con Jazzhighlanders, singolo già uscito come anticipazione, che rappresenta una vera e propria dichiarazione poetica: rimanere fedeli a se stessi anche quando il mondo ci chiede di piegarci. “Chiedici tutto, ma prendici la mano” diventa un invito al confronto, non alla resa. È un brano che suona come un manifesto, in cui la band rivendica la propria identità fuori dalle logiche del mercato o delle mode.

Uno degli aspetti più riusciti di “Notturno” è la qualità delle collaborazioni: mai invadenti, sempre funzionali. Mezzosangue in “Fuori luogo” porta la sua autenticità ruvida e cruda in un brano che parla di identità complesse, non riconciliabili. Willie Peyote, Bosso, DErasmo, Perdonò: ogni presenza espande l’universo della band, ma nessuno ne prende mai il controllo. È una coralità che rispecchia il senso profondo dell’album: sei persone in cammino, che accolgono altri viandanti senza perdere il filo del proprio racconto.“Notturno” è un lavoro ambizioso e riuscito. Non cerca facili conferme, né scorciatoie di stile. È un album che si prende il tempo di dire, ascoltare, meditare. Un disco da attraversare più volte, a cui abbandonarsi e in cui ritrovarsi, carichi di emozioni.

Studio Murena dimostrano con questo terzo lavoro una crescita profonda, non solo musicale ma anche umana. Un gruppo che ha scelto la notte non per fuggire, ma per guardare meglio. E oggi, al sorgere del nuovo giorno, lo sguardo che ci restituiscono è più vivido, consapevole, necessario.

Anna Cimenti

Another Day with Another Sun
Baba Jaga
Nostalgia
Tunnel
Vienna [Interlude]
Vienna
Tre porte di paura
Oscar Kokoshka
Vai Via
Fuori luogo
Jazzhighlanders

Amedeo Nan – chitarra elettrica
Giovanni Ferrazzi – elettronica,sampler
Lorenzo Carminati – voce
Marco Falcon – batteria
Matteo Castiglioni – tastiere e synth
Maurizio Gazzola – basso elettrico